I diversi focolai di incendio divampati martedì 4 luglio a Policoro sono un preoccupante campanello d’allarme che devono rafforzare ogni azione prevista dal sistema locale e regionale di Protezione Civile e dal piano regionale antincendi boschivi. E’ quanto afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Forza Italia) sottolineando l’importante lavoro dei vigili del fuoco, delle forze dell’ordine, della Polizia Locale, volontari, dipendenti del Comune che hanno evitato danni maggiori e rischi diretti a persone. Non si può però non rilevare che invece di far arrivare i Canadair da aeroporti lontani anche in questo caso – aggiunge Castelluccio – si segnala l’utilità multifunzionale della struttura aeroportuale di Pisticci che, attraverso la Winfly, come è noto, si è candidata a diventare base aerea operativa per i servizi antincendi, di avvistamento e di monitoraggio ambientale con il vantaggio dell’immediatezza per ogni intervento. I mezzi aerei messi a disposizione dal Dipartimento Nazionale Protezione Civile sono pochi specie in una fase che registra incendi in numerose aree del Paese e per questo lo stesso Dipartimento ha invitato la nostra ed altre Regioni a dotarsi di una propria flotta aerea di servizio. L’auspicio è che – continua – gli incendi di Policoro, dopo quelli della scorsa settimana a Metaponto e Nova Siri e ancor prima quello di Maratea, possano adeguare il nostro sistema regionale di protezione civile utilizzando l’aviosuperficie di Pisticci che, secondo la proposta Winfly, non solo garantisce efficienza ed efficacia di intervento ma anche riduzione di spese.
Nel sostenere che le destano preoccupazione le parole del sindaco di Policoro Mascia sull’origine “presumibilmente dolosa” degli incendi, Castelluccio ricorda che nel mese di gennaio scorso una deliberazione di giunta regionale ha accolto l’indicazione della precedente Giunta Comunale di Policoro nella scelta di un’area di 16.800 mq in via Umbria, di proprietà dello stesso Comune quale nuova area nel Comune di Policoro con finalità di protezione civile, all’interno del centro abitato tra il secondo e il terzo piano di zona in adiacenza al PalaErcole (già sede del Centro Operativo Municipale) e alla sede comunale. Per poter soddisfare ogni necessità di intervento – evidenzia il vice presidente del Consiglio Regionale – occorre innanzitutto definire gli scenari di rischio sulla base della vulnerabilità della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta, strutture danneggiabili, etc.) al fine di poter disporre di un quadro globale ed attendibile relativo all’ evento atteso e quindi poter dimensionare preventivamente la risposta operativa necessaria al superamento della calamità con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana. Il Piano è dunque uno strumento di lavoro tarato su una situazione verosimile sulla base delle conoscenze scientifiche dello stato di rischio del territorio, aggiornabile e integrabile non solo in riferimento all’elenco di uomini e mezzi, ma soprattutto quando si acquisiscano nuove conoscenze sulle condizioni di rischio che comportino diverse valutazioni degli scenari, o ancora quando si disponga di nuovi o ulteriori sistemi di monitoraggio e allerta alla popolazione.
Per Castelluccio a livello comunale, si rende necessario arrivare ad un maggiore dettaglio che consenta agli operatori delle varie componenti della Protezione Civile di avere un quadro di riferimento corrispondente alla dimensione dell’evento atteso, della popolazione coinvolta, della viabilità alternativa, delle possibili vie di fuga, delle aree di attesa, di ricovero, di ammassamento e così via. Considerato che il rischio presente in un territorio può fare riferimento a diverse tipologie di evento (incendi, alluvioni, terremoti, frane…) il Piano deve prevedere uno o più “scenari di rischio”, a cui debbono o possono corrispondere diverse tipologie di intervento. Il concetto-chiave della pianificazione di emergenza – conclude – è comunque cercare di prevedere tutto, ma tuttavia occorre essere consapevoli che sarà sempre possibile in ogni emergenza, dover affrontare qualcosa di non previsto, pertanto occorre la massima flessibilità e contemporaneamente la capacità di creare i presupposti (ad esempio attraverso le esercitazioni) affinchè anche in questi casi come è accaduto con gli incendi vi siano le migliori condizioni di messa in sicurezza della popolazione.
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