L’Organizzazione Interprofessionale (OI) della carne bovina italiana che segna la più grande realtà di filiera della carne è stata presentata dal presidente nazionale della Cia Dino Scanavino in un’assemblea che si è tenuta a Potenza con la presenza di dirigenti della Cia di Basilicata, Calabria, Campania e Puglia. Gli obiettivi dell’iniziativa, in sintesi: delineare una strategia nazionale condivisa; facilitare le relazioni economiche tra i diversi attori della filiera; favorire la creazione di valore e la sua equa distribuzione lungo la filiera; svolgere varie azioni per la trasparenza del mercato, la sua qualificazione, la promozione al consumo interno ed esterno, la committenza organizzata con il mondo della ricerca.Per dare valore alla organizzazione interprofessionale a Potenza si è parlato anche del progetto di filiera zootecnica italiana che sarà presentato al Ministero nei prossimi mesi con il contributo fondamentale della Siciliani SpA la più importante azienda della industria di macellazione del sud-Italia”
“Il settore della carne bovina – ha evidenziato il presidente Scanavino – è strategico per il nostro Paese, con oltre un terzo dei 10 miliardi di fatturato complessivo del settore e garantisce lavoro a più di 80 mila addetti. Il comparto è in difficoltà per la forte contrazione della domanda, negli ultimi dieci anni ha registrato un crollo pro capite superiore al 30%, anche in presenza di persistenti campagne mediatiche che alimentano una moda anti-carne. La nostra “OI” -ha continuato- rappresenta un deciso salto di qualità rispetto alle esperienze abbozzate nel passato, con una visione strategica ed una cultura economica nuova, adeguata alle sfide del mercato attuale ed alle mutevoli esigenze dei consumatori. Ci vogliono politiche di accompagnamento. Noi – ha aggiunto il presidente della Cia – facciamo la parte degli imprenditori ma se il progetto diventa di interesse nazionale e territoriale e se la politica ci dà una mano è più facile raggiungere l’obiettivo. Da parte nostra abbiamo presentato un progetto di filiera al Ministero per l’avvio di questo percorso finalizzato alla produzione del vitello italiano da carne. Siamo in attesa che i bandi si aprano per potere presentare un progetto che prevede anche un intervento sulle strutture che valorizzi il lavoro di tutti i produttori agricoli della filiera, cosa che accade sempre più raramente”.
Tante le attese ed aspettative anche al Sud. L’economia delle aree interne e montane – hanno sottolineato i dirigenti della Cia delle regioni meridionali – si basa prevalentemente sul comparto agrozootecnico. La creazione di una filiera italiana della zootecnia da carne, ma anche di altri comparti, capace di fornire maggiori garanzie al consumatore e capace di garantire contestualmente una più dignitosa redditività alle aziende consentirebbe anche di continuare a presidiare territori ad alto rischio di spopolamento.In particolare l’attenzione è rivolta allo strumento dell’etichetta necessario per la trasparenza e la tracciabilità degli alimenti, ribadendo però come servano seri piani di filiera per una vera tutela e valorizzazione del Made in Italy.Occorre pertanto insistere sulla qualità, i controlli sull’intera filiera allevamenti-mattatoi-macellerie-aziende di trasformazione-supermercati”.