Diabete: una patologia in costante crescita, nel Materano, in linea con quello che accade su territorio nazionale. L’annuncio è del dr. Angelo Venezia, direttore della U.O. di Diabetologia, Malattie Metaboliche ed Endocrine, Nutrizione Clinica e Dietologia, che negli ultimi anni sta trovando conferma ad un dato epidemiologico e di incidenza già raccolto a fine anni Novanta, in seguito ad un monitoraggio effettuato su circa 8.000 pazienti. “In collaborazione con la Regione Basilicata – spiega -, e interagendo con i medici di Medicina generale, sottoponemmo un questionario a soggetti fra i 40 e i 55 anni presi dall’anagrafe sanitaria. Per ogni risposta c’era un punteggio; in base al punteggio, su 1200 persone che conclusero il percorso vennero effettuati dei controlli, e scoprimmo che molti avevano il diabete senza saperlo”.
Le percentuali di quel dato epidemiologico erano le stesse di oggi: nel territorio dell’Asl 4, il 4 % della popolazione sa di avere il diabete; ci sono inoltre un 3 % di persone che non sanno di averlo, ed un altro 16 % di soggetti predisposti. Dunque, in totale, un cittadino su quattro è coinvolto nel problema. “Questo dato costante – afferma il dr. Venezia – conferma che il diabete è una malattia sociale, e bisogna mettere a punto strategie adeguate per prevenirla e curarla”.
Nel nosocomio materano questo si fa dal 1980, quando fu istituito il Centro Antidiabetico: da allora, molto è cambiato, anche perché è emerso un altro dato importante, quello della incidenza della malattia, ossia, i nuovi casi ogni anno. “Attualmente – dichiara il primario – siamo nell’ordine di un incremento annuo di 158 casi di diabete per 100 mila abitanti”. Le cause? Soprattutto due : stili di vita sedentari e iperconsumi alimentari.
Per questo diventa fondamentale la lotta all’obesità, che la U.O. di Diabetologia sta portando avanti in partenariato con la Regione, attraverso campagne informative, conferenze nelle scuole ed altre politiche per diffondere queste tematiche. Anche perché nel tempo il Centro Antidiabetico è diventato Unità Operativa complessa, che non si limita a curare la patologia, ma la previene attraverso un lavoro interdisciplinare con la nutrizionista, dr.ssa Carmela Bagnato, e l’endocrinologo, dr. Giuseppe Lagonigro, quest’ultimo particolarmente impegnato nelle patologie della tiroide. Ogni paziente viene trattato con un’attenta pianificazione, integrando l’operato di varie professionalità.
Fra gli altri punti di forza della struttura, c’è l’Ambulatorio per la prevenzione delle patologie cardiovascolari da diabete di tipo 2 (che sono fra i sintomi più gravi del diabete e colpiscono in misura maggiore le donne), il cui responsabile è il dr. Roberto Morea.
Negli ultimi anni, inoltre, l’equipe del dr. Venezia sta elaborando percorsi clinico-assistenziali specifici che riguardano aspetti diversi: la prevenzione, la diagnosi, la cura. “In questo periodo – fa sapere il dr. Venezia – stiamo lavorando sul Diabete gravidico, in stretta relazione con il Dipartimento materno-infantile, con cui abbiamo già siglato un protocollo. Stiamo mettendo a punto anche un progetto da realizzare con le donne che hanno sofferto di diabete quando aspettavano un figlio, e che dunque sono a rischio ricaduta: le convocheremo e sottoporremo loro un programma che comprende attività fisica, eseguita con il supporto dei sanitari della Fisiatria, e corsi di educazione alimentare con la dr.ssa Bagnato”.
Infine, analizzando di dati di incidenza ed epidemiologia del Diabete, il dr. Venezia ha sentito la necessità di un lavoro capillare sul territorio. D’accordo con la Direzione Strategica dell’Azienda è stata perciò attivata, dal 1° giugno, una consulenza nei Distretti: la diabetologa/endocrinologa dr.ssa Maura Rosco gira la provincia per monitorare la situazione e predisporre i dovuti interventi, utilizzando peraltro l’archivio informatizzato del reparto, dal quale si evince un dato importantissimo: “Dal 1980 ad oggi – conclude il dr. Venezia – sono passati da noi 21 mila cittadini. Oggi sono cambiate le prospettive, si sono evoluti i profili di cura, e lo sforzo su cui tutti siamo concentrati per rispondere sempre meglio alle esigenze della comunità è l’integrazione tra gli operatori della sanità”.