Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni del materano Pierluigi Diso in merito al prossimo convegno in programma martedì 11 luglio all’Auditorium Gervasio di Matera in cui si discuterà tra politici locali e nazionali, insieme al ministro Delrio e all’A.D. di RFI del collegamento ferroviario Ferrandina-Matera. Di seguito la nota integrale.
Un anno fa, era il 5 luglio 2016, la deputata grillina, la lucana Mirella Liuzzi, aveva evidenziato la necessità, prospettata almeno cinque mesi prima, di sentire RFI in Commissione Trasporti sul completamento dell’opera ferroviaria Ferrandina-Matera, per fornire all’esecutivo elementi per esprimersi una volta per tutte sul treno per Matera. Il Governo, per il tramite del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro diede l’assenso e la Commissione ascoltò l’A.D. di RFI Michele Elia – oggi rimosso dall’incarico – intravedendo così una struttura ferroviaria strategica per i trasporti della città di Matera, della Basilicata e del Mezzogiorno.Michele Mario Elia, il manager di RFI, “accese”già poche luci sui progetti, che possono migliorare i collegamenti ferroviari da e per la Basilicata, anche in vista del 2019, quando Matera sarà la Capitale europea della cultura. Una stazione a La Martella c’è,ma è abbandonata come una cattedrale nel deserto, una galleria c’è a Miglionico, ma non ultimata, e il ponte ferroviario sul fiumeè tutto ciò che è stato realizzato da trent’anni del progetto della linea ferroviaria da Matera a Ferrandina, con una spesa di circa cinquecento milioni di lire.Sul sito del Ministero dei Trasporti la tratta risulta tra le ottocento opere incompiutee di ferrovie ce n’è solo una ed è la Matera-Ferrandina. Elia ebbe a dire non molto tempo fa che “per rimetterla in sesto” occorrerebbero circa duecento milioni di euro e pensare ad una infrastruttura del genere richiede tempi lunghi”. Elia era propenso ad un sistema di trasporti integrati che potevano migliorare i collegamenti; Matera, perciò, doveva rassegnarsi a puntare sul raddoppio della linea delle FAL a scartamento ridotto che la collega a Bari.Anche se sin qui sono arrivati solo proclami e promesse, ma nulla di concreto, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ai deputati lucani aveva già assicurato che erano in corso verifiche tecniche per valutare se il completamento della linea Matera-Ferrandina si potrà fare o no.Dal Comune di Matera ammettono che ancora non si sa nulla e la Capitale europea della cultura 2019 è l’unico capoluogo italiano tagliato fuori dalla rete ferroviaria nazionale. Il Governatore della PugliaMichele Emiliano,nel frattempo, guardando alla Capitale europea ipotizza il passaggio obbligato da Bari, per raggiungere Matera e in quest’ottica ha già stanziato quaranta milioni di euro per raddoppiare il tracciato delle FAL fino ad Altamura.La stazione delle Ferrovie dello Stato sono adesso una necessità, anche se la popolazione è ormai convinta che per il 2019 non arriverà nessun treno a La Martella, lì ove i lavori della tratta iniziarononel 1986, senza però mai finirli. Nel 1997 venne abbattuta l’ultima parte della galleria di Miglionico e da allora le imprese che gestivano i lavori fallirono uno dopo l’altra, mentre la linea che avrebbe dovuto collegare Matera al tirreno non è mai stata completata e Matera è rimasta isolata. Eppure la ferrovia a Matera l’aveva promessa per la prima volta il presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli e nel corso degli anni, a turno, i politici locali e nazionali hanno promesso il ripristino della tratta. Nel 2007 la Regione Basilicata e il Ministero delle Infrastrutture, guidato da Antonio Di Pietro, sottoscrissero persino un accordo per completarla, ma le rotaie non furono mai montate sulla breccia bianca, mentre i materani si stanno chiedendo come, nel 2019, arriveranno i turisti a Matera.Nel frattempo con il treno delle FAL sono giunti i ministri economici del G7. Encomiabile è l’impegno e l’attenzione costante che Matteo Renzi ha avuto per la Basilicata e per Matera in particolare, che ha rivisitato in forma privata pochi mesi fa. Il Patto per la Basilicata, quello per Matera, l’azione per Matera 2019 – con il coinvolgimento del Governo e del ministro Dario Franceschini – e quello per le infrastrutture devono essere senz’altro ricordate, a cominciare dal completamento della Ferrovia dello Stato Ferrandina-Matera. E’ stato proprio Matteo Renzi, nel corso dell’ultimo incontro a Genova con i giovani imprenditori, a ricordare la necessità di dotare Matera, unico capoluogo italiano, del collegamento alla rete di RFI e, quindi, di Trenitalia. Qualcuno, in maniera affrettata e poco lungimirante, rispose che Matera aveva già la sua ferrovia, ma era quella delle FAL a scartamento ridotto; va bene come metropolitana leggera, quando si troveranno i soldi, ma lo scartamento ordinario è altra cosa. E così, e questi sono fatti, furono messi in bilancio duecentocinquanta milioni di euro e attivata RFI per il nuovo studio di completamento. L’input lanciato dall’ex Presidente del Consiglio dei Ministri fu raccolto e supportato in Parlamento, in primis, dall’azione dell’Onorevole Maria Antezza e