Eustachio Nicoletti, segretario Cgil Matera, ha inviato alla nostra redazione il documento elaborato dalla Cgil di Matera in merito alla tratta ferroviaria Ferrandina – Matera presentato al Ministro Delrio in occasione del suo incontro a Matera nell’incontro promosso all’Auditorium Gervasio martedì 11 luglio. Di seguito il documento integrale.
Il dibattito della tratta ferroviaria Ferrandina – Matera è una vecchia storia. Una storia che comincia nell’Ottocento all’indomani dell’Unità d’Italia, nel 1879 e attraversa tutti i periodi succedutisi fino ai nostri giorni.
Tutti i tentativi di dotare l’unico capoluogo di provincia italiana ancora non servito dal trasporto ferroviario nazionale sono clamorosamente falliti compreso l’ultimo riferito al periodo 1981-1996.
La tratta fu progettata e completata in tutte le opere infrastrutturali, comprese una nuova galleria e la stazione impiegando 350 miliardi di vecchie lire. Mancava solo l’allestimento dei binari e altre opere complementari. Il fallimento di due consorzi di imprese determinarono la sospensione dei lavori e l’abbandono dell’opera al degrado.
Nel 2006, gli 80 milioni di Euro stanziati per il completamento della tratta e la sua entrata in funzione durante una campagna elettorale, l’allora ministro Pecoraro Scanio furono sottratti a Matera per il completamento di altre opere – si disse – più urgenti.
Eliminando immediatamente ogni equivoco. Siamo convinti che la città di Matera, Capitale europea della cultura 2019, debba risolvere definitivamente i ritardi dei collegamenti viari e ferroviari che le permettano di allacciarsi sulle direttrici veloci adriatica e tirrenica.
Come raggiungere Matera rappresenta una priorità imprescindibile perché continua ad essere una città difficilmente raggiungibile.
E’ urgente adottare soluzioni realizzabili nel breve periodo, che mettano in collegamento Matera con la stazione centrale di Bari e con gli aeroporti di Bari e di Brindisi mentre nel lungo periodo necessitano progetti più importanti per far uscire definitivamente la città dall’isolamento.
E’ indispensabile impiegare le risorse per rendere operativo le indicazioni approvate nel piano dei trasporti regionale per un efficiente e veloce servizio di trasporto pubblico da/per la stazione Bari Centrale ed aeroporti pugliesi supportata da una informazione dedicata e puntuale in rete, ancora estremamente lacunose.
E’ necessario che, sul versante lucano della tratta FAL – Altamura – Bari, si provveda alla copertura finanziaria per il raddoppio selettivo del binario per consentire di ridurre le percorrenze (sotto l’ora) tenendo presente che la Regione Puglia ha già messo in opera interventi nel tratto FAL Bari – Altamura.
Ad oggi, infatti, gli unici collegamenti certi sono rappresentati dalla doppia corsia stradale Matera – Bari – Palese e dall’asse bradanico che è in via di completamento.
Non si hanno notizie certe sulla tempistica e sulla realizzazione dell’asse stradale Matera – Gioia del Colle (dovremmo essere ancora agli studi di fattibilità) perché mancano gli stanziamenti nonostante la delibera CIPE 130/2006; silenzio assoluto poi sulla risoluzione delle difficoltà di percorrenza della Basentana.
Per quanto riguarda il collegamento ferroviario Ferrandina – Matera, il fallimento di tutti i tentativi di dotare la città di Matera del servizio di trasporto ferroviario nazionale dovrebbe indurre a riflessione sul perché nel lungo percorso durato un secolo e mezzo la realizzazione dei collegamenti su strada ferrata sono clamorosamente falliti.
Molte possono essere le risposte legate a fattori politici, economici e di compatibilità.
Sicuramente aver affrontato il collegamento ferroviario Ferrandina – Matera fuori da una programmazione del sistema ferroviario meridionale ed in particolare della Basilicata rappresenta l’aspetto determinante che maggiormente ha inciso sul fallimento dei numerosi tentativi per dotare Matera del collegamento ferroviario nazionale.
