Martedì 1 agosto 2017 alle ore 20 in via Fiorentini si svolge il tradizionale appuntamento con la crapiata, il piatto tipico materano preparato da Ninuccio Festa.
La crapiata di Ninuccio Festa nel segno di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. E’ questo il senso importante legato alla 45^ edizione della crapiata di Matera, promossa davanti alla chiesa di Sant’Antonio Abate in via Fiorentini, nel cuore del Sasso Barisano.
Festa ricorda che saranno messi a cuocere due quintali di legumi secchi per produrre circa quattro quintali di crapiata, preparata con fave, fagioli borlotti, ceci, cicerchie, lenticchie, grano. “Per il quarantacinquesimo anno consecutivo si rinnova una tradizione che ho avviato nei Sassi di Matera, presso il luogo in cui sono nato. E’ un omaggio che faccio alla mia città perché questa tradizione possa continuare e venga estesa anche ai comuni pugliesi perché Matera possa diventare la città di riferimento per una usanza contadina che ha sempre creato tanta partecipazione. Colgo l’occasione per estendere l’invito al sindaco Raffello De Ruggieri quale primo cittadino materano”.
Ninuccio Festa insieme ai suoi collaboratori ogni anno rinnova il tradizionale appuntamento offrendo un piatto di crapiata e un bicchiere di vino per rievocare il rito dei contadini, che nella serata del 1° agosto ringraziavano il cielo per aver garantito una produzione regolare di quanto era stato seminato in precedenza. Oggi a livello industriale è possibile anche trovare la crapiata in barattolo ma gustarla appena cotta e diffusa tra la gente la sera del 1° agosto nei Sassi di Matera ha un altro sapore e sopratutto rinnova il sentimento dell’amicizia tipico del vicinato dei Sassi di Matera. Il piatto di crapiata è a disposizione di materani e turisti, che possono contribuire alle spese per la manifestazione con una offerta libera.
Di seguito l’omaggio poetico alla “Crapiata” di Carlo Abbatino
La crapiata
Tipico piatto materano
in cui emergono nella zuppa
calda, bollente, ceci, fagioli, fave
lenticchie e cicerchie
e grano a volontà
scottanti il palato.
Un gusto di straordinaria
gastronomia dei poveri
che non ti fa leccare i baffi
ma ti da quella sazietà di sapori e odori
in cui l’umiltà
si fa portavoce del vissuto, del passato
che oggi è tornato di moda
ed i legumi già carne dei poveri
fanno bella e condita presenza
in questo piatto
che sa di sapore antico
accompagnato da un bicchiere
di primitivo vino.
Nella foto in basso il poeta materano Carlo Abbatino nella cantina di Ninuccio Festa