I lavoratori dell’ATI Rina-SIS addetti ai delicati servizi di sicurezza HSE – H2S presso il COVA Eni di Viggiano non vanno lasciati soli a difendere il posto nell’indifferenza generale di politica e istituzioni e con la rituale e formale azione sindacale. E’ quanto sostiene il Csail in una nota del portavoce Filippo Massaro. I lavoratori – sottolinea la nota – hanno perfettamente ragione a non accettare le proposte contrattuali dell’azienda subentrante per la gara di appalto MAERSK H2S Safety Services. Non ci sono solo legittime rivendicazioni salariali per l’equiparazione dei trattamenti economici tra precedente impresa e quella subentrante anche a causa del cambio di contratto di lavoro applicato. C’è un problema di dignità – afferma Massaro – perché questi lavoratori come i tanti dell’indotto Eni che hanno vissuto sulla propria pelle i vari cambi di appalto chiedono semplicemente garanzie di futuro e tranquillità. Essi sono espressione di professionalità e competenze che vengono mortificate con il meccanismo dei prezzi al ribasso. Una situazione che aggrava ulteriormente il problema occupazione diretta e indotta nell’area industriale di Viggiano confermando che non è il petrolio a dare lavoro mentre non si risolvono i nodi dell’impatto su ambiente, salute, attività agricole. Continuare a rivendicare numeri certi sul piano occupazionale affinché tutti i lavoratori attualmente impegnati nella commessa siano ricollocati alle dipendenze dell’impresa aggiudicataria, compreso la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato – continua la nota – non può diventare un aspetto di ordinarietà e di semplice ripetizione periodica. Necessita al fianco di questi operai la mobilitazione popolare per costringere Eni, istituzioni e politica – conclude Massaro – a tenere fede agli impegni per la Val d’Agri fino a quando si estrarrà il petrolio.