Tre pugliesi e un lucano sono coinvolti nell’inchiesta condotta dai Carabinieri sulle presunte mazzette negli appalti pubblici per la ricostruzione post terremoto a L’Aquila. Ai domiciliari sono finiti Vito Giuseppe Giustino, presidente del Cda dell’Internazionale di Altamura, il geometra della medesima società cooperativa, Leonardo Santoro di Avigliano, l’imprenditore altamurano Antonio Loiudice amministratore unico della Edilco e suo figlio Graziantonio. La Edilco ha acquisito a Matera l’appalto per la riqualificazione delle strade del centro storico di Matera, in particolare via delle Beccherie, piazza Sedile, via San Francesco e via del Corso.
I provvedimenti sono stati richiesti dal procuratore Michele Renzo e dal sostituto Antonietta Picardi, titolari del fascicolo, e concessi dal giudice per le indagini preliminari Giuseppe Romano Gargarella mentre le misure cautelari sono state firmate dal gip del tribunale dell’Aquila, Giuseppe Romano Garganella. Agli arresti domiciliari ci sono altre sette pesone mentre ad altre cinque persone è stato imposto il divieto di esercitare per due mesi l’attività professionale, tra questi i pugliesi Michele Fuzio di Bari, Domenico Pazienza di Bitonto, e Michele Buzzeriodi Taranto, tutti progettisti dell’Internazionale dei lavori al Teatro comunale.
Complessivamente sono 35 le persone indagate tra imprenditori, professionisti e funzionari mentre sono dodici i cantieri, tutti aperti nell’Aquilano, finiti sotto la lente di ingrandimento della procura: chiesa di Santa Maria del Ponte a Tione; chiesa di San Domenico a Sulmona; chiesa di San Salvatore a Civitaretenga; la Badia di Sulmona; il teatro comunale dell’Aquila; Mura Urbiche dell’Aquila; Porta Branconia all’Aquila; chiesa di San Biagio a Cappadocia; torre medicea di Santo Stefano di Sessanio; chiesa di San Sisto all’Aquila.
I PARTICOLARI DELL’INCHIESTA
Appalti pubblici aggiudicati a imprese “amiche” con ribassi d’asta cospicui, poi, con le somme recuperate in questione, varianti in corso d’opera affidate direttamente: procedure per le quali le ditte elargivano danaro ai funzionari infedeli che ottenevano anche incarichi per parenti e amici. È il contesto che emerge dalla nuova inchiesta su presunte mazzette nella ricostruzione post terremoto dell’Aquila: 10 arresti ai domiciliari, 5 interdizioni, in totale 35 indagati. Complessivamente sono 12 le gare finite nel mirino relative a interventi di restauro su edifici di interesse storico-culturale.
L’intercetazione. Anche il terremoto del Centro Italia del 2016, come quello dell’Aquila 7 anni prima, con Francesco Piscicelli, fa registrare un imprenditore che ride: si tratta di Vito Giuseppe Giustino, 65enne di Altamura (Bari), presidente del Cda della società cooperativa l’Internazionale, intercettato nella nuova inchiesta della procura dell’Aquila su presunte mazzette nella ricostruzione pubblica. Nell’ordinanza il Gip scrive: “Ride”. L’uomo, ai domiciliari, annuisce e ride parlando delle future commesse, in particolare ad Amatrice. Giustino sta al telefono con il geometra della sua stessa ditta, Leonardo Santoro, anche lui ai domiciliari. Santoro – si legge nell’ ordinanza – gli racconta quello che ha detto a Lionello Piccinini, dipendente del Mibact Abruzzo, a sua volta ai domiciliari, dopo il terremoto di Amatrice: «Se ti posso essere utile, voi fate l’elenco, mò dovete fare uno screening dei beni sotto vostra tutela: se vi serve qualcosa per i puntellamenti, via dicendo, noi siamo a disposizione», racconta Santoro a Giustino, che ride più volte. «Siamo strutturati, abbiamo una struttura potentissima e abbiamo bisogno di fare qualcosa per tenerci attivi. Abbiamo chiuso un pò di cantieri e abbiamo diciamo una cinquantina di unità lavorative che non so dove c…o mandarle». Come si legge nelle 183 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Giuseppe Romano Gargarella, dopo le nuove scosse di terremoto «gli imprenditori monitorati da questo ufficio, tra i quali hanno assunto un comportamento particolarmente cinico i rappresentanti della società l’ Internazionale, hanno cercato nuovi incarichi, grazie ai rapporti diretti con i pubblici funzionari». Santoro, riassume il Gip, spiegava al suo datore di lavoro «che presso il Mibact era stata creata un’unità di crisi per valutare i danni ai beni architettonici. Giustino, sentite le parole del Santoro – prosegue Gargarella – ha riso in maniera beffarda della nuova situazione venutasi a creare, in quanto per l’impresa il nuovo sisma non avrebbe potuto che portare nuovi introiti, tanto più se l’appoggio di Piccinini e Marchetti (altri due arrestati, ndr), funzionari del Mibact e inseriti nell’unità di crisi, non sarebbe venuto meno».