Le perplessità sono tutte all’interno di un approccio che continua ad essere per compartimenti stagni dove il tratto Ferrandina – Matera si realizzerebbe all’interno di una inadeguata rete infrastrutturale su ferro nel Sud Italia, con un piano di dimensionamento predisposto da Ferrovie dello Stato italiano che prevede una riduzione dei collegamenti interni e l’assenza di progetti che permettano l’accessibilità ai centri del Meridione attraverso il trasporto ferroviario.
La fotografia è rappresentata da un sistema ferroviario in Basilicata, nel tratto Salerno – Potenza , Potenza – Foggia e Taranto – Salerno, assolutamente inadeguato e privo di standard minimi. Disservizi quotidiani si riscontrano anche sulla linea ionica Reggio Calabria-Taranto che, a causa del taglio di 20 milioni di euro della regione Calabria, a partire dalla metà del 2014 ha visto la soppressione di ben 26 treni regionali solo sulla linea Jonica tra Reggio Calabria e Metaponto e tra Catanzaro Lido e Lamezia, con un conseguente enorme disagio per la costa ionica lucana.
Quindi, il collegamento della “Capitale europea della cultura 2019” alla rete ferroviaria nazionale con i treni veloci non possono rappresentare solo una enunciazione estemporanea ma devono rientrare all’interno di una programmazione che permetta di inserire la Ferrandina – Matera all’interno di un piano di fattibilità credibile e indiscutibile da un punto di vista finanziario e politico.
Non è accettabile che mentre il Governo nazionale, su sollecitazione di alcuni parlamentari territoriali, propone il finanziamento della Ferrandina – Matera, nel patto per la Basilicata, siglato il 2 maggio 2016 a Matera con il presidente della regione, Marcello Pittella, non è stata prevista nessuna spesa per il collegamento ferroviario al sistema nazionale di alta velocità.
In Basilicata i servizi ferroviari sono affidati direttamente, oltre che a Trenitalia, alle Ferrovie Appulo Lucane e la regione paga all’azienda Ferrovie dello Stato italiane 27 milioni di euro all’anno per il contratto di servizio chilometrico, mentre la Rete Ferroviaria Italiana, dopo aver manifestato la volontà di procedere al completamento della tratta Matera-Ferrandina (contratto di programma RFI 2012-2016) con uno stanziamento previsto di 165 milioni di euro, di cui 45 già in cassa, decurta gli stessi di 80 milioni di euro.
Il completamento della tratta Ferrandina-Matera se deve rappresentare un’opera strategica che toglie Matera dal gap infrastrutturale e dall’isolamento e consente di recuperare un ruolo di forte attrazione per l’hinterland (rapido congiungimento con la Valle del Basento, area produttiva e industriale, qualificazione e potenziamento della logistica e i dei rapporti commerciali con la Puglia) deve prevedere il recupero del collegamento con l’asse ferroviario adriatico al alta intensità, il potenziamento del servizio ferroviario e la velocizzazione della linea Taranto-Potenza-Salerno, in vista dell’esigenza di collegare Matera “Capitale europea della cultura 2019” con il resto del Paese.
Infine, è determinate che il fabbisogno finanziario per il completamento della Ferrandina – Matera, pari a 220 milioni (di cui 45 già stanziati) di cui 180 mln per l’aggiornamento del vecchio progetto a nuove normative e adeguamento della sicurezza in galleria; 10 mln per l’elettrificazione della linea (non prevista nel precedente progetto); 30 mln per la realizzazione della bretella di collegamento a Ferrandina (direzione Potenza), siano certificate e disponibili immediatamente e programmato secondo un crono programma certo affinchè l’opera trovi una operatività concreta.
Pertanto la scrivente ritiene che la tratta ferroviaria Ferrandina – Matera, per rappresentare un’opera strategica in grado di eliminare lo storico isolamento e rilanciare le attività produttive, economiche e sociali, è indispensabile:
• verificare la fattività progettuale del completamento della tratta ferroviaria e la relativa certificazione della copertura finanziaria;
• approntare il crono programma che fissi i tempi della realizzazione dell’opera nel rispetto degli stadi di avanzamento;
• inserire il tratto ferroviario all’interno di una programmazione del piano dei trasporti nazionale che qualifichi il sistema ferroviario di Basilicata ed in particolare la tratta Taranto – Salerno; prevedere il prolungamento del collegamento dell’asse ferroviario al versante adriatico.