Nella mattinata di martedì 13 giugno scorso, durante i controlli di sicurezza che avvengono nei confronti delle persone prima di essere ammessi ai colloqui visivi con i propri congiunti detenuti, una donna italiana di 65 anni, madre di un ristretto appartenente al Circuito Alta Sicurezza della provincia di Salerno (detenuto C.U. in espiazione di condanna definitiva con fine pena 2021), veniva trovata in possesso di circa 14 grammi di hashish, con il chiaro intento di voler introdurre tale quantità all’interno del Carcere federiciano per poi metterla a disposizione ed uso del proprio figlio carcerato.
A darne notizia è Saverio Brienza, segretario regionale della Basilicata del S.A.P.Pe. . (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), il primo sindacato dei “Baschi Azzurri” che plaude tutti gli operatori che sono stati impegnati nell’operazione.
L’operazione, infatti, è stata svolta egregiamente dall’unità cinofila della Polizia Penitenziaria di Trani di nome Quter, unitamente ai Baschi Azzurri del Reparto di Polizia Penitenziaria di Melfi, in particolar modo all’Assistente Capo C.M., proseguita successivamente presso l’abitazione della donna, grazie alla pronta disponibilità del Vice Ispettore R.G. di Melfi che recandosi immediatamente presso il domicilio della donna, unitamente al personale di Polizia Penitenziaria del Reparto di Polizia Penitenziaria di Salerno, è stato rinvenuto un ulteriore quantitativo della medesima sostanza pari a 40 grammi.
Quter, il migliore amico dell’uomo ed in questo caso anche della Polizia Penitenziaria, ancora una volta ha messo a segno un grande risultato, bloccando l’introduzione illecita della pericolosa sostanza stupefacente nel Carcere di Melfi, stroncando altresì la probabile attività di spaccio nell’ambito della località salernitana ove la donna risiede, la quale è stata immediatamente deferita alla competente Autorità Giudiziaria per le responsabilità penali individuate a suo carico.
Ancora una volta, conclude Saverio Brienza, è l’alta professionalità della Polizia Penitenziaria che ha reso vera giustizia e non le chiacchiere demagogiche di molti che pensano al Carcere come un Convento, con le celle aperte e con l’ozio dei suoi ospiti; Invece nel Carcere esistono tantissimi detenuti, a parte pochi, che tentano quotidianamente di delinquere anche all’interno di esso ed è solo grazie alla tenuta della sicurezza da parte dei Baschi Azzurri che molti episodi criminosi non avvengono, anche a danno degli stessi poliziotti sovente oggetto di aggressioni violente.
E’ anche per questo che il segretario Brienza chiede ancora una volta al Provveditore Regionale di Puglia e Basilicata di implementare il servizio di grande eccellenza delle unità cinofile della Polizia Penitenziaria nelle carceri lucane, che hanno raggiunto sempre notevoli risultati, istituendo un distaccamento proprio in Basilicata al servizio di prevenzione e sicurezza negli Istituti Penitenziari e sul territorio.
Commenta Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Questi episodi, oltre a confermare il grado di maturità raggiunto e le elevate doti professionali della specialità cinofila della Polizia Penitenziaria e del personale in servizio nel carcere di Melfi e Salerno, ci ricordano che il primo compito della Polizia Penitenziaria è e rimane quello di garantire la sicurezza dei luoghi di pena e impongono oggi più che mai una seria riflessione sul bilanciamento tra necessità di sicurezza e bisogno di trattamento dei detenuti. Tutti possono immaginare quali e quante conseguenze avrebbe potuto causare l’introduzione di droga in un carcere”. Il SAPPE sottolinea infine le criticità del carcere lucano di Melfi ed evidenzia “quali e quanti disagi quotidiani caratterizza il lavoro quotidiano dei Baschi Azzurri di Melfi, a cui va il nostro sincero ringraziamento per quel che fanno ogni giorno per la sicurezza sociale”.
Giu 15