Le persone arrestate e gli interdetti. Le dieci persone ai domiciliari sono: Lionello Piccinini, 61 dell’Aquila, geometra del segretariato Mibact, Antonio Zavarella (55) di Sulmona (L’Aquila), presidente della commissione di collaudo del Teatro comunale, Berardino Di Vincenzo (64) dell’Aquila, ex segretario regionale Mibact ora in pensione, Marcello Marchetti (64) dell’Aquila, architetto del segretariato Mibact, Mauro Lancia (59) di Pesaro Urbino, contitolare della Lancia Srl, Giampiero Fracassa (44), direttore tecnico della Fracassa Rinaldo Srl di Teramo, Vito Giuseppe Giustino (65) di Altamura (Bari), presidente del Cda della società cooperativa l’Internazionale con sede ad Altamura, Antonio Loiudice (60) di Altamura, amministratore unico della Edilco Altamura, Graziantonio Loiudice (25) di Bari, suo figlio, e Leonardo Santoro (40) di Avigliano (Potenza), geometra dell’Internazionale. Per cinque persone c’è il divieto di esercitare per due mesi l’attività professionale: si tratta di Giancarlo Di Vincenzo (35) dell’Aquila, architetto figlio di Berardino, Alessandra Del Cane (30), di Teramo, Michele Fuzio (51) di Bari, progettista dell’Internazionale dei lavori al Teatro comunale, Domenico Pazienza (65) di Bitonto (Bari), progettista dell’Internazionale dei lavori al Teatro comunale, e Michele Buzzerio (65) di Taranto, progettista dell’Internazionale dei lavori al Teatro comunale.
Le persone indagate: Valerio Agostinelli, 29 anni, Sassoferrato (Ancona), geometra dell’impresa Lancia srl; Italo Albani, 68 anni, L’Aquila, co-titolare della ditta Soalco srl; Giancarlo Boscaino, 51 anni, Foglianise (Benevento), geologo; Claudia Castagnoli, 45 anni, Campobasso, dipendente Mibact; Fabio Cacciari, 46 anni L’Aquila, architetto, direttore tecnico Atec srl; Gianfranco D’Alò, 62 anni, Lucoli (L’Aquila), architetto, dipendente Soprintendenza; Aldino Del Cane, 66 anni, Cermignano (Teramo); Franco De Vitis, 64 anni, Ocre (L’Aquila), architetto, dipendente Soprintendenza; Federica Di Vincenzo, 37 anni, L’Aquila; Claudio Finarelli, 65 anni, Chieti, architetto, dipendente Mibact; Giuseppe Liberati detto Pippi, 66 anni, Tagliacozzo, architetto dipendente Soprintendenza; Gianluca Marcantonio, 46 anni, Pescara; Pasquale Marenna, 51 anni, Telese (Benevento); Francesco Montazzoli, 34 anni, Popoli; Berardino Olivieri, 61 anni, Sulmona, architetto dipendente Soprintendenza; Ernesto Penzi, 38 anni, Maddaloni (Caserta) procuratore dell’impresa Penzi spa;
Aldo Giorgio Pezzi, 47 anni, Pescara, architetto dipendente Soprintendenza Emilia Romagna; Lucio Piccinini, 49 anni, L’Aquila, co-titolare Atec srl; Vladimiro Placidi, 61 anni, L’Aquila, ex assessore comunale con delega alla ricostruzione dei beni culturali; Giuseppe Rossi, 65 anni, L’Aquila, dipendente Mibact.
Sono dodici i cantieri, tutti nell’Aquilano, finiti sotto la lente di ingrandimento della procura: chiesa di Santa Maria del Ponte a Tione; chiesa di San Domenico a Sulmona; chiesa di San Salvatore a Civitaretenga; la Badia di Sulmona; il teatro comunale dell’Aquila; Mura Urbiche dell’Aquila; Porta Branconia all’Aquila; chiesa di San Biagio a Cappadocia; torre medicea di Santo Stefano di Sessanio; chiesa di San Sisto all’Aquila.