Si è svolta sabato scorso a Grassano la prima edizione della sagra del cinghiale, con la collaborazione dell’Osteria Santamaria e l’Amministrazione Comunale di Grassano.
Una piazza gremita di gente, che ha apprezzato l’organizzazione dei soci Italcaccia, a cui va il nostro ringraziamento come segreteria Provinciale. Alla stessa, hanno partecipato tutta l’amministrazione Comunale di Grassano,con i Saluti del sindaco Filippo Luberto – persona di grande sensibilità culturale e sempre attento alle tematiche locali- con lui, tutta la sua maggioranza, inoltre, presenti il Presidente Provinciale Domenico Martino, il Presidente Comunale Italcaccia Giuseppe Rielli, ilvice Presidente Angelo Mulieri, comopreso tutto il direttivo e lo staff a cui hanno preso parte anche tante donne.
La serata è stata animata dal gruppo Folkloristico Grassanese, il tutto rientrante in un cartellone promozionale turistico- gastronomico, allo scopo di promuovere e valorizzare le tradizioni del territorio che hanno fatto la storia dei vari paesi.
L’italaccia in Provincia di Matera conta 500 soci, mentre, a livello regionale conta 1.400 soci. E’ nata il 13.05.1969 ed è stata riconosciuta con D.M. 02.02.1974 su G.U. 72 del 16.03.1974 e dalla Legge 157/92, difende le libertà dell’uomo, vede prossima un’organizzazione venatoria europea che rispecchi diritti e doveri dei popoli della UE.
L’Italcaccia è nata cogliendo il senso delle libertà, accordate ai cittadini dalla costituzione repubblicana; si caratterizza per una sua peculiare visione dei diritti dell’uomo e per la battaglia che conduce per rafforzare le libertà venatorie a livello internazionale.
L’Unione Europea è, secondo l’Italcaccia, la sede idonea per stabilire diritti e doveri del cittadino cacciatore europeo. La tutela della fauna selvatica è un impegno che può essere assolto dal mondo civile.
La Caccia fa parte a pieno titolo di quel patrimonio culturale, umano, sociale, che costituisce la nostra identità di Popolo e di Nazione.
Crediamo che la Basilicata debba esercitare, tra gli altri, il proprio diritto-dovere a governare il proprio territorio e disciplinare un’attività antica e radicata come la Caccia con scelte autonome coraggiose nell’ambito delle prerogative riconosciute dalle leggi Italiane e Comunitarie.
L’Attività venatoria viene messa a dura prova sia dalla scelte politiche e sia dai tanti disastri ambientali che si stanno verificando quotidianamente ai danni dell’intero ecosistema.
Pertanto, cogliamo l’occasione per portare all’attenzione dell’Assessore Regionale all’Agricoltura Luca Braia – persona di spiccato livello culturale- di attivare una politica venatoria attenta, finalizzata sia al ripopolamento e rinsanguamento di selvaggina, che a un monitoraggio e controllo del territorio in campo ambientale.