dell’Onorevole Ludovico Vico, senza dimenticare l’impegno preciso che Renzi assunse a Matera nell’inverno scorso, alla vigilia del voto per il referendum costituzionale con l’Associazione “Matera ferrovia nazionale’’. Il percorso è avviato e l’auspicio è quello di giungere in tempi ragionevoli a realizzare quel sogno. La politica è anche ‘sogno’, ma questa volta i materani vogliono “sperare” di uscire dall’isolamento che Matera ha ormai da più di un secolo; la carenza di idonee infrastrutture – in primis la strada ferrata – ha profondamente limitato l’espansione e lo sviluppo economico e demografico della Città dei Sassi. Questo isolamento, poi, non ha certamente giovato al resto del territorio regionale, in quanto la mancanza di collegamenti, soprattutto con il capoluogo di Regione, ha fatto sì che gli scambi e le attività produttive di una parte dell’area materana seguissero il percorso più diretto e naturale verso la Puglia.Se ha destato preoccupazione e disorientamento constatare che il piano di fattibilità, elaborato autonomamente da Rete Ferroviaria Italiana e dal vecchio A.D. Elia, al fine di dotare la futura Città-Capitale europea di un allacciamento ferroviario in tempo per il suo insediamento, e proposto al Governo Regionale all’indomani del riconoscimento di Capitale europea della Cultura,sia stato respinto al mittente con stizza e iattanza, fa piacere scoprire il forte interessamento dell’Onorevole Antezza e dell’Onorevole Vico che hanno organizzato una giornata di studi per il prossimo dieci luglio a Matera. Cosa fa di una città una città? Quando la somma dei comportamenti individuali diventa città? È un gioco di tensioni, fratture per cercare la propria identità? O qualcosa di più materico: l’intrico delle sue strade, la mappa dei suoi monumenti, il suo tessuto urbanistico? Oppure la sua voce, il suo dialetto, il respiro concitato delle parole? E ancora: cosa definisce la vocazione di una città, la sua storia o la sua classe dirigente? Una città può incarnarsi in un progetto e quanto la mancanza di progetto può inquinare una città? E infine: cosa definisce l’identità di una città del sud? La sua distanza, il suo ritardo, la sua irriducibilità rispetto ad una del nord? La ferrovia, un grande potenziale quindi sul piano economico, sociale, relazionale che il dieci luglio si cercherà di indagare insieme ad amministratori pubblici, professionisti, portatori di interesse e cittadini, componente essenziale del dibattito. Questo appuntamento sarà incentrato sul confronto tra più tavoli ognuno dei quali affronterà, con diverse chiavi di lettura, la stessa tematica rispondendo alla domanda: Matera avrà la sua strada ferrata e uscirà dall’isolamento?A distanza di circaquarantacinque anni, infatti, i due parlamentari Antezza e Vico, da quando il Sindaco dell’epoca pose la prima pietra,per avviare il cantiere dei lavori per la Matera – Ferrandina, ritengono con forza che il tracciato Ferrandina-Materapuò ancora avere un senso e collegare la Città dei Sassi alle direttrici strategiche che hanno potenziato l’asse tirrenico, portando l’alta velocità fino a Salerno. Un collegamento di Matera in quella direzione, attraverso Potenza, metterebbe in contatto diretto le due province lucane e restituirebbe a questo territorio un’identità regionale.E’ forse ‘inutile’ ciò che invece è strettamente ‘necessario’?È auspicio collettivo che i materani possano viaggiare con i cugini potentini finalmente sullo stesso binario e poi, la Capitale europea è fatta, ora bisogna portarci l’Europa, lo ha già detto persino Renzi nel suo “Matteorisponde”,ove ha dichiarato che se fai Matera capitale europea della cultura e non la puoi raggiungere non sei credibile come sistema-Italia. La battaglia per la ferrovia a Matera non può fermarsi e fa piacere vedere il Partito Democratico in prima linea per realizzare a breve il sogno dei materani che vedevano la Città dei Sassi, il patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco, quale unico capoluogo d’Italia tagliato fuori dalla rete ferroviaria nazionale, permettendo a RFI di completare l’opera con rotaie e cavi elettrificati, perché la linea che doveva collegare Matera e creare un corridoio fino a Napoli, è rimasta incompiuta, mentre i lavori della “Sagrada Familia” di Barcellona proseguono ancora senza sosta.E’ bene che i due parlamentari abbiano alimentato nuovamente il dibattito in città, senza limitarsi a riferire che “i soldi ci sono”; il Governo con il ministro Delriospiegherà il dieci luglio a Matera cosa intende fare dei trasporti in Basilicata.Nel contratto di programma per il 2012-2016, stipulato tra il ministero dei Trasporti e RFI (Rete ferroviaria italiana), la nuova linea Matera-Ferrandina c’è e adesso bisogna sforzarsi di arrivare in tempo al 2019. La Capitale europea della cultura non può restare senza binari.Il Presidente Pittella, da parte sua, dovrà adesso spiegare se la questione interessa ancora la politica regionale: la Regione Basilicata è stata contraria al completamento della linea Matera-Ferrandina, come ebbe a riferire il governatore qualche tempo fa.Attendiamo con ansia l’undici luglio per tirare le somme del convegno di Matera.
Pierluigi Diso