Una giornata memorabile per il Conservatorio di Matera e per il chitarrista dei Pooh, Dodi Battaglia. Nel corso di una cerimonia promossa all’interno del Conservatorio Duni di Matera è stato consegnato a Donato “Dodi” Battaglia il diploma accademico Honoris Causa di secondo livello in “Chitarra elettrica – Dipartimento di nuovi linguaggi e nuove tecnologie”. Si tratta di un avvenimento storico per il mondo accademico e musicale perchè per la prima volta è un artista italiano a ricevere questo riconoscimento per la propria attività da musicista. Dopo Lauree ad honorem conferite già in passato ad artisti musicali per i contenuti delle loro opere o per la loro capacità comunicativa (tre questi anche Jovanotti), per la prima volta questa prestigiosa onorificenza è stata assegnata ad un chitarrista per la sua attività da musicista. Sono intervenuti per i saluti il direttore e il presidente del Conservatorio, Piero Romano e Arnaldo Greca, il rettore dell’Università degli Studi di Bari, Antonio Felice Uricchio, che ha ricordato di aver cominciato i primi studi in ambito musicale proprio nel Conservatorio di Matera, il pro Rettore dell’Unibas, Michele Perniola, il vice sindaco di Matera Nicola Trombetta, il presidente della Provincia di Matera, Francesco De Giacomo, il ottosegretaio MIUR Vito De Filippo e il consigliere regionale Nicola Benedetto. Particolarmente apprezzata la laudatio dedicata a Dodi Battaglia di Federico Vacalebre, redattore e critico musicale presso il quotidiano “Il Mattino” e applausi a scena aperta con standing ovation per la Lectio magistralis di Donato in arte Dodi Battaglia, pronto a sottolinare il valore culturale di questo riconoscimento per il Conservatorio di Matera e per la crescita della musica popolare nel nostro Paese: “Oggi noto con piacere la presenza di fans che sono arrivati da Vicenza, da Milano e dall’Umbria. E’ un momento epocale perchè abbiamo sfondato un muro e si avverte un nuovo modo di fare istruzione. Il merito è delle persone che hanno creduto nella forza della musica pop e io sono solamente un pretesto perchè questo processo possa proseguire negli anni. Particolarmente atteso il mini-live di Dodi Battaglia, che ha dimostrato ancora una volta la sua versatilità e il suo talento eseguendo alcuni dei successi dei Pooh alla chitarra elettrica o classica. “Parsifal”, “Primavera a New York”, “Vale” dedicata al suo fratello maggiore e paroliere Valerio Negrini, prematuramente scomparso, “Treno per il mare”, “Dove comincia il sole” e tre composizioni portate al successo da Vasco Rossi: Una canzone per te, Toffie, Va bene così. Tanta voglia di lei e Piccola Ketty, eseguite con voce e chitarra, sono il preludio al momento topico della cerimonia, la consegna del diploma accademico Honoris Causa in “Chitarra elettrica – Dipartimento di nuovi linguaggi e nuove tecnologie” con tanto di corona d’alloro sul capo. Dodi Battaglia si è presentato al tavolo in cui erano già presenti il Presidente del Conservatorio Duni,Arnaldo Greca, il Direttore Piero Romano, entrambi componenti della commissione di benemerenza insieme ai consiglieri accademici Ciriaca Ambrosecchia, Carmine Catenazzo (vicedirettore), Mariella Fiamma, Piero Massa, Vito Soranno, Saverio Vizziello e Antonio Felice Uricchio, Rettore dell’Università degli Studi di Bari. Sul palco il Maestro Dodi Battaglia ha riservato una piacevole sorpresa: “Sono testimonia della chitarra Fender e ho il piacere di regalarne una al direttore Piero Romano, con tanto di dedica e un’altra al Conservatorio Duni di Matera, che consegno a Saverio Vizziello”. Un gesto particolarmente apprezzato dal pubblico che ha seguito con grande entusiasmo la sua performance. E per chiudere in bellezza per i suoi fans non può mancare un accenno di “Pensiero”, storico successo intramontabile dei Pooh.
Michele Capolupo
Diploma accademico honoris causa a “Dodi” Battaglia, l’intervento del consigliere regionale Nicola Benedetto
Benedetto: “il diploma accademico honoris causa che viene conferito a Dodi Battaglia è un ulteriore segno dell’attenzione che in Basilicata si riserva alla costruzione di nuove opportunità per i giovani”- Di seguito la nota integrale.
