Marino Trizio di Città Plurale in una nota sottolinea le condizioni di “disordine urbanistico” in cui versa il quartiere di Piccianello a Matera, dopo aver letto le riflessioni di Nicola Filazzola e Gigi Acito. Di seguito la nota integrale.
Marino Trizio: “Rione Piccianello, attualità e futuro”
Due recenti articoli di Nicola Filazzola (artista materano) e di Gigi Acito (architetto) hanno riportato l’attenzione sulle condizioni di “disordine urbanistico” in cui versa il quartiere di Piccianello. Entrambi hanno voluto sottolineare la condizione problematica del quartiere, ponendo la stessa domanda: può esserci un futuro di riqualificazione e rigenerazione del quartiere per dare al luogo un “ordine urbanistico”?
Facciamo un viaggio e osserviamo cosa è accaduto e cosa sta accadendo in questa parte della città. E’ stato nuovamente riqualificato il mercato dell’ortofrutta (2015), è in fase di conclusione la ristrutturazione del mulino Alvino, a breve inizieranno i lavori per la costruzione della nuova mensa dei poveri e centro giovanile che riqualificherà l’area dell’ex Alsia in via Cererie e, ultimamente, cinquanta studenti della facoltà di architettura, sotto la guida delle docenti Ina Macaione(docente di Composizione architettonica), Laura Pavia, Chiara Rizzi (facoltà di Architettura- DICEM – Matera -Università di Basilicata) hanno realizzato ed allestito, nella galleria di piazza Mulino, una mostra di progetti riguardanti la sistemazione urbanistica e architettonica di un significativo percorso urbano denominato “La via del Carro”. Un percorso da tutti conosciuto che non necessita di ulteriori chiarimenti.
E’ una mostra che bisogna vedere! Questi studenti, sotto la sapiente guida dei loro docenti, hanno disegnato una sequenza di progetti di notevole interesse. Ho avuto modo di incontrarli all’università e posso affermare che sono bravi, preparati, motivati e ricchi di idee. Un patrimonio che non va perso e sottovalutato! Se, come sempre, e in ogni circostanza, si afferma, che i ragazzi sono il futuro, che bisogna ascoltarli e responsabilizzarli, è il momento
di dimostrarlo con i fatti.
Se continuiamo il nostro viaggio e scendiamo per via San Pardo, vediamo che da diversi giorni è in fase di demolizione l’immobile che per anni ha ospitato l’Istituto Industriale e che per anni è rimasto abbandonato.
Quale momento migliore per aprire una seria riflessione sul futuro del quartiere?
Ecco che il lavoro degli studenti della facoltà di architettura, sotto la guida dei loro docenti, non deve e non può restare una pura esercitazione, ma deve spingere la pubblica Amministrazione ad aprire una serio confronto per elaborare un serio Piano di Rigenerazione Urbana”, che definisca un disegno generale del nuovo assetto del rione partendo da un consistente decongestionamento volumetrico del quartiere, utilizzando le tecniche urbanistiche appropriate tecniche(compensazioni-perequazioni-premialità) e soprattutto,utilizzando il recente “Piano Periferie” finanziato dal Governo nazionale.
Se l’opportunità che ci viene data, dalla demolizione in corso, produrrà solo l’ennesima singola riqualificazione, senza guardare al contesto, vorrà solo significare, l’assoluta assenza di una volontà politica, che voglia affrontare seriamente una situazione che necessita di un serio e attento intervento, per creare una condizione dell’abitare che sia adeguata e sostenibile.
La città è diventata patrimonio dell’Unesco nel 1993 e Capitale Europea della Cultura 2019, due importanti riconoscimenti, ma stenta ad affermare una nuova cultura della pianificazione. Matera nei suoi organi di governo, resta ancorata ad una visione miope e sorda, alle tante sollecitazioni che chiedono da anni un cambio di rotta. Basta case, basta con ulteriori espansioni; affrontiamo il tema della riqualificazione, leghiamo i pezzi di città, rendiamoli migliori e più vivibili. Bisogna colmare il distacco tra il centro e le periferie.
Se nello “spazio aperto” alle spalle della chiesa di Piccianello cominciassimo ad osservare in esso più quello che sta venendo fuori, che quello che manca, senza riempirlo prontamente con nuovi edifici ed architetture, ma ci ragionassimo sopra, “tenendo nella dovuta considerazione le aspettative dell’impresa”, alla quale si chiederebbe un atteggiamento di responsabilità sociale nei confronti della città, avremmo sfruttato una occasione irripetibile. Non lasciamocela sfuggire.
In conclusione, valorizziamo il lavoro dell’Università (che con la facoltà di Architettura ha ricevuto un importante riconoscimento da una indagine del Censis) e degli studenti di tale corso di studi, che rappresentano un vero patrimonio di competenze e professionalità per la nostra città, con idee fresche, geniali e soprattutto realizzabili.
Queste richieste di confronto e di dibattito sul quartiere Piccianello verranno ascoltate dall’attuale Amministrazione Comunale o sarà l’ennesima occasione persa?
Possiamo sperare che gli interventi e le proposte sul quartiere Piccianello abbiano una risposta?