Nel 2016 è proseguita la fase di crescita del manifatturiero e dei servizi mentre il settore delle costruzioni e quello estrattivo sono risultati in flessione. La riduzione della
produzione nel comparto estrattivo per le note vicende giudiziarie ha tuttavia determinato nel complesso un calo nell’attività economica regionale. Le favorevoli condizioni di accesso al credito hanno contribuito alla ripresa dei finanziamenti alle imprese.
Le imprese
In base all’indagine Invind nel manifatturiero il fatturato è aumentato dell’1,8%. Gli investimenti hanno ripreso a crescere, seppure in misura contenuta.
Le aspettative delle imprese manifatturiere evidenziano un rafforzamento della dinamica delle vendite nel 2017.
Anche gli investimenti dovrebbero continuare a crescere, beneficiando degli incentivi fiscali previsti dal Piano nazionale Industria 4.0.
L’attività nel comparto estrattivo ha subito, come suindicato, una forte riduzione. La produzione di petrolio si è ridotta nel 2016 del 39,0%, risentendo delle vicende
giudiziarie che hanno comportato la temporanea interruzione dell’attività in Val d’Agri tra marzo e agosto.
La produzione di gas naturale è anch’essa calata sensibilmente (-32,7%).
Nelle costruzioni è proseguita la contrazione dell’attività. La riduzione del valore aggiunto (-0,7%) è stata però più contenuta rispetto all’anno precedente. Il
calo ha riguardato il comparto residenziale e quello delle opere pubbliche. Nel residenziale le vendite hanno beneficiato solo in parte della ripresa delle compravendite
e dei prezzi (in crescita rispettivamente del 13,2 e dello 0,8%). Il comparto opere pubbliche ha risentito della riduzione degli importi dei bandi del biennio 2014-15.
L’attività nei servizi è cresciuta (0,4%) a un ritmo inferiore all’anno precedente. Gli operatori hanno registrato un incremento delle presenze turistiche (1,8%) inferiore al 2015 (9,8%). L’attenuazione della crescita è stata determinata dai viaggiatori italiani, che
rappresentano il 90% delle presenze. Sono ulteriormente cresciuti i flussi verso il comune di Matera.
Il valore aggiunto del settore agricolo, che rappresenta il 5,5 per cento del totale regionale, è rimasto stabile rispetto all’anno precedente.
Le esportazioni regionali sono risultate in marcato aumento (53,5% a prezzi correnti), sospinte
dall’automotive. Nel Mezzogiorno e in Italia le vendite all’estero sono aumentate rispettivamente dell’1,1 e dell’1,2%. Nel 1° trimestre del 2017 l’export lucano si è
però ridotto.
Le famiglie
Nel 2016 è proseguita la fase di miglioramento del mercato del lavoro. L’occupazione è aumentata del 2,0%, più che in Italia (1,3%) e nel Mezzogiorno (1,7%). Nel 1°
trimestre del 2017 l’occupazione si è ridotta. Nei primi anni della crisi l’andamento dell’occupazione in regione era stato peggiore rispetto alla media nazionale; nell’ultimo triennio la ripresa è stata invece più sostenuta. In linea con quanto registrato
in Italia, a fine 2016 i livelli occupazionali sono ritornati su valori prossimi al picco pre-crisi del 2008; nel Mezzogiorno invece il divario rispetto al 2008 è ancora elevato. Nel 2016 l’aumento dell’occupazione si è concentrato tra i lavoratori in part-time; il numero di occupati a tempo pieno è invece rimasto stabile. Tra i dipendenti, le assunzioni nette sono state sostenute soprattutto da quelle per lavoro a termine.
Durante la crisi, i lavoratori dipendenti lucani che avevano perso il lavoro hanno beneficiato di tempi di rientro dall’inoccupazione mediamente più brevi rispetto alla media delle regioni; tuttavia, tra questi, una quota rilevante ha trovato un’occupazione fuori dai
confini regionali. La flessione del numero di disoccupati ha determinato una
riduzione del tasso di disoccupazione al 13,3%.
Nel 2016 il reddito disponibile delle famiglie ha continuato a crescere, confermando l’espansione registrata nei due anni precedenti. Ne hanno beneficiato i consumi,
soprattutto quelli di beni durevoli, in crescita dal 2015. I prestiti
Nel 2016 l’andamento dei prestiti bancari all’economia della Basilicata è stato moderatamente
espansivo (0,9% a fine anno). L’andamento si sarebbe rafforzato nel 1° trimestre del 2017.
I finanziamenti bancari alle imprese, dopo 4 anni di calo, sono lievemente aumentati (0,4%), beneficiando dell’andamento del credito al settore terziario. I prestiti alle
aziende con almeno 20 addetti sono cresciuti moderatamente, mentre quelli alle imprese di minori dimensioni hanno ristagnato.
L’onere dei debiti bancari per le imprese si è ridotto: a fine 2016 i tassi sui prestiti a breve sono diminuiti di 0,6 punti al 5,7%. Anche il costo dei nuovi prestiti a medio e a lungo
termine è diminuito al 3,0%, dal 3,8 dell’anno precedente.
Nel 2016 i prestiti erogati da banche e società finanziarie alle famiglie hanno accelerato (3,4%; 3,8 se si considerano solo le banche). Il credito al consumo ha fatto registrare un incremento del 5,7%. I prestiti per l’acquisto di abitazioni sono aumentati del 4,4%,
sospinti dalle nuove erogazioni che, al netto di surroghe e sostituzioni, sono cresciuti del 22,5%. La dinamica ha beneficiato dell’ulteriore riduzione dei tassi, scesi a livelli
molto contenuti (2,4%).
I prestiti deteriorati
La recente ripresa economica ha contribuito a ridurre la velocità di deterioramento dei crediti; anche lo stock di prestiti problematici ha registrato un lieve calo rispetto
alla fine del 2015.
Nel 2016 il tasso di deterioramento (flusso dei nuovi prestiti deteriorati sul totale dei crediti non in default rettificato all’inizio del periodo) è diminuito al 3,0% dal
4,7% del 2015. Anche il tasso di ingresso in sofferenza (tasso di decadimento) è diminuito (2,0%, dal 3,3% del 2015).
Lo stock di prestiti bancari deteriorati al lordo delle rettifiche di valore alla fine dell’anno era pari a circa il 24% dei prestiti complessivi. Le sole sofferenze rappresentavano circa il 18%.
Il tasso di copertura dei prestiti deteriorati si è attestato al 58,3%, quello relativo ai soli crediti in sofferenza al 67,6.
L’indicatore ha mostrato una flessione in concomitanza della crisi, risentendo della rapida crescita dei prestiti problematici; recentemente si è riportato su valori sostanzialmente analoghi alla media registrata nel biennio pre-crisi (2006-2007).
Al netto delle coperture l’incidenza dei prestiti deteriorati risultava pari al 10,1%; quella delle sofferenze al 5,7%.
La raccolta
Nel 2016 la crescita dei depositi di famiglie e imprese residenti in regione ha rallentato (2,6% dal 4,8 del 2015). Tale andamento è riconducibile soprattutto alla decelerazione dei depositi in conto corrente delle imprese (7,9% dal 32,7 del 2015), che ha riflesso anche la scelta di destinare una quota maggiore di autofinanziamento agli investimenti. La crescita dei depositi in conto corrente delle famiglie ha invece lievemente accelerato (8,9% dal 7,4
del 2015). Il valore delle obbligazioni emesse dalle banche e sottoscritte da famiglie e imprese si è ridotto di circa 1/3.
Giu 21