Pierluigi Diso, Presidente della Camera Avvocati Tributaristi di Matera, in una nota commenta la notizia diffusa dalla Regione Basilicata che riguarda l’individuazione di due aree ZES (Zona Economica Speciale) nell’area industriale di Ferrandina e nell’autoparco di Galdo di Lauria, scelta che di fatto esclude la città di Matera, che aveva candidato le aree di Jesce e La Martella. Di seguito la nota integrale.
Dalla Zona Franca Urbana per Matera alla Zona Economica Speciale di Ferrandina e Galdo di Lauria
Ero in vacanza in Salento quando amici e colleghi mi hanno chiamato avvertendomi che con Delibera di Giunta N. 876 del 4 agosto 2017, la Regione Basilicata, alle ore 13.45, aveva preso atto dello studio dell’Osservatorio Banche Imprese e individuato nell’area industriale di Ferrandina e nell’autoparco di Galdo di Lauria due ZES all’interno della Regione Basilicata. Mi si chiedeva di Matera e che fine avessero fatto le zone industriali di Jesce e La Martella, sperando in un loro recupero in una prospettiva più ampia nel quadrilatero appulo-lucano Taranto-Ferrandina-Matera-Bari. La delibera di Giunta doveva forse passare in sordina, ma a Matera, a partire dall’associazione “Zona Franca”, in molti si chiedono oggi ancora di più dove sia finita la ZFU di Matera e la ZES per Matera capitale Europea della Cultura 2019, che avrebbe dovuto collegare la città dei Sassi a Bari.Il corridoio è cambiato e Matera, anzi l’area industriale della val Basento, è divenuta il retroporto di Taranto, almeno al momento, stando a quanto deliberato a Potenza. In molti hanno già evidenziato al presidente Pittella che tanta fretta non era giustificata. Anche all’assessore competente, nominato solo tre giorni prima, sicuramente non è stata data nemmeno la possibilità di fare propria detta delibera. Per contro, nonostante le bacchettate dell’Autorità Portuale di Taranto, per la zona di Ferrandina si insiste solo per l’agroalimentare, su vecchio progetto della Provincia di Matera, invece di studiare un progetto industriale complessivo e partecipato con le associazioni di categoria. La Svimez, con Vincenzo Viti, aveva presentato il rapporto del 2016, anticipandone il dibattito allargato, che ancora non si è tenuto ed imprenditori e professionisti non hanno fatto sentire la loro voce, se si esclude la CGIL di Basilicata.Eppure il dibattito era già partito con l’Associazione “Insieme Basilicata” costituita, su impulso di Aldo Berlinguer, da Anci Basilicata e oltre 100 comuni lucani lo scorso 25 febbraio. Dal tenore della delibera di Giunta Regionale Matera resterebbe isolata e dovrebbe poi inserirsi in un più ampio corridoio nel rapporto con l’area ferrandinese e pisticcese, se è vero che l’aeroporto è ormai vitale se la Basilicata vuole davvero essere competitiva. Pertanto anche il Consorzio Industriale di Matera dovrebbe avviare un serio dibattito in tal senso. Nel frattempo l’On. Ludovico Vico ha riferito che un serio rapporto tra la città dei Sassi e la città dei Due Mari si è già aperto. Speriamo bene! Però la Legge regionale speciale per Taranto è già oggetto di studio, quale strumento di innovazione e sviluppo al fine di rilanciare l’economia e la manifattura jonica. Per Matera e la Basilicata si è ancora in attesa, ma il rientro dalle vacanze estive è vicino e poiché la campagna elettorale non tarderà ad aprirsi, le varie voci non tarderanno a farsi sentire. Almeno si spera! Proprio per sfruttare le condizioni di vantaggio che le Zes offrono una legge regionale ad hoc darebbe la possibilità di introdurre agevolazioni di carattere fiscale: riduzione delle imposte sui redditi (Ires), dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) o dei tributi locali (Imu, Tari) per gli immobili posseduti dalle imprese e utilizzati per l’attività economica, riduzione dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente.Un’occasione che Matera, o meglio Ferrandina e Lauria, credo debbano sfruttare al meglio se non vogliamo perdere questa occasione di riscatto e di rilancio della Basilicata intera. Al di là degli incentivi fiscali rivolti alle imprese che intendono investire nella ZES lucana, la Zes sarà estesa, per mezzo di attrattori e fiscalità di vantaggio, anche per le imprese culturali e creative. E’ quanto emerso dall’incontro “Matera, 2019 e oltre” del 28 agosto. L’obiettivo è quello di offrire un nuovo modello di cultura di impresa partendodalla modifica dell’attuale sistema e passare dal sostegno all’offerta, per cui la Zes va inquadrata in un ragionamento più complessivo. E’ importante procedere ad una verifica dei parametri comunitari in modo da capire fino a che punto possiamo spingerci nella configurazione delle due Zes lucane, aprendone i confini anche all’industria culturale. Anche se “de relato” con l’area industriale di Ferrandina, per Matera, una città che cerca riscatto rispetto al trend culturale nazionale ed europeo, realizzare un serio progetto imprenditoriale-economico avrà sviluppi anche dal punto di vistaculturale: sarà una scommessa e un’opportunità. Il progetto culturale per Matera è già noto a livello europeo; la Zes sarà sicuramente un’opportunità perché Matera deve credere nella sfida culturale, deve sviluppare un’imprenditorialità basata sulla cultura e deve mettere in rete esperienze, anche quelle sviluