Un concerto europeo in una città pronta a rappresentare l’Europa con la sua cultura nel 2019. 85 giovani musicisti di età compresa tra i 13 e i 20 anni, provenienti da 12 Paesi d’Europa e dal Libano in rappresentanza del Mediterraneo e del Medioriente, nel giro di due settimane si sono messi insieme per formare un’orchestra per l’Europea. E’ nata così la European Spirit of Youth Orchestra. A costruirla il Maestro Igor Coretti Kuret, che da circa vent’anni punta a realizzare un’orchestra itinerante di giovani musicisti per offrire loro la prima esperienza sinfonica. Insieme ai testi di Paolo Rumiz hanno dato vita ad un tour estivo per il concerto denominato “Tamburi di Pace 2.1 – Vie d’Europa. Appia e le altre” e la tournée, avviata dall’Associazione Scuola per Giovani Musicisti di Trieste lo scorso 27 luglio si concluderà il prossimo 13 agosto a Camerino dopo aver toccato anche Trento, Bassano del Grappa, Marcarolo, Val de Zoldo, Roma, Santa Maria Capua Vetere, Pietrarsa, Grottaglie. Tappa sicuramente fondamentale di questo percorso è stata quella nei Sassi di Matera. Un evento suggestivo nel quale la narrativa di Paolo Rumiz ha incontrato la musica della European Spirit of Youth Orchestra (ESYO) per dare vita in un’evocazione corale e sinfonica grazie alla quale tutte le vie d’Europa si sono ritrovate in piazza San Pietro Caveoso, nel cuore dei Sassi di Matera, Capitale Europea della Cultura per il 2019. In prima fila ad assistere alla performance musicale e narrativa anche Angela D’Onghia, Sottosegretario del MIUR con delega ai Conservatori d’Italia.
Il concerto è inteso come un viaggio in musica e parole dedicato a un universo unico, fatto di popoli, lingue, fiumi, mari, montagne. Nei suoi testi Paolo Rumiz racconta di strade, ponti, sentieri, tracce che hanno consumato milioni di scarpe, per celebrare a voce alta i “cammini”, contro il rinascimento dei muri, e ricordare chi ha migrato per lavoro, paura, curiosità, fame, amore o semplice inquietudine. Un modo per dire che l’Unione va costruita tra tutti i paesi, fino al Mediterraneo e alle aree di guerra del Medio Oriente, come testimonia la presenza di alcuni musicisti reclutati quest’anno, per la prima volta.
Paolo Rumiz racconta alcune curiosità sul concerto che gli ha permesso di ritornare ancora una volta nella città di Matera: “Sono due anni che frequento queste zone e ormai mi sento di casa. La prima volta ho sfiorato Matera andando a piedi lungo la via Appia, poi sono tornato per raccontare il mio libro, per partecipare lo scorso anno alla trasmissione di Materadio, l’evento di Radio3, per presentare il film che abbiamo fatto su questa lunga traversata, per portare nelle terre qui vicino la mostra dedicata alla via Appia. Questo è un ritorno musicale legato al fatto che da tre anni collaboro con questa orchestra europea come voce narrante e mi sembrava giusto dedicare questo concerto di spirito profondamente europeo a questa città e alla strada che la sfiora, la via Appia e attraverso questo parlare un po’ di tutti i cammini che attraversano l’Europa, in un momento in cui sembra andar di moda la retorica dei muri. Noi siamo contro gli sbarramenti quando sono così insensati, umorali, di pancia e siamo preoccupati per il destino dell’Europa e per la nostra umanità che mi pare stia regredendo a livelli paleolitici”.
Qual’è lo spirito che anima questa orchestra? “In questo concerto abbiamo ragazzi di diverse nazioni che vengono qui, con strumenti diversi, parlando lingue diverse, con storie diverse alle spalle e nel giro di una settimana, massimo dieci giorni diventano un’amalgama. E’ una perfetta metafora di quello che dovrebbe essere l’Europa, cioè qualcosa che non è lì come un regalo del cielo ma qualcosa che dobbiamo costruire giorno dopo giorno esattamente come questa orchestra”.
