Riportiamo di seguito l’intervento della professoressa Carmela Biscaglia, dell’Associazione per la Storia Sociale del Mezzogiorno e dell’Area Mediterranea in ricordo del professore Antonio Cestaro. Di seguito la nota integrale.
In ricordo del professore Antonio Cestaro: gli studi sulla storia socio-religiosa della diocesi di Tricarico
L’illustre storico Antonio Cestaro, professore emerito di Storia Moderna nell’Università di Salerno, di cui è stato pro-rettore e docente nell’Ateneo della Basilicata, ci ha lasciati da pochi giorni. È mor-to lo scorso 10 agosto nella sua casa di Battipaglia, all’età di 90 anni. Con lui è scomparso un mae-stro della storiografia meridionale e un’autorevole coscienza storica del Mezzogiorno. Storico rigo-roso, è stato profondamente radicato alla realtà socio-culturale della Basilicata, da lui studiata in tut-ta la sua complessità in un sodalizio scientifico con Gabriele De Rosa, co-autore di molti volumi, tra cui la laterziana Storia della Basilicata. Con De Rosa, nel 1974, aveva fondato a Salerno (con se-zione staccata a Potenza) il Centro Studi per la Storia del Mezzogiorno, fucina di ricerche innovative e progetti scientifici, vera scuola di storiografia, alla quale fecero capo numerosi giovani studiosi lucani e salernitani, e illustri storici italiani e stranieri come Giuseppe Galasso, Emile Poulat, Jean Delumeau, Maurice Aymard. Il Centro Studi si trasformò poi nell’Associazione per la Storia Sociale del Mezzogiorno e dell’Area Mediterranea, di cui Cestaro fu segretario generale ed è tuttora ope-rante e benemerita per il ruolo svolto sotto la sua guida nella salvaguardia degli archivi ecclesiastici delle aree lucane e campane colpite dal sisma del 1980. Notevole è stato l’apporto di Cestaro alla vita della Deputazione di Storia Patria per la Lucania, in qualità di deputato e membro del comitato scientifico del «Bollettino storico della Basilicata». Fautore di una metodologia di respiro europeo, incentrata su una rifondazione filologica e un rigoroso riesame delle fonti, a cominciare da quelle ecclesiastiche, per ricostruire una storia del Mezzogiorno che andasse al di là dei luoghi comuni e delle mode storiografiche, Cestaro ha tracciato per la prima volta le linee di una storia sociale e reli-giosa, quale componente fondamentale della storia del Mezzogiorno. «Fare storia socio-religiosa si-gnifica fare storia della presenza della Chiesa del Sud nel suo contesto sociale, economico, ambien-tale – aveva scritto ‒ vale a dire fare storia della società, una storia globale, in cui la componente re-ligioso-ecclesiastica, troppo spesso espunta o emarginata nella ricostruzione storica dell’età moderna e contemporanea, sia adeguatamente valutata per il ruolo e la funzione svolti nella Chiesa del Mezzogiorno accanto alle altre fondamentali componenti della vita sociale: la feudalità e il comune». In questa ottica egli ha prestato molta attenzione alla Chiesa diocesana di Tricarico e all’opera di un suo grande pastore, il venerabile Raffaello delle Nocche. Si deve, infatti, a Cestaro e a De Rosa la realizzazione di un seminario di studio su questo presule, voluto dalla Diocesi di Tricarico nel 1978, cioè nel contesto in cui maturò e si sviluppò il Processo diocesano per l’accertamento della sua santità. Il seminario, i cui atti furono pubblicati dalla stessa Diocesi e dall’Associazione per la Storia Sociale del Mezzogiorno e dell’Area Mediterranea nel volume L’episcopato di Raffaello delle Nocche nella storia sociale e religiosa della Basilicata, a cura di Angelo Mazzarone e Carmela Biscaglia, rappresentò la prima lettura organica e scientificamente delineata della figura e dell’azione di questo vescovo nel quadro storiografico dei grandi pastori, che avevano lasciato tracce profonde nelle diocesi meridionali del XX secolo. Fondamentale fu il saggio di Cestaro su Raffaello delle Nocche nella storia socio-religiosa della Basilicata, affiancato da quelli di Gabriele De Rosa e Giampaolo D’Andrea. Un secondo scritto di Cestaro su Il vescovo Raffaello delle Nocche e la Congregazione delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico nella storia del Mezzogiorno fu elaborato in occasione di un convegno promosso nel 2004 dalla stessa Diocesi e Associazione e stampato negli atti Il Servo di Dio Raffaello delle Nocche, vescovo di Tricarico e la Congregazione delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico ottant’anni dopo (1923-2003), a cura di Carmela Biscaglia, che il prof. Cestaro volle che fossero pubblicati nella Collana di Studi e Fonti per la Storia del Mezzogiorno da lui diretta. Nel suo saggio, lo studioso pone in risalto l’importanza della fondazione, da parte di Delle Nocche, di una congregazione femminile di diritto diocesano, sull’esempio del vescovo di Castellammare di Stabia, Francesco Petagna (1812-1878), personaggio molto noto nella Napoli del suo tempo, che aveva fondato la Congregazione religiosa femminile di diritto diocesano dei Sacri Cuori, per sorreggere l’azione pastorale delle parrocchie e delle chiese colpite dalla legge di incameramento dei beni ecclesiastici. Nel convegno del 2004, Cestaro incrociò la vicenda esemplare della collaborazione tra il vescovo Delle Nocche e il sindaco socialista Rocco Scotellaro nella fondaione di un ospedale a Tricarico nel 1947. Rocco Mazzarone ne aveva curato una ricostruzione storica, pubblicata nella «Rassegna storica lucana», la rivista dell’Associazione diretta dallo stesso Cestaro. Dopo la morte dell’illustre medico e del fratello mons. Angelo, Cestaro sollecitò un convegno di studio su queste figure nel contesto storico in cui avevano operato, che fu realizzato a Matera-Tricarico nel 2009 dalla stessa Associazione insieme al Centro di documentazione “Rocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra”. Seguì la pubblicazione degli atti a cura dello stesso Antonio Cestaro e di Carmela Biscaglia nel volume Società, politica e religione in Basilicata nel secondo dopoguerra. Il contributo dei fratelli Rocco e Mons. Angelo Mazzarone di Tricarico. La sua relazione introduttiva, con i riferimenti al rapporto di Carlo Levi con la Lucania negli anni del confino politico e della pubblicazione del Cristo si è fermato a Eboli – Antonio Cestaro era nativo di Eboli ‒ e l’analisi dell’impegno dei fratelli Mazzarone per la rinascita democratica ed economico-culturale della regione, testimoniano ancora una volta la visione storiografica di questo studioso e l’amore per la terra lucana.