La decisione della Conferenza dei sindaci della Val d’Agri, pur di garantire il bonus gas alle famiglie, di trasferire per quest’anno tutta la somma disponibile ai cittadini, rinunciando al 20% spettante ai Comuni per progetti di efficientamento energetico delle strutture pubbliche, è sicuramente una buona scelta, ma attenzione a ritenere il bonus una sorta di “risarcimento definitivo” per la comunità valligiana. E’ il commento dell’Associazione Bene Comune Viggiano contenuto in una nota a firma del presidente Vittorio Prinzi. Il bonus è piuttosto un beneficio molto limitato che non esaurisce di certo le rivendicazioni “storiche” delle popolazioni della valle tanto più che il Governo sta puntando sulle ZES (Zone economiche speciali) al Sud e nel dibattito politico-istituzionale non si parla in alcun modo della Val d’Agri ma solo di Matera. Deve invece essere il gas e l’approvvigionamento energetico per le aziende già presenti a Viggiano e che si insedieranno a Viggiano il “beneficio principale”, lo strumento da utilizzare per promuovere lo sviluppo industriale e favorire nuovi posti di lavoro. Da anni – ricorda Prinzi – è in piedi la proposta di garantire a costi ridotti gas-elettricità e acqua (altra risorsa importante della valle) facendo diventare la Val d’Agri Zona Franca, attraverso sgravi fiscali specie a favore di piccole e medie imprese e per nuove assunzioni. E non si sottovaluti che tra gli elementi che appesantiscono il fattore competitività dell’industria italiana ci sono propri i costi aziendali con al primo posto energia ed acqua a cui si aggiunge la carenza infrastrutturale che rende più alta la spesa per il trasporto merci e prodotti. Solo attraverso distretti con un regime no tax e burocrazia zero e aggiungiamo con costi energetici e dell’acqua più bassi, agevolazioni fiscali, possiamo sperare di attrarre capitali nazionali ed esteri, arrestando cosi’ il processo di desertificazione industriale denunciato dalla Svimez insieme al divario fiscale tra Sud e Nord. Nell’area Val d’Agri ci sono le stesse condizioni che si sono verificate in più regioni d’Europa per realizzare un’ area franca. Ci sono soprattutto gli indicatori economici legati alla disoccupazione, allo spopolamento e aggregando una decina di comuni si raggiunge la soglia demografica richiesta. Per questo l’obiettivo centrale è candidare la Val d’Agri tra le aree ZES in modo che il gas, il petrolio e l’acqua siano gli elementi di sviluppo e non certo qualche centinaio di euro di bolletta in meno per le famiglie. Uno strumento per rilanciare con l’area industriale di Viggiano le aree per gli insediamenti artigianali negli altri centri dove ci sono lotti e capannoni disponibili.
Ago 11