Estate tempo di spettacolo del vivo che in Basilicata – secondo i dati ufficiali 2015 della Siae – ha un volume d’affari che sfiora i 16 milioni di euro con un incremento del 17% circa rispetto all’anno precedente. Ma se il comparto si dimostra vivace, tuttavia, ha una redditività bassa a causa, spiega Assomusica, Associazione Italiana Organizzatori e Produttori spettacoli di musica dal vivo, dei costi di realizzazione elevati che solo le grandi imprese riescono a difendere con quote di reddito rilevanti. I margini di guadagno per le imprese di servizi e di piccole dimensioni, pertanto, sono ridotti ed è evidente un alto livello di polarizzazione tra i due gruppi di imprese.
Considerevoli i dati relativi all’occupazione nel Paese: su un campione di 204 imprese si registrano ben 1600 unità. Prendendo in considerazione le 68 imprese di servizi, i numeri sono molto più alti (2.600 addetti). Da sottolineare che i livelli d’occupazione sono in buona parte riferiti alle numerose imprese di dimensioni minori che risentono maggiormente della mancanza di una normativa specifica.
Due i punti dolenti di questa attività – spiega Mario Bellitti promoter ed organizzatore di eventi di spettacolo – : la situazione confusa che rasenta in troppi casi l’abusivismo nella professione di agenti di spettacolo, la burocrazia eccessiva. Per quest’ultima un caso su tutti. Per una festa in una contrada di Potenza – racconta Bellitti – è stata chiesta la valutazione di impatto acustico ma solo che non basta quella redatta da un tecnico-progettista ci vuole un tecnico specializzato insieme ad un mare di carte con costi maggiori. Parliamo di uno spettacolo con fisarmonicista e cantante non del concertone di Vasco Rossi. Una burocrazia sempre più asfissiante che finisce per scoraggiare i Comitati festa, semplici cittadini alle prese con autorizzazioni, Scia, valutazioni, permessi di ogni genere che sempre in una contrada non hanno nulla a che fare con le ultime normative antiterrorismo. Ci vuole dunque un intervento di semplificazione.
Da noi, per l’assenza di strutture adeguate ad ospitare concerti per migliaia di presenze il grosso dell’attività è in piazza, nei luoghi pubblici con l’impossibilità ad autofinanziarsi o comunque rientrare nelle spese: si pensi che la spesa al botteghino non supera 1 milione di euro (554mila per attività concertini e ballo e 487mila per attività concertistica). Per questo è difficile persino per la Siae censire il numero esatto di spettacolo all’aperto a differenza delle attività concertini e ballo al chiuso che sono stati 1996 nel 2015 con oltre 100mila presenze.
Da anni, ormai, i cosiddetti “concertini”, quelli previsti per un pubblico di massimo 200 persone e senza biglietteria, è uno dei segmenti del settore che va meglio e la conferma arriva anche da una ricerca commissionata da Fipe-Confcommercio, in occasione della chiusura dell’accordo tra Siae e la federazione dei pubblici esercizi sulle tariffe per l’esecuzione di musica dal vivo e registrata nei locali pubblici per il 2017. Pare che i “concertini” infatti siano in aumento costante dal 2008 al 2015 (+21,9% passando da 284.176 a 346.348), con un tasso di crescita particolarmente accentuato al sud (specie Molise, Sicilia, Basilicata e Puglia), dove si sta recuperando un ritardo riscontrato in passato, benché sia il centro nord a trainare il settore, in particolare regioni come Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana insieme coprono quasi il 50% di questi appuntamenti.
C’è, però, chi chiede che l’aiuto vada anche nella direzione dei locali, come spiega il presidente Fipe Lino Enrico Stoppani: “Vogliamo proporre di estendere anche ai locali dove si fa musica i bonus per i lavori di migliorie concessi alle strutture ricettive. E i locali sono una delle fonti primarie per la diffusione della musica, come sottolinea l’indagine (che conta un campione di 1200 persone) che sottolinea come la musica si consumi preferibilmente a casa (50,4%) o negli spostamenti quotidiani (32,7%) oltre che live: “Tra il 50,9% degli intervistati che frequenta abitualmente locali pubblici la presenza di musica negli esercizi è vista con favore dalla grande maggioranza (79,4%) e l’87,6% ha la stessa opinione positiva per la musica dal vivo: la possibilità di frequentare i locali per serate musicali o concerti dal vivo interessa il 90,3% dei frequentatori di locali e il 76,9% dichiara di recarsi in certi luoghi con frequenza maggiore proprio per la presenza di musica, mentre per l’82% di loro esercizi come bar e club sono la via preferenziale per la diffusione di nuova musica e tendenze, tanto da dichiararsi disponibili nel 51% dei casi a spendere di più nella consumazione o con un biglietto d’ingresso pur di ascoltare musica nella sua serata fuori”.
Lug 09