Il triste fenomeno dei muri imbrattati nei Sassi e nel centro storico di Matera ha indotto il materano Gianni Maragno a “rispolverare” la figura dell’artista Pier Paolo Perretta. Di seguito il contributo inviato alla nostra redazione
Pier Paolo Perretta: la sostenibilità nell’Arte
Fa parte dell’immaginario collettivo attribuire all’artista una dose di stravaganza, a volte esasperata e ingiustificabile, ma che è in grado di generare attrazione e fascino. Lungo una linea d’orizzonte ambigua e coinvolgente, sono stati numerosi gli esponenti che, in ambito musicale, teatrale o pittorico, hanno segnato epoche e luoghi con le loro opere ritenute inizialmente dissacranti, ma indelebilmente innovative. Ma l’estro è capace di combinazioni diverse.
Salvare i muri dagli imbrattatori, restituendo agli abitanti il decoro delle proprie città, senza tarpare le ali alla creatività degli artisti, assume stranamente i toni della provocazione; nel mondo degli addetti ai lavori che attraverso eccessi e sperimentazioni, in alcuni casi estreme, aprono nuove frontiere e nuove sensibilità che portano a riconoscere e spostare le frontiere dell’arte, in ambienti ignoti dove la contaminazione di generi ed ambiti diversi espandono il concetto di arte nel tentativo di raggiungere un numero sempre più ampio di fruitori.
A Como, Pier Paolo Perretta ha fatto della street art la sua missione. Avrebbe potuto accettare di essere omologato al pari dei tanti “graffitari” dei quali non condivideva né la accettazione di artisti emarginati e nemmeno la prevaricazione di imporre la propria attività unilateralmente.
Così ha maturato una propria idea di arte, che va al di là della strada e oltre le stesse pitture murali.
Cosicché il messaggio di civiltà che Pier Paolo ha inteso depositare in una giornata di alcuni anni fa nella città lariana, apponendolo con del nastro accanto ad una parete ricoperta da una grande raffigurazione “abusiva” riportava:
Caro imbratta muri
se fosse arte la compreremmo
e invece dovremo pagare per cancellarla.
Un invito a comportamenti civili, percepito come una evidente provocazione, che è valso a Pier Paolo una discreta notorietà, contribuendo a diffonderne la conoscenza con la simpatica denominazione di Mr Savethewall.
Questo artista che si firma con le tre sciabole incrociate, corrispondenti alle tre P del suo nome, serba sangue e grinta lucane nel DNA.
Suo nonno, Pier Amato Perretta, nacque, infatti, a Laurenzana (in provincia di Potenza), fu valido e stimato magistrato a Como e morì per mano nazista a Milano nel 1944. La città di Como non ha dimenticato la sua azione e il suo sacrificio: ha intitolato a Pier Amato Perretta una importante Piazza cittadina e l’Istituto di Storia Contemporanea, riportando una frase del magistrato sull’unico monumento in Italia dedicato alla resistenza europea.
Quel magistrato lucano fu soprattutto un uomo giusto e, memore di ciò, volle chiamare il suo ultimo figlio, Giusto!
Era provocatorio il solo pensare che un artista di street art potesse rinunciare alle pareti per esprimersi. Come se Michelangelo avesse ripudiato lo scalpello per scolpire il marmo con la forza delle sole dita delle mani.
Mr Savethewall ha dimostrato che ciò è possibile, attraverso una serie di opere realizzate su supporti vari ed appese con un nastro alle pareti, senza deturpare né imbrattare. Opere che sono state sistematicamente prelevate e, una volta incorniciate, esposte in bella vista sulle pareti delle case comasche.
Forse la lezione di Mr Savethewall è dare prova che la nuova frontiera dell’arte è quella del giusto, del sentimento civico e del decoro morale, oltre che ambientale. A volte si ha l’impressione di aver perso il senso della misura.
Ma in questo caso, il “provocatorio”, ciò che poteva apparire impraticabile assume i contorni della “rettitudine” e costituisce la differenza tra il Giusto e l’inammissibile, tra l’Arte e l’esibizionismo.
Mr Savethewall sarà a Laurenzana, la stupenda cittadina che nel 1885 diede i natali a suo nonno Pier Amato, per una mostra personale delle sue opere nel 2018, avendo già impegnato ogni data del calendario per importanti esposizioni in Italia e all’Estero.
A tal fine, l’augurio è che questa Mostra, tanto attesa, possa tenersi nelle stanze del Castello in ristrutturazione, un tempo residenza dei Duca di Laurenzana Gaetani dell’Aquila d’Aragona, ramo materno di quel Raimondo di Sangro, settimo Principe di Sansevero, che nel 1744 riprese i lavori della Cappella gentilizia della sua dimora napoletana, colmandola di opere d’arte, la più nota delle quali è il capolavoro rappresentato dal Cristo velato.
Gianni Maragno