Per la prima volta un artista italiano ha ricevuto un riconoscimento per la propria attività come musicista. Nella Capitale Europea della Cultura 2019, lunedì sera all’auditorium Raffaele Gervasio, al chitarrista, cantante e compositore italiano Donato “Dodi” Battaglia è stato conferito, dal Conservatorio di Musica di Matera “Egidio Romualdo Duni”, il diploma accademico honoris causa di secondo livello in “Chitarra elettrica – dipartimento di nuovi linguaggi e nuove tecnologie”.
Alla cerimonia hanno preso parte anche il Sottosegretario di stato del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca Vito De Filippo che, richiamando la lunga carriera di Battaglia, ha offerto un ricordo personale di quando, da ragazzo, con un gruppo eseguiva cover dei Pooh e di come, allora, aveva dichiarato che “un giorno trascorrerò una serata con Dodi Battaglia”.
A porgere il saluto della Regione Basilicata è stato l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità Nicola Benedetto.
“La Regione Basilicata – ha detto l’assessore Benedetto – da sempre è attenta alla cultura musicale e in particolare alla musica pop. Dal 2007 la Regione, tramite il bando ‘Residenze Musicali’, offre corsi di formazione musicale ai giovani lucani al Centro Europeo di Tuscolano (Cet), la scuola diretta dal celebre autore musicale Mogol. Corsi che hanno dato l’opportunità a tanti giovani di accrescere le proprie competenze in campo musicale e, come avvenuto nel caso di Arisa, di affermarsi in questo settore. Il diploma accademico honoris causa che oggi a Matera viene conferito a Dodi Battaglia – ha proseguito l’assessore Benedetto – è un ulteriore segno dell’attenzione che in Basilicata si riserva alla costruzione di nuove opportunità per i giovani”.
Dodi Battaglia, nel prossimo futuro, parteciperà come “guest star” a incisioni musicali con gli allievi del Conservatorio di Matera. Il musicista ha dato anche la disponibilità a insegnare tecniche e segreti, imparati in 50 anni di carriera.
La cerimonia, in un affollato auditorium “Raffaele Gervasio”, si è conclusa con la lectio magistralis di Dodi Battaglia che ha fatto vibrare le corde della sua chitarra elettrica. Arpeggi e melodie che hanno suscitato applausi a scena aperta da parte del pubblico e della commissione, composta da direttore e docenti del conservatorio cittadino e dal rettore dell’Università di Bari, Antonio Felice Uricchio e dal prorettore dell’Università di Basilicata Michele Perniola. Introdotti dal critico musicale de “Il Mattino” Federico Vacalebre, Dodi Battaglia ha eseguito alcuni brani tratti dal repertorio dei Pooh e gli arpeggi creati per i primi successi di Vasco Rossi: “Una canzone per te”, “Va bene, va bene così” e “Toffee”.
La fotogallery della cerimonia di consegna a Dodi Battaglia del diploma accademico Honoris Causa di secondo livello in “Chitarra elettrica” (foto www.SassiLive.it)
Di seguito l’intervista rilasciata da Dodi Battaglia nella conferenza stampa convocata in mattinata nella sala Rota in via Duomo a Matera alla presenza del direttore del Conservatorio, Piero Romano.
“Mi sento come quando ho visto la prima chitarra con le stelline davanti, mi sento inebriato ed estasiato da questa gratificazione, da questa città e da questo riconoscimento che ricevo oggi da questo Conservatorio italiano e sono felice perchè rappresenta un momento storico della musica, in cui la musica sta cambiando, quella dei conservatori sta aprendo alla musica che ascoltiamo quotidianamente nelle radio. E’ una cosa molto bella perchè chi ha la passione per la musica riuscirà a fare della musica la propria professione. Ed è questo che volevo io da bambino”.
Un rapporto con Matera che continuerà? “Ho fatto una promessa al direttore del Conservatorio, dopo aver ringraziato la Commissione accademica che ha scelto me per questo riconoscimento importante. Vorrei ritornare a Matera per due ragioni. Ho fatto una passeggiata di sera e ho vissuto un’esperienza inebriante. C’ero stato da ragazzo quando abbiamo fatto concerti anche qui ma non ero riuscito ad apprezzare la bellezza di questo posto unico al mondo. Credo che sia un vanto immenso per noi italiani. Dobbiamo sbandierarla al mondo questa roba di una bellezza infinita e ci siamo ripromessi che ogni volta che il Direttore vorrà, visto che aprirà una sezione dedicata alla musica pop, io prenderò la mia chitarra non per fare un seminario ma per spiegare quello che è il mio approccio con la chitarra. Io non insegno ma credo si impara anche dal ragazzo che prende la chitarra per la prima volta e vuole imparare a suonare”.
Dodi Battaglia è noto per i suoi assoli incredibili con la chitarra, lo rivedremo così a Matera? “Io sono molto contento di rappresentare l’evoluzione della maniera di suonare la chitarra. Quando cominciavo a suonare con i Pooh c’erano due tre cosine che si imparavano a suonare con la chitarra, poi sono riuscito a sviluppare un “chitarrismo”, se mi consentite questo neologismo, perchè la musica è cambiata nel mondo e in Italia e spero di rappresentare una piccola parte di questo cambiamento in positivo”.
Progetti discografici in cantiere? “Nel 2018 il mio obiettivo sarà quello di festeggiare i miei 50 anni di attività in piazza Maggiore a Bologna con i miei amici bolognesi Morandi, Zucchero, Mingardi e i miei colleghi dei Pooh. In inverno sto pensando ad un tour con i brani dei Pooh che non abbiamo mai suonato dal vivo. Abbiamo inciso più di 300 canzoni e ci sono brani bellissimi che non abbiamo suonato perchè abbiamo fatto sempre quelle 40-50 canzoni. Ho intenzione anche di ripetere l’esperienza di qualche anno fa quando ho fatto un disco che ho chiamato “Da solo”, solo con un chitarra acustica e penso di fare un altro album chiamato “Da solo 2″ e poi ho intenzione di fare una cosa diametralmente opposta dedicata alla chitarra rock ma sono cose ancora in maniera embrionale”.
Durante la conferenza stampa Dodi Battaglia ha annunciato anche di aver assunto la vice presidenza della Nuova Imaie, una società simile alla Siae che è nata per tutelare i musicisti, perchè anche loro meritano un riconoscimento economico quando ci sono dei concerti.
Il direttore del Conservatorio Piero Romano ha annunciato che si sta lavorando per l’apertura di un nuovo Dipartimento dedicato alla musica pop e Dodi Battaglia sarà una indiscussa spalla con cui dialogare per impostare il nascente Dipartimento.
Michele Capolupo
Biografia di Dodi Battaglia
Donato “Dodi” Battaglia è nato a Bologna il 1° giugno 1951 ed ha quattro figli: Sara e Serena avute dall’americana Louise Van Buren, Daniele avuto da Loretta Lanfredi, Sofia avuta dalla moglie Paola Toeschi.
Proveniente da una famiglia di musicisti (il padre suonava il violino, un nonno il piano, uno zio la chitarra), Dodi riceve a 5 anni il suo primo strumento, una fisarmonica, e comincia ad andare a lezione imparando a leggere la musica ancor prima di imparare a leggere e scrivere. All’età di 13 anni, dopo quasi 9 anni di fisarmonica, esplode la passione per la chitarra elettrica, grazie alla scoperta degli Shadows, guidati dal chitarrista Hank Marvin, leggendario musicista idolo di chi in quegli anni cominciava a suonare la chitarra e citato come ispiratore da artisti come Eric Clapton, David Gilmour, Brian May, George Harrison, Mark Knopfler, Neil Young, Jeff Beck, Pete Townshend, e Ritchie Blackmore.
Accompagnato e consigliato dallo zio chitarrista, Dodi compra una chitarra classica ed inizia a prendere lezioni frequentando un corso collettivo presso cui, dopo solo quattro mesi, avvantaggiato dagli studi fatti per la fisarmonica, comincia a dare lezioni ad altri ragazzi, dimostrando una innata e non comune dimestichezza con lo strumento.
I primi passi nella musica e i Pooh
Da lì ad un anno comincia a suonare in vari gruppi dell’area bolognese, a partire dai Nobles passando per i Rigidi R&B ed approdare infine nei Judas. Il passo successivo è entrare a far parte dei Meteors, un’orchestra che aveva una discreta attività che la vede in un’occasione, con Dodi in formazione, ad aprire addirittura una serata in cui l’attrazione era Jimi Hendrix.
Notato da Valerio Negrini e Roby Facchinetti già da quando militava nei Nobles, gli viene chiesto quando ancora aveva 17 anni di entrare a far parte dei Pooh al posto di Mario Goretti, che avrebbe lasciato il gruppo dopo gli impegni dell’estate del 1968.
Entusiasta accetta; in quei primi anni i Pooh cavalcavano la scia del buon successo riscosso da “Piccola Katy” e Dodi, nonostante l’innata timidezza, aveva una ottima presenza scenica unita alla notevole maestria con lo strumento. Quasi da subito vengono scoperte anche le sue doti canore, portandolo ad esordire quasi immediatamente come voce solista in “Buonanotte Penny”, che comunque resterà un episodio isolato nel periodo Vedette. Quando il gruppo passa alla CBS e sotto l’egida del produttore Giancarlo Lucariello, questi lo convince a mettersi in gioco come cantante, facendogli interpretare il brano “Tanta voglia di lei”, il più grande successo del gruppo, rendendo quindi non solo la sua chitarra ma anche la sua voce elementi peculiari e caratterizzanti del suono dei Pooh.
I grandi successi, nonché pietre miliari della loro discografia, in cui la sua voce è ormai imprescindibile sono innumerevoli, da “Noi due nel mondo e nell’anima” a “Infiniti noi”, da “Parsifal” a “Dove sto domani”, da “Che vuoi che sia” a “Canterò per te”, primo singolo dei Pooh da lui firmato che attesta la sua crescita anche come autore. La sua attività come autore lo vede firmare anche canzoni per Riccardo Fogli, Irene Fargo, Mia Martini, Lena Biolcati, Lorella Cuccarini, Massimo Ranieri, Alice, Daniele Battaglia e Annalisa Minetti.
I premi
Come musicista Dodi annovera numerosi premi, fra cui nel 1981 quello conferitogli dal prestigioso giornale tedesco Die Zeitung come miglior chitarrista europeo, confermato nel 1986 da parte della rivista “Stern”. Poi per i due anni consecutivi anche la critica italiana, sebbene tardivamente, lo decreta miglior chitarrista italiano, il primo anno su tutti poi come chitarrista pop. Nel 1986 gli è stato conferito dal Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, il titolo di Cavaliere della Repubblica italiana. Grandissimo collezionista di chitarre (ne possiede circa cinquanta), si è visto dedicare due chitarre “signature”, rispettivamente dalla Fender e dalla Maton, che hanno realizzato dei modelli su sue specifiche indicazioni. La Fender ha prodotto nel 1997 la Fender Dodicaster, una signature model in edizione limitata su specifiche di Dodi. Dopo il prototipo (custodito nel museo di Guitar Ranch a Verona), la Fender ha realizzato due esemplari definitivi (recanti il nome “Dodi” al dodicesimo tasto) ed i rimanenti della serie. Caratterizzati dalla grande accuratezza della realizzazione, hanno il manico in acero monoblocco con verniciatura satinata, due pickup “single coil” ed un “humbucker” (splittabile con apposito comando) e ponte “Floyd Rose”. La Maton, dal suo canto, ha impiegato quasi due anni di studio e lavoro per realizzare la chitarra che ambiva offrire a Dodi un suono acustico originale, la EC J85 “Dodi Battaglia” prodotta nel 2000 in serie limitata.
Progetti da solista
Come solista, Dodi ha inciso due album. Il primo nel 1985, “Più in alto che c’è?!”, scritto interamente in compagnia del suo amico fraterno Valerio Negrini con la sola eccezione della title-track scritta con Vasco Rossi, che compare anche nel disco come ospite, bissato nel 2003 dall’album strumentale acustico “D’assolo”, ristampato nel 2012 con una bonus track dedicata all’amico e concittadino Lucio Dalla scomparso in quell’anno. Altra testimonianza su disco dell’attività di Dodi al di fuori dei Pooh è l’album “Walzer d’un blues” inciso dal supergruppo “Adelmo e i suoi Sorapis”, composto da Dodi, Zucchero, Maurizio Vandelli, Umbi dei Nomadi, Fio Zanotti e Michele Torpedine. Del 2015 è “Dov’è andata la musica”, inciso con Tommy Emmanuel. Tra le tante collaborazioni in ambito italiano, Dodi appare in lavori di Vasco Rossi (sua la chitarra nei brani “Una canzone per te”, “Va bene va bene” e “Toffee”), Al Di Meola, Tommy Emmanuel, Gino Paoli, Enrico Ruggeri, Raf, Gianluca Grignani, Mia Martini, Giorgio Faletti, Gianni Fiorellino, Alice, Capsicum Tree, Chitarre d’Italia, Delia Gualtiero, Irene Fargo, Lena Biolcati, Lorella Cuccarini, Massimo Ranieri, Riccardo Fogli. Dapprima appassionato di tango e walzer quando suonava la fisarmonica, Dodi in seguito ha orientato i suoi gusti musicali la musica italiana degli anni ’60 e vari artisti stranieri del periodo fra cui Shadows, Beatles, Jimi Hendrix, Chicago, Bee Gees e successivamente l’area prettamente fusion in cui spaziavano Chick Corea e Al Di Meola (da soli o con i Return To Forever) Pat Metheny e John McLaughlin, arrivando oggi ad essere comunque attento a quanto la scena musicale internazionale propone, ad esempio The Edge o Steve Lukather, a testimoniare la sua innata e viscerale passione per tutto quanto è chitarra. Modestamente e ironicamente lui si è sempre definito solo come “il più bravo chitarrista dei Pooh”.