Giovedì 13 luglio 2017 alle ore 19 presso il Museo di Palazzo Lanfranchi a Matera è in programma l’inaugurazione della mostra “Scherzetto. Quadri di Domenico Ventura”, che resterà visitabile per tutta la stagione estiva. All’inaugurazione interverranno la direttrice del Polo Museale Marta Ragozzino, il direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019 Paolo Verri, l’artista Domenico Ventura, rappresentanti delle istituzioni locali.
Un pensiero diverso affiora tra le opere del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna di Palazzo Lanfranchi. In ogni sala si affaccia un ospite che dialoga con gli affreschi, le sculture lignee, le antiche tavole e le preziose tele conservate e esposte nel museo. Un filo ironico, sottile ma deciso, talvolta scandaloso, cuce il percorso espositivo del museo partendo dalle sale del collezionismo, dove è stata appena inaugurata la grande mostra dell’estate, Mediterraneo in chiaroscuro.
Tre capolavori della collezione d’Errico, solitamente esposti nella Galleria di Camillo, dialogano con i dipinti provenienti dal MUZA di Malta e dalla Galleria Nazionale di Palazzo Barberini nelle stanze della mostra Mediterraneo in chiaroscuro. Al loro posto, invece del consueto vuoto, o di una fotografia che rimanda, come sempre avviene, alla mostra in corso (in questo caso nella sala accanto), affiora lo scherzetto di Domenico Ventura (Altamura, 1942).
Dal riquadro nero che segnala l’assenza dell’opera grande maestro del passato (Ribera, Falcone e De Mura), ecco la presenza dello sguardo di oggi: il maestro di Altamura che mette in processo la realtà con la sua pittura al contempo icastica e onirica, che irride e spiazza, talvolta turbando. Pittura-pittura, con la tecnica del passato, che crea quel cortocircuito attivo che solo l’arte può innescare, costringendoci a pensare, dietro al godimento estetico.
Per questo, per pensare godendo dell’arte e della cultura, la mostra presenta una selezione di quadri di Ventura, scelti per accompagnare il visitatore in un viaggio diverso, da scoprire o meglio “svelare” seguendo il percorso espositivo, attraversando le sale, riavvolgendo un filo metaforico che sconfina nel perturbante.
Quindici tele di piccolo formato da guardare senza pregiudizi, che richiamano lo scherzetto alla base della ricerca dell’artista, che guarda (sempre) la realtà e la ricompone grazie ad un immaginario libero.