La poetessa materana Antonella Pagano è tra gli autori ospitati da “Libri nel Borgo antico”, ottava rassegna di incontri con l’Autore promossa dal 25 al 27 agosto nel centro sorico di Bisceglie a cura dell’Associazione “Borgo Antico” con Giulia Murolo – Coordinatrice Editori. Sabato 26 agosto alle 19 la sociologa, scrittrice e poetessa lucana sarà alle Vecchie Segherie Mastrototaro, Bookstore Mondadori, accanto al Parco delle Beatitudini, con il suo ultimo libro: “Rondine con te – Sillabe innamorate” vincitore del 1° Premio Nazionale “Domenico Rea”- Casa Editrice Ibiscos Ulivieri. La preziosa prefazione è di Mons. Lorenzo Leuzzi, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, Rettore della chiesa di San Gregorio Nazianzeno a Montecitorio e cappellano della Camera dei deputati. La presentazione sarà a cura di Pina Catino, Presidente del Club Unesco di Bisceglie, Ricercatrice storica, Premio Mandela, Premio Cuore d’oro, Ambasciatrice della Cultura nel Mondo, Ambasciatore di Pace per l’Unesco, Premio Giornalistico Azzarita, impegnata sul fronte dei Diritti umani, fotoreporter freelance pluripremiata. L’Opera della Pagano offre – a questo imponente salotto di cultura – un’originale prospettiva di osservazione, analisi e suggerimento di inedite prassi intorno a tematiche fondamentali per l’Uomo, la sua condizione e intorno al pianeta vasto ed articolato degli Human Rights. Le composizioni della Pagano sono inni alla vita; lei dice: “dopo aver compiuto il rito del risveglio alla vita piena e autentica, occorre disporsi a braccia aperte dinanzi all’altare dell’aurora, alfa luminosa che può determinare, lettera dopo lettera fino all’omega, altrettanti luminosi istanti, ore, giorni”. L’incipit è quasi incredibile, riferisce il Prof. Ferragina: “la Pagano chiede perdono per la sua piccolezza, talchè quella sua piccolezza riverbera a noi come immensa, una potente, vera inesauribile fonte di bellezza”, poi, sempre il Ferragina, parafrasando san Paolo, continua:…”proprio quando siamo deboli è allora che siamo forti”, sicchè “il gattonare di Antonella, il suo cantare, il tremare, il volteggiare, l’accarezzare e finanche l’urlare di Antonella Pagano, oltre che essere il suo modo di inneggiare alla vita, sono verbi di vita; Antonella è vivente, è viva. Rondine con te va letto e riletto e riletto ancora, va compreso il pane fragrante e quel grano, grano e grano che mette fame di cielo e spinge illimitata.mente a farsi sillabe innamorate. Non c’è menzogna alcuna nel libro della Pagano, magma incandescente sì, respiro, vento, il vento nobile che leva il sole al mattino di ogni giorno, che illumina tuti i miracoli di ogni giorno, dalla margheritina che stiracchia i suoi petali alla madre sconsolata…e la Pagano li celebra tutti questi miracoli perchè… finchè accadono la città è inondata di musica…”così dice la poetessa spudoratamente innamorata della rondine. Il suo urlo è colorato e morbido, accorato e mai disperato, invoca la ricomposizione della logica, altro grande territorio di vita che la vede impegnata attivamente, non solo poeticamente”. “Sono contadina della parola, altre volte ricamatrice”. Da quella sua equazione, oramai arcinota,: ”che la bella parola sappia farsi bell’azione, viene anche la decor.azione”, “il suo è un femminilissimo ricamare la realtà, la filosofia, la pedagogia, l’umana condizione, è questo il suo decorare colorato, delicato, sognante, da inesausta amanuense con cui ha curato personalmente alcune pagine del libro e anche la copertina in cui due steli con terminali fioriti si corrono incontro per tracciare un abbraccio; abbraccio, decor.azione, altro valore aggiunto di questo volumetto che nasce anch’esso all’interno di quel composito castello di pensiero che è il suo Modello di Pedagogia che passa per la creatività e conduce alla Bellezza. “Nell’Opera della Pagano: logos, istanze, pathos, liricità, colori e disegni si sono fusi in un tutto armonico e accattivante, si sono fatti azione concreta e amorevole verso il Patrimonio Tangibile ed Intangibile”, riferisce la dott.ssa Pina Catino. “Alla ricerca sulla parola, dunque, l’eclettica inesausta amanuense, ha annesso la pragmatica capacità di applicarla alla realtà onorando concretamente l’Etica dell’Impegno; di fatto è anche da sempre impegnata sul fronte dei Diritti Umani, pioniera di Croce Rossa sin dall’adolescenza, l’ultimissima sua azione la vede mettere insieme -in quel di Matera- una miriade di associazioni nazionali ed internazionali per occuparsi di diritti dei bambini scrivendo finanche gli 11 Principi in aggiornamento alle