Il repertorio principale dell’orchestra qual’è? “Il grosso del repertorio è costruito attorno alla suite orchestrale di Gustav Holst che racconta la rivoluzione di questi satelliti del Sole, che sono anch’essi in fondo dei grandi viaggiatori e che sono una colonna sonora perfetta delle parole che dovrò dire. Il mio testo è nato camminando, per il desiderio di scrivere un libro, perchè sono giornalista, perchè non so camminare senza un taccuino in tasca. L’uomo ha piedi, non radici, oggi lo dico anche durante l’evento. E’ dal cammino che mi vengono tanti regali, anche lo stile della narrazione”.
Eseguire questo concerto a Matera che sensazioni regala? “Intanto per la coreografia del luogo, ma sopratutto perchè qui abbiamo trovato un giro di amici che hanno voluto strenuamente questo concerto al di là di tutte le possibili contrarietà”.
Nel corso della serata, aperta dalla colonna sonora del film “Il gladiatore” sono state eseguite musiche di Beethoven, Holst, Zimmer Respighi e Farace.
Ricordiamo che nel corso degli anni la ESYO si è esibita sotto l’Alto Patrocinio della Commissione UE, del Parlamento Europeo, dell’Iniziativa Centro Europea e della Presidenza della Repubblica, ottenendo attestati di stima da parte del Maestro Riccardo Muti e del violinista Uto Ughi. Più di 160 concerti sono stati eseguiti in Italia e in altri 13 Paesi europei insieme a solisti di fama internazionale quali Giovanni Angeleri, Uto Ughi e Ernö Kallai. Da due anni Paolo Rumiz, con le sue storie, è entrato a far parte di ESYO come voce narrante del gruppo, nell’ambito di un programma denominato “Tamburi di pace”.
Lo spettacolo, promosso in occasione della Giornata Internazionale della Gioventù dedicata quest’anno a “I giovani costruttori di pace”, è stato realizzato grazie all’iniziativa del comitato promotore per il Club per l’UNESCO di Matera e grazie al sostegno di imprenditori privati.Main sponsor dell’evento è stato l’imprenditore materano Nicola Benedetto, amministratore unico della ALVINO 2019 Srl che, adoperatosi per la rinascita del Mulino Alvino, ha creato una struttura polifunzionale e multiculturale dedita non solo al recupero della produttività antica, ma anche alla più variegata proposta culturale e ricettiva al servizio di turisti e cittadini. Il sito, in fase di ristrutturazione e che sarà consegnato all’alba del 2019, è stato presentato attraverso una clip promozionale a cura della giornalista Rosalba Stasolla. L’evento, inserito in via straordinaria nel cartellone del Festival Duni 2017 grazie alla sensibilità del direttore artistico Saverio Vizziello, è stato anche sostenuto da “Matera90” e “Spazio Relax” e realizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Polizia di Stato – sezione di Matera e l’imprenditore belga Gerardo Camerlinckx, con i quali il comitato Unesco porta avanti il progetto Cardium.
Il progetto “Tamburi di Pace 2.1”, è stato realizzato grazie al contributo di Fondazione Elisabetta Sgarbi e La Milanesiana, Montura e Ferrovie dello Stato Italiane, in collaborazione con Generali e ha ottenuto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, della Regione Piemonte, della Regione Friuli Venezia Giulia e di diversi enti locali.
In apertura Stefania De Toma ha sottolineato Stefania De Toma è che questo evento sarà il primo passo per realizzare l’orchestra “Tamburi di pace” del Mediterraneo, mettendo in contatto i Conservatori del Sud Italia e affidando a Matera, città dei Sud e capitale europea della cultura, il ruolo di Conservatorio portabandiera del progetto. In questo modo si potrano coinvolgere i giovani musicisti del Meridione e di altri Paesi del Mediterraneo. La proposta è stata condivisa con il direttore artistico del Festival Duni Saverio Vizziello e accolta con entusiasmo dal sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri che in maniera informale ma sincera e sentita si è impegnato a sostenere questa iniziativa. Un’orchestra di Tamburi di pace del Mediterraneo. L’idea infatti è che dal progetto del Maestro Igor Coretti-Kuret nasca una nuova orchestra con protagonisti i giovani musicisti del Meridione e di altri Paesi del Mediterraneo, con Matera trait d’union dei conservatori dell’area geografica coinvolta.
Michele Capolupo
La fotogallery del concerto “Tamburi di pace” (foto www.SassiLive.it)