Giovanna Riccardi, direttore sanitario del Centro Diagnostico Riccardi, in una nota contesta la scelta dell’Amministrazione Comune di Matera di non distiguere tra attività commerciali che chiudono a tarda notte e quelle che invece terminano l’attività molte ore prima, rispetto all’obbligo di conferire i rifiuti dalle ore 24 alle ore 4 del mattino, secondo le nuove disposizioni in vigore nel centro storico di Matera per quanto riguarda la raccolta differenziata. Di seguito la nota integrale.
L’orario impossibile di certa raccolta differenziata
Sono la dottoressa Giovanna Riccardi, direttore sanitario del Centro Diagnostico Riccardi, sito in via del Corso 26. Ho ascoltato le dichiarazioni dell’assessore Antonella Prete e le voci di alcuni ristoratori a testimonianza che la sua scelta amministrativa per la raccolta differenziata è per loro soddisfacente. L’attività di ristorazione termina intorno alla mezzanotte: conferire i rifiuti dalle ore 24 alle 4 del mattino è possibile, anzi perfino comodo. Mi rendo conto che il primo pensiero del Comune e degli Amministratori sia dare agio alla calca turistica, ma chi svolge attività differenti dalla ristorazione è notevolmente danneggiato. In questi mesi il lavoro del mio Centro è stato messo a dura prova dalle scelte e dalle ordinanze comunali. Il divieto di circolazione impedisce anche ai pazienti più fedeli di raggiungere il Centro. Non si tiene conto di probabili patologie e difficoltà fisiche. Come è dato il permesso di accedere per scaricare le merci a chi deve rifornire i vari esercizi, si può concederlo pure a chi deve raggiungere il Laboratorio di Analisi nelle prime ore del mattino, fino alle 10,30, per sottoporsi al prelievo ematico. Non discuto l’ordinanza di divieto, mi adeguo in qualche modo, ma davvero inaccettabile è l’orario di conferimento dei rifiuti. In quelle ore il Centro è chiuso: non è possibile in nessun modo consegnare i rifiuti. Ho chiesto delucidazioni all’Ufficio competente del Comune. Mi è stato risposto che non era un loro problema. Autonomamente devo portare i rifiuti della mia attività alle isole ecologiche. A ogni mia trasgressione riceverei una multa di 600 euro. Questa è la collaborazione con i bisogni del cittadino? I turisti si scandalizzerebbero se, alle 7 del mattino, vedessero depositati i rifiuti del Laboratorio, più che dignitosi constando di un sacco di carta pulita, non oliata come quella delle rosticcerie, e di un sacco di residui di plastica? Forse si scandalizzano in qualsiasi ora del giorno quando vedono le strade del centro cittadino sporche e appiccicose perché il loro lavaggio è abolito da tempo. Mai si sono viste strade così sporche in altre annate, neanche il mattino dopo la festa patronale. La Tari è tassa salatissima: ingiustificata la sua entità che il Laboratorio paga puntualmente. Possibile che in cambio non deve ricevere nessun servizio? A danno si aggiunge danno: ho dovuto assumere un operaio per conferire i rifiuti alle varie isole ecologiche. È giusto? La mia lettera non vuole essere polemica. Vorrei sottolineare che Matera appartiene principalmente ai suoi cittadini, ora divenuti abitanti culturali per eccellenza, che, come tali, hanno il diritto di essere ascoltati, secondo ragionevolezza,e mai, in nessun modo, danneggiati.
Cordialmente
Giovanna Riccardi