Con l’entrata invigore del D.Lgs. 75/2017 che prevede all’art. 20 procedure per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, il Comitato per la stabilizzazione dei precari della Regione Basilicata chiede maggiore chiarezza politica e una rigorosa applicazione delle norme. Di seguito la nota integrale inviata da Alfredo Morfini in rappresentanza del Comitato per la stabilizzazione dei precari della Regione Basilicata.
Il Comitato, che raccoglie più di 70 iscritti, avanza la richiesta di attivare subito un tavolo di concertazione anche alla luce dell’approvazione da parte del Consiglio regionale della legge n. 18 che, negli articoli 26 e 27, dispone rispettivamente la proroga dei contratti di assistenza tecnica al 30.09.2017 e una “valutazione” della Giunta Regionale circa l’avvio delle procedure di stabilizzazione ai sensi del citato art. 20 del D.Lgs. 75/2017.
“Apprezziamo molto l’attenzione e la sensibilità del Consiglio Regionale – dichiara Alfredo Morfini, presidente del Comitato per la stabilizzazione dei precari della Regione Basilicata – nell’accogliere la nostra istanza sebbene avessimo chiesto una proroga più lunga (6 mesi) e una norma di indirizzo politico più chiara e incisiva che non si prestasse a valutazioni discrezionali. Comunque un primo e importante passo è stato fatto”.
Adesso è fondamentale essere conseguenti ed istituire immediatamente il tavolo tecnico di concertazione tra Regione Basilicata – Rappresentanze sindacali (CGIL-CISL-UIL-USB) e Comitato. Tra gli impegni del Tavolo la definizione del “Piano Triennale dei Fabbisogni 2018-2020”, la “mappa del precariato regionale” per individuare i soggetti che hanno i requisiti stabiliti dal comma 1 e 2 dell’art. 20 del decreto, una ricognizione finanziaria che guardi ai prossimi anni e tenga conto del modificato turn-over.
Fermo restando le numerose perplessità e criticità della gara di esternalizzazione dei servizi di assistenza tecnica dei fondi UE più volte richiamati (diseconomicità, rischi di “cartello”, danno alle tante professionalità maturate), il Comitato ritiene che la norma vada rispettata ed applicata, nei tempi e nei modi che la Regione riterrà coerenti alle proprie politiche. Nessuno può essere lasciato per strada, soprattutto quando l’età media dei precari è alta (oltre 40 anni) e in un mercato del lavoro in cui il ricollocamento è estremamente complicato e si rischia di pagare un prezzo elevato in termini di disoccupazione.
Vogliamo che la Regione Basilicata sia madre e non matrigna e come Comitato vogliamo mettere al servizio di essa fior di professionisti legali che abbiamo consultato in questi anni e che si metterebbero a disposizione per tracciare un percorso equo e sostenibile dal punto di vista giuridico, finanziario e sociale. Ci si augura che tutto ciò possa avvenire. In caso contrario non si esiterà a far valere le proprie ragioni in altre sedi e con altri mezzi.
Lug 10