Convenzioni e Carte esistenti, miopi ancora delle emergenze contemporanee, principi che la FEI (Federazione Esperantisti d’Italia) ha tradotto in esperanto. Quanto alle sue sillabe innamorate, sono la sollecitazione al recupero della passione verso il Pianeta, i suoi abitanti e le creazioni dell’uomo, dalle più piccole alle più grandi. L’interesse del Club per l’UNESCO di Bisceglie”, continua la Catino, “va individuato nell’aver rilevato queste valenze e nel suggerirne la divulgazione nelle scuole di ogni ordine e grado quale azione ad AGIRE L”AGENDA 2030 nell’ambito Educazione-Comunicazione – oltre che di quanti ne avvertiranno la sollecitazione. Cominciare, insomma, dalle sillabe per comporre parole innamorate e gesti d’amore verso il Patrimonio, l’Uomo e la Società, anzi le Società, per auspicare un generale innamoramento della vita, della natura, del pianeta, dell’Arte italiana, della cultura sociale e della convivenza, innamoramento attraverso il quale ritrovare i fondamenti della civiltà autentica nell’oggi in cui si vive una civiltà malata”. Mons. Leuzzi, nella straordinaria riflessione in Prefazione, dice: “Nel connubio uomo-parola la potenza espressiva dell’anima umana è come un artista che plasma il logos consegnandogli la forza dei suoi sentimenti affinchè non siano solo trasmessi ma condivisi e, arricchendosi, tornino all’origine a ricordare che l’uomo vive di fratellanza. Punto culminante di tale condivisione è la poesia, forza animatrice del logos … molto rispecchia quanto già San Giovanni Paolo II indicava nella sua lettera agli artisti (1999): Nessuno meglio di voi artisti, geniali costruttori di bellezza, può intuire qualcosa del pathos con cui Dio, all’alba della creazione, guardò all’opera delle sue mani…voi artisti, avvinti dallo stupore per il potere arcano dei suoni e delle parole, dei colori e delle forme…avete ammirato l’opera del vostro estro avvertendo quasi l’eco di quel mistero della creazione a cui Dio”. E, sempre Mons. Leuzzi continua:…”lo Spirito Santo avrà infuso qualcosa del Pathos di Dio nella raccolta di Poesie di Antonella Pagano…il lettore potrà partire da queste per uno slancio interiore che lo conduca alle vette della sua anima…Le poesie della Pagano permettono di solcare molti mari e molti fiumi dell’esperienza vitale interiore dell’Uomo… a ciascuno spetterà di viverli con l’animo poetico che Dio ha infuso nel cuore di tutti là dov’è il materiale utile per riparare le barche con cui salpiamo ogni mattina, a volte naufragate per le tempeste della vita…” E allora, la poetessa che dice: Non rimproverarmi Signore! Sono piccola esile e fragile ho polsi sottili caviglie che non reggono il cammino dei secoli…che dice di non avere parole solenni sa chiedere che sia accolta la sua voce coltivata a gocce di speranza e casta dolcezza e che le sue sillabe semplici sappiano andar oltre le opacità per essere perenne.mente sillabe innamorate in primavere pullulanti di rondini, festanti l’una incontro all’altra. Ci sorprende all’infinito l’Antonella Pagano che vediamo spesso aggirarsi tra le nostre strade, sempre così tanto materana, sempre così tanto romana, così tanto italiana, ma anche tanto internazionale, “sempre amabile in quella sua semplicità complessa e leggibile, enigma e chiarezza, lei che sa ricordare a se stessa che”- ”occorre rimboccarsi le maniche e lavorare sodo tutti insieme nel nome della nostra preziosissima nazione, nel nome di tutti i territori fisici e dell’anima che da sempre alacremente coltivo…che…gli uni nutrono gli altri! “Non sarà, dunque, un caso che sia stata ricevuta nelle Vecchie Segherie; nell’essenza, infatti, questo luogo ha una fortissima consonanza con il pensiero filosofico e pedagogico della Pagano. Per i coraggiosi librai delle Vecchie Segherie, infatti, la vera cultura è essere in grado di far crescere il grano sapendo chi è Prometeo, Ipazia, Shakespeare…la vera cultura è una focaccia di farina di grano e libri, e la Pagano? Lei continua a dirsi contadina della parola e continua a suonare tutti i suoi campanelli per dire che urge far ritorno agli alfabeti, soprattutto quello di terra e di pane che ha reso visibili, che ha fatto materialmente; metafore d’arte nelle quali ha trasmutato le sue metafore poetiche. Un così felice connubio non può che portare buoni frutti, fragranti sillabe da mangiare dopo aver composto parole buone, buone come il pane. Non sorprenderà, pertanto, che arrivi anche a Bisceglie, come ad Amatrice, a Roma, come a Matera stessa… con le sue Rondini di pane e le sue lettere dell’alfabeto di pan fragrante e odoroso”.
Ago 20