Nel dibattito scaturito dal caso della libreria Mondadori si inserisce il “cittadino culturale” materano Gaetano Danzi. La risposta alla crisi delle librerie a Matera è un caffè letterario. Di seguito la nota integrale.
Da tempo si parla del fatto imbarazzante che in una Matera Capitale Europea della Cultura aprono solo b&b, pizzerie, ristoranti, bar, mentre, dopo la proclamazione del 2014, rischiano di chiudere le poche librerie esistenti.
Una cosa è certa comunque: mentre aprire oggi una libreria a Matera rappresenta un azzardo, aprire invece una pizzeria costituisce un’opportunità commerciale senza rischi.
Le risposte sono molteplici: il turismo “mordi e fuggi” che mal si concilia con una proposta culturale e tanto meno con l’acquisto di un libro; il fatto che in fin dei conti i turisti vengono a Matera per vedere solo la città, che già di per sé rappresenta un attrattore formidabile senza bisogno di aggiungere altro; né va trascurato lo sconfortante dato nazionale, per cui solo un italiano su tre compra almeno un libro all’anno; infine, la lettura di un libro rappresenta sicuramente uno sforzo mentale nell’era digitale in cui il massimo che si legge sono gli sms e i post.
Le librerie sono diventate per la maggior parte della gente un luogo ameno dove si vendono prodotti “alieni”: i libri… considerati ormai reperti archeologici surclassati dai cellulari.
Dunque Dioniso (il dio dei bagordi) sta trionfando su Apollo (il dio della perfezione e dell’armonia); ma se quest’ultimo non vuole soccombere, allora deve cambiare strategia.
La risposta è una sola: il caffè letterario, un luogo che associa il piacere della convivialità (Dioniso) all’acquisto di un libro (Apollo), magari commentandolo o leggendolo seduti con gli amici mentre si sorseggia un caffè o un aperitivo.
Non sarebbe bello fare colazione, pausa pranzo o apericena parlando dell’ultimo libro o di un argomento culturale attuale o classico, anzicchè delle solite cose che deprimono sempre più, come la politica, il calcio e il gossip ?
Il problema è che non esistono luoghi ove la gente possa parlare di cultura, a meno dei soliti eventi in cui il cittadino comune è sempre un soggetto passivo.
Le librerie quindi devonotrasformarsi inattrattori, ove la socialità si abbina alla cultura. Solo così Apollo e Dioniso potranno andare d’accordo.
La gente deve avere dei “luoghi reali di aggregazione” dove discutere in modo culturalmente costruttivo, da sostituire ai luoghi virtuali dei social network che fanno male alla salute e allo spirito.
Già da qualche anno, i caffè letterari sono una tendenza in forte crescita in molte città europee. Nel prossimo settembre a Bari se ne aprirà uno nuovo.
I caffè letterari sono uno degli strumenti fondamentali attraverso cui si può riconquistare l’Agorà, intesa come coscienza sociale-culturale che parte dal basso, dalla gente comune.
Il gruppo culturale Ad Pythagoram, ad esempio, ha organizzato con buoni risultati alcuni caffè letterari in due locali materani, ma si è trattato di eventi itineranti privi di un luogo fisso che faccia da aggregatore stabile per la gente.
La palla quindi passa agli imprenditori “intelligenti”, atteso che di imprenditori da “pizzeria” non ne possiamo più.
Dunque, non è più tempo di piangere al capezzale di un malato terminale, è tempo di contrattaccare e di ricacciare la “beata ignoranza dionisiaca” nei limiti del lecito, è tempo di usare al meglio questo potente motore denominato “cervello” che abbiamo consegnato in toto al web e a chi finisce per maneggiare la nostra vita.
E’ tempo di ritornare a leggere un libro per migliorarci.
In una parola “è tempo di agire, è tempo di essere”.
Ago 18