Michele Vizziello, ex candidato sindaco ed ex consigliere comunale nonchè storico presidente dell’Olimpia Basket Matera, esprime alcune riflessioni sulla nascita del governissimo al Comune di Matera. Di seguito la nota integrale.
Vizziello: Governissimo sì e no
Proviamo a ricostruire quanto è successo nella politica materana negli ultimi tempi con l’esito finale che conosciamo: la costituzione del cosiddetto Governissimo.
Dunque due anni fa le urne avevano dato un responso ineccepibile: i Materani avevano dato fiducia ad una maggioranza multiforme e variegata di liste civiche che,raccolte intorno ad un uomo di riconosciuto spessore culturale come l’avvocatoRaffaello De Ruggieri, poteva rappresentare il nuovo della politica locale, sganciata dai partiti storici, e composta da alcuni uomini anche di valore che avrebbero dovuto mettersi al servizio della città con le mani e le menti libere da ogni tipo di vincolo.E la cosa era sembrata,quella dei Materani, una scelta oculata in un momento in cui i partiti erano in crisi di identità e credibilità per un cumulo di ragioni note a tutti.
Purtroppo, però, nel bel mezzodel primo anno e rotti del De Ruggieri 1, sono cominciati i mal di pancia di alcuni esponenti della maggioranza che ponevano sì dei problemi reali e per certi aspetti condivisibili di ordine gestionale ed organizzativo, ma lo facevano con un piglio ultimativo ed esasperato, tanto da mettere con le spalle al muro lo stesso Sindaco. Insomma fu ormai chiaro che il Primo cittadino avvertiva la debolezza del Suo esecutivo la qual cosa non gli consentiva di dare alla Sua azione politica la rapidità delle decisioni e la tempestività delle realizzazioni che il momento richiedeva, anche se, Egli affermava, la gestione generale procedeva comunque e a ritmi intensi.
Da qui la svolta operata dallo stesso Sindaco il quale,davanti al baratro del fallimento,scelse di fare una inversione di rotta totale a 360 gradi e,forte anche delle sollecitazioni di diversi cittadini preoccupati di quanto stava accadendo(e io ero tra questi) si rivolse all’opposizione,segnatamente al Pd,per costituire una maggioranza alternativa a quella uscita dalle urne,con cui proseguire la Sua avventura politica in un contesto di estremo bisogno di concordia , unità d’intenti e numeri sicuri che emergeva dalla vicinanza del2019 e dalle urgenti necessità che esistevano per tale storico appuntamento.
Bisogna dare atto al Pd di aver risposto a tale appello non negativamente,ma ponendo comunque dei paletti abbastanza duri da ingoiare e pure tra notevolidifficoltà interne fronteggiate in Comitato cittadino dai suoi Dirigenti. Nel mentre si sviluppavano le trattative, però, accadeva un fatto nuovo e non ipotizzabile.
Il volubile scenario della politica locale non aveva esaurito le sue sorprese per cui nella seduta convocata per l’approvazione del bilancio(l’ultima di una serie di appuntamenti andati a vuoto), la vecchia maggioranza, tranne alcuni componenti pervicaci nel perseguire il dissenso, si ricompattava e, anzi, si arricchiva dell’appoggio di alcuni Consiglieri dell’opposizione che, pur di non creare ulteriori ostacoli al cammino che portava la città verso il 2019, non esitavano a contrapporsi ai deliberati del Comitato cittadino del partito di appartenenza, di fatto chiamandosene fuori.
In questo scenario pieno di confusione di ruoli, di opzioni politiche talvolta discutibili,di strategie più o meno etero dirette (perché anche questa era una sensazione palpabile) si è infine consumata la scelta definitiva operata dal Sindaco :quella del Governissimo appoggiato da quasi tutto il Consiglio Comunale con poche eccezioni,alcune ispirate da posizioni apparentemente ideali, altre basate su rivendicazioni non solo di posizioni di potere,ma anche su richieste dicomportamenti coerenti con quanto affermato in campagna elettorale riguardo alla unità della maggioranza uscita dalle urne.
Ma mi chiedo: è questa la strada giusta per arrivare pronti al 2019? E questa seconda maggioranza ancora più variegata della prima reggerà fino alla fine senza cedere ai contrasti che inevitabilmente sorgeranno tra persone e gruppi di così diversa formazione politica e civica?Personalmente mi auguro di sì e spero che i fatti smentiscano dubbi e perplessità.
Ma mi auguro,altresì, che i cittadini materani facciano la loro parte facendo sentire di volta in volta la voce di appoggio o anche di dissenso costruttivo a quanto l’Amm.ne proporrà o prospetterà per il bene di tutti e perché questa occasione che la storia ci assegna porti il segno di un popolo civile e partecipe,oltre che vigile sulle vicende che lo riguardano.Ma due dubbi restano e voglio esternarli con libertà e purezza di pensiero:1) Si può concepire oggi un consesso democratico liberamente eletto con precisa distinzione dei ruoli, senza opposizione, senza cioè quell’indispensabile azione di controllo e verifica che la legge attribuisce alla minoranza?Onestamente qualche dubbio mi resta al di là della sicura onestà intellettuale delle persone chiamate ad amministrare. 2) Non sarebbe stato meglio, seguendo un criterio meritocratico,confermare in Giunta alcuni giovani Assessori che hanno mostrato sicure capacità operative per dare continuità al loro lavoro ormai proiettato in avanti,senza dover ricominciare tutto daccapo in quelle postazioni perdendo altro tempo prezioso? Questo sarebbe stato un sicuro, incisivo segnale di difformità con il passato e si sarebbero evitate le tante critiche sul tappeto su una operazione (quella del Governissimo) che dà l’impressione della solita ormai obsoleta,antistorica spartizione del potere e delle poltrone.
I cittadini osservano e giudicano: sono stufi di questi sistemi;essi vogliono che si affrontino e risolvano i problemi quotidiani perché sono sempre più convinti che chi fa politica e si dedica ad essa debba farlo per puro servizio e non per sete di potere o esclusivamente per coltivare ambizioni personali, per certi aspetti considerate anche logiche ma in contesti in cui non si calpestino i diritti degli altri e non siano esasperate. Una continuità di lavoro per i meritevoli sarebbe piaciuta e, al di là di tutto, avrebbe costituito una autentica novità facendo guardare alla soluzione del Governissimo come un fatto nuovo rappresentato da una reale condivisione di obiettivi senza acquisizione ,in cambio, di autentiche prebende come sono considerati i posti in Giunta.
Probabilmente avremmo dato, come Comunità, un altro segnale ideale ai nostri giovani e al nostro popolo che, cultura, significa anche forza di cambiare mentalità, di rompere schemi superati dal tempo e di ritornare a modi di concepire la vita comune in modo un po’ piu idealistico e sognatore e un po’ meno opportunistico.