Gianni Leggieri, consigliere regionale M5s: “La mia risposta alla dirigenza del San Carlo, bisogna sempre ascoltare chi lavora in prima linea”. Di seguito la nota integrale.
La mia segnalazione sullo stato di agitazione del personale medico-infermieristico del San Carlo era giusta e doverosa.
Lo stesso non si può dire riguardo al riscontro frettoloso ma rassicurante del direttore sanitario e del capo di dipartimento chirurgico, Dott. Romeo su quanto da me denunciato precedentemente agli organi di stampa. Un intervento a dir poco inopportuno in quanto l’interrogazione sullo stato di agitazione del personale sanitario è rivolta al Presidente Marcello Pittella, nonché all’Assessore al Dipartimento Sanità, Flavia Franconi e non all’azienda sanitaria del San Carlo.
Tra l’altro, nell’interrogazione si chiede se vi fossero i presupposti per una visita ispettiva presso la sede del San Carlo, quindi, eventuali risposte dell’azienda sarebbero state più opportune in tale eventuale sede.
Entrando poi nel merito, mi sento di osservare che le suddette risposte sono rassicuranti in perfetto stile renziano, smentite, tra l’altro, dai lavoratori che prestano servizio nelle sale operatorie e dalle organizzazioni sindacali del comparto e degli anestesisti che hanno evidenziato nuovamente la pericolosità per pazienti e personale delle nuove disposizioni dirigenziali.
Disposizioni che vogliono la guardia DEA (la guardia di anestesisti e infermieri per l’emergenza-urgenza) impegnata nelle ore diurne, dal lunedì al venerdì, nelle sale operatorie per gli interventi programmati
Una situazione che non garantisce il livello di sicurezza necessario all’interno delle sale operatorie.
Inoltre, le rassicurazioni non hanno sortito l’effetto sperato tant’è che dall’ultimo comunicato dell’Unione Sindacale di Base, si apprende che gli annunci della dirigenza comunicati dinanzi al Prefetto di Potenza durante il tentativo di conciliazione e che hanno portato alla cessazione dello stato di agitazione, sono stati smentiti successivamente nei fatti.
La revoca dello stato di agitazione è stato reso possibile solo dopo aver concordato che gli infermieri potevano essere impegnati solo per quei lavori che possono essere sospesi senza creare disservizio, mentre, riguardo agli anestesisti, questi non potevano effettuare visite ambulatoriali, dato che le improvvise emergenze possono sospendere le visite creando forti disagi per i pazienti e le loro famiglie, che il più delle volte arrivano da fuori città. Riguardo a questi, dunque, è stato disposto la possibilità di effettuare visite per i soli pazienti ricoverati.
Se non saranno mantenuti tali impegni, il personale sanitario interessato ha già dichiarato di essere pronto alla proclamazione di un nuovo stato di agitazione,.
A questo punto, in risposta alla nota della dirigenza dell’azienda ospedaliera di Potenza, chiediamo con forza al Presidente Pittella e all’assessore alla Sanità, Franconi, di rispondere con urgenza ai quesiti posti nell’interrogazione protocollata il 7 luglio, nella quale si chiede soprattutto di valutare se effettivamente si sia abbassato il livello di sicurezza per pazienti e addetti ai lavori a seguito delle disposizioni dirigenziali che hanno creato malumori tra chi è in prima linea nell’emergenza-urgenza.