“Una nuova battaglia vinta da Coldiretti che nasce da lontano dopo diverse manifestazioni e dopo aver già creato in Basilicata progetti di filiera già pronti ad applicare la normativa, sia per il grano duro che per quello tenero”. Così Coldiretti Basilicata commenta la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei due decreti interministeriali per introdurre l’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta, firmati dai Ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda. “L’etichetta di origine obbligatoria che permette di conoscere l’origine del grano impiegato nella pasta e del riso – aggiunge il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto – mette fine all’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy e risponde alle esigenze dei consumatori italiani che chiedono venga scritta sull’etichetta in modo chiaro e leggibile l’origine degli alimenti secondo la consultazione on line del Ministero delle Politiche Agricole”. I decreti – spiega Coldiretti Basilicata – prevedono, a partire dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, una fase di 180 giorni per l’adeguamento delle aziende al nuovo sistema e lo smaltimento delle etichette e confezioni già prodotte e quindi entro il 16 febbraio per il riso e il 17 febbraio per la pasta non ci saranno piu’ vecchie etichette fuorvianti sul mercato. “Un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero senza indicazione in etichetta, come pure – aggiunge Francesco Manzari, direttore di Coldiretti Basilicata – un pacco di riso su quattro. L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine non consente di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero Made in Italy”. C’è ancora un importante lavoro da portare avanti, a parere di Coldiretti Basilicata. ”E’ chiaro che Coldiretti non abbassa la guardia – hanno concluso Quarto e Manzari – perché la stessa cosa si impegna a fare per altre due filiere, quella della carne e quella dell’ortofrutta, quest’ultimo settore fortemente in crisi se non dovessero applicarsi le stessi direttive per pasta e riso”.
Ago 21