La rilevazione effettuata dalla società IPR per conto del Consiglio Regionale tra le emittenti radio preferite dai lucani per informarsi sulla Basilicata contiene elementi fortemente contradditori e inesattiche non ne garantiscono la piena ed efficacia completezza e tanto meno l’attendibilità. E’ il commento della società cooperativa Comunicare editore di Radiocolor e Radio Gamma con sede a Villa d’Agri. Su tutti: viene rilevata una radio – Radio 91 di Maratea – che risulta inattiva da almeno 5 anni; si fa confusione sulla denominazione di un’altra radio (Rete Sud Audio/Lattemiele), in quanto la syndacation Lattemiele viene ripetuta in Basilicata non solo dall’emittente presente nella rilevazione ma anche da altre; non è chiara l’identificazione di un’altra emittente Rpc che risulta addirittura sconosciuta anche agli stessi editori lucani; Radio Fantastica e Radio Cuore Basilicata sono inattive da alcuni anni; non si comprende perché non sono state rilevate altre emittenti che pure hanno un’audience nel bacino d’utenza regionale.
Per noi l’unica rilevazione ufficiale è quella condotta da RadioMonitor (Gfk) – che oltre a misurare gli ascolti di emittenti nazionali e locali, indaga anche il profilo degli ascoltatori, i luoghi di ascolto e i device utilizzati per ascoltare le radio, utilizza tecnologie avanzate per misurazioni sempre più affidabili -di cui forniamo i risultati che ci riguardano (Radiocolor) al primo semestre 2015. Tanto più che risulta particolarmente complicato distinguere tra ascolto radiofonico generalista e ascolto radiofonico informativo. In attesa di conoscere gli esiti delle prime rilevazioni d’ascolto aggiornate condotte dal Tavolo Editori Radiofonici (TER), la società che è succeduta ad Eurisko (Radio Monitor) nella realizzazione dell’indagine sulla fruizione del mezzo radiofonico in Italia, è il caso di evidenziare le metodologie adottate attingendo agli esiti dell’indagine conoscitiva condotta da Agcom (Del. Agcom 236/17/CONS), che ha duramente criticato il modello attuale.
L’Agcom, nella sua ricognizione, ha esaminato le esperienze in materia di attività di rilevazione dei contatti di una selezione di Stati membri ( Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna).
Lo scopo dello studio è stato quello di analizzare le modalità con cui le indagini sulle audience sono condotte in Europa, dal punto di vista sia dell’organizzazione e governance delle società realizzatrici, sia delle metodologie e tecniche adottate. Ciò ha consentito infatti di operare, per quanto possibile, un confronto con il contesto nazionale, al fine anche di ricavare utili informazioni da eventuali sperimentazioni condotte all’estero – ad esempio, in termini di tecnologie di indagine innovative – e valutare la possibilità di estendere interessanti nuove metodologie anche al panorama nazionale. Anche per la rilevazione della lettura e della diffusione dei contenuti editoriali sono utilizzate tecniche di tipo attivo, basate per lo più sulla conduzione di interviste personali o via web. Insomma, nell’era della profilazione estrema, l’audience radiofonica viene ancora misurata con la preistorica metodologia CATI (Computer Assisted Telephone Interview), che consiste in un software che, in maniera automatizzata, segue e supporta l’intervistatore durante la ricerca (a video gli compaiono le domande di cui si compone il questionario, seguite dall’elenco delle possibili risposte che l’intervistato può fornire).
Ciò mentre, nel resto del mondo, appositi software installati su smartphone che fungono da meter sono impiegati per fornire ad emittenti ed investitori un’indagine ancorata su criteri di scientificità che possono restituire dati attendibili, tempestivi e, soprattutto, al riparo da inquinamenti economici.
Torniamo pertanto sul controverso problema delle rilevazioni dell’ascolto radiofonico, in particolare in relazione alla necessità di introdurre anche in Italia lo strumento del meter, considerato che nel 2017 non è evidentemente pensabile di continuare ad effettuare valutazioni con l’antiquato metodo CATI (cfr. anche osservazioni Agcom).Non a caso la richiesta numero uno degli operatori della pubblicità è la precisione. I sistemi di rilevazione per la diffusione digitale, sia questa on-line oppure in streaming, forniscono dati molto accurati, ben dettagliati. In effetti essi possono monitorare i device; è possibile rilevare quando un utente si collega a un server, quando preme click per una scelta, ecc. Si tratta di una precisione che ovviamente è ampiamente superiore a quella della rilevazione Radiofonica sia con la metodologia dei diari che con quella telefonica, entrambe basate sul ricordo. Inoltre e sempre verso gli operatori della pubblicità giunge gradita la maggiore velocità di aggiornamento dei dati che è offerto dalla rilevazione con il meter. Non crediamo che la Radio abbia bisogno di dati giornalieri, ma offrire un’occhiata a quelli settimanali (specie a cura dei responsabili editoriali) e uno studio accurato di quelli mensili ai clienti pubblicitari sia certamente doveroso. Un tema poi fondamentale è quello di offrire precisione nella rilevazione dell’audio della Radio sulle diverse piattaforme.