L’artista materano Mario D’Imperio, vincitore del “Premio Natiolum 2016”, esporrà le sue opere dal 10 al 17 agosto nelle prestigiose sale del Bastione a Giovinazzo. La mostra, intitolata “In & Out”, si inserisce nel ricco cartellone della rassegna “Artestate”, a cura di Antonella Merra e di Maria Italia Zacheo, che si terrà dall’1 al 26 agosto. Nello stesso spazio espositivo si alterneranno personali e collettive di oltre 30 artisti che hanno ricevuto riconoscimenti prestigiosi in campo nazionale ed internazionale.
Mario D’Imperio, spaziando dalla pittura ad olio su tavola e ceramica a terzo fuoco, esprime volumetrie quasi pure, dove le figure diventano corpi solidi, superando la bidimensionalità imposta dalla tela. Nelle sue opere utilizza spesso la tecnica antichissima, da lui rivisitata, dell’encausto a freddo, dove la tavola dipinta viene trattata con cera d’api e con l’aggiunta di pigmenti, olii e acrilici. Nelle 22 opere esposte, dal titolo “Conversazione”, “Abbraccio con selfie”, “Paternità”, “Selfie di gruppo”, “Mater fecunda”, “Annunciazione della Vergine Maria con sms”, “Omaggio al cinema” e “Donna lucana” emerge uno sguardo ironico, divertito e compiaciuto sulla realtà quotidiana, su mode, tendenze e ossessioni della società contemporanea. Ne “La città d’acqua”, liberamente ispirato al documentario omonimo diretto da Emanuele Pecoraro e prodotto da Pierfrancesco Campanella per la “Mediterranea Productions”, le fontane assumono connotazioni quasi umane e dalle bocche sgorgano non solo cospicue cascate ma metafore del mondo d’oggi, dove si è troppo impegnati a parlare solo di se stessi, invece di ascoltare. Non mancano citazioni dettate dalla tradizione pittorica consolidata come il famosissimo “Ragazzo con canestra di frutta” di Caravaggio o “Satiro e ragazza” di Peter Paul Rubens, dove la lezione del cesto del Merisi è dissacratamente affrontata, dando volti alla frutta. Non più astruse interpretazioni, legate a mele, fichi, melograni e uva, come simboli cristologici di redenzione dal peccato originale ma goliardiche raffigurazioni e rimandi alle tante ceramiche e tavole realizzate in oltre trent’anni di carriera. Sono oltre cento le mostre cui l’artista lucano ha partecipato, riscuotendo sempre larghi consensi sia di pubblico che di critica. Nel 2000 ha realizzato 14 formelle in ceramica per il Santuario quattrocentesco di Pozzo Faceto a Fasano. Nel 2008 ha fondato il Circolo Culturale “Casa D’Imperio”, ospitando mostre ed eventi culturali, artistici e musicali di altissimo profilo nella casa di famiglia nei Sassi di Matera. Oltre a numerosi altri premi, è stato insignito nel 2012 dell’ambito “Premio Personalità Europea” in Campidoglio a Roma, durante la “Giornata d’Europa” e recentemente ha ricevuto a Porto Potenza Picena il “Premio Sant’Anna Speciale della critica”, nell’ambito di una collettiva, diretta dal critico d’arte Loredana Finicelli, all’interno dell’Art Gallery di Paola Zucchini.
Le sue opere, spesso utilizzate in lungometraggi e documentari, sono state raccolte e recensite nei cataloghi: “L’angelo e il giudizio. Opere 1999 – 2000” (Grafischena Fasano – 2000) Introduzione e versi di Rosa Maria Fusco; “Percorsi 1980 – 2002” con contributi critici di Rosa Maria Fusco, Antonio Lotierzo, Silvia Semerari e Sara Torquati; “Il rosso e l’arancio 2005 – 2007” (Cimer – 2007) e “Mario D’Imperio” (Lithos editrice – 2015) a cura di Emanuele Pecoraro, con contributi critici di Pierfrancesco Campanella, Loredana Finicelli e Beatrice Mastrorilli e versi di Aldo Bagnoni e Paolo Di Caprio.
“Artestate”, organizzata dalla “AM Art Gallery”, proporrà inoltre dall’1 all’8 agosto la personale degli artisti Lumetta e Borelli, dal titolo “Limits – No Limits”.
Fabrizio Borelli è impegnato da sempre nel campo della restituzione visiva della realtà. La costante ricerca e l’esperienza professionale maturata nel campo del cinema (ha lavorato con numerosi registi, tra i quali Ettore Scola, Andrei Tarkovskij, Luigi Comencini, Bruno Corbucci ed Ermanno Olmi) e della televisione, hanno arricchito la sua estrema sensibilità reportistica e la capacità di sintesi.
Con lui esporrà Lucia Caricone, in arte Lumetta, che si rifarà al titolo scelto per questa edizione di “Artestate”, “CAOS”, pensando all’idea della creazione come momento catartico. L’opera “in fieri” rappresenta proprio la nascita dell’opera con la forza e la profondità del suo messaggio. L’artista con le sue gigantesche ragnatele ci induce a pensare al limite e alle sfide dell’uomo. Lumetta, sempre tesa alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi e sfide tematiche, vanta riconoscimenti in ambito nazionale proponendosi al pubblico in veste sempre nuova ed accattivante.
Dal 19 al 26 agosto sarà la volta di Biagio Achille con “Before – After”.
Biagio Achille è un artista che predilige il linguaggio figurativo classico, con chiari e continui riferimenti ai grandi maestri. Nello studio dei volti riflette sentimenti, emozioni, nei quali ciascuno può ritrovarsi, ritrovando l’umanità intera. La sua collezione ci riporta indietro in un interessante confronto con il presente che nasce da un vissuto intenso e mai fine a se stesso. Molti i riconoscimenti della critica e del pubblico.
“Artestate” verrà inaugurata ufficialmente martedì 1 agosto. Nel corso della presentazione ufficiale di tutti gli artisti partecipanti, interverranno, oltre alle curatrici della rassegna, Antonella Merra e Maria Italia Zacheo, il Sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma e l’assessore alla cultura, Daniela Sala e avranno luogo la performance “L’uomo e il mare”, a cura di Carmine Mariella e l’omaggio musicale “E… dal caos”, a cura di Davide Cappiello.
La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta tutti i giorni dall’1 al 26 agosto, dal lunedì al venerdì dalle 20.00 alle 22.00 e il sabato e la domenica dalle 19.30 alle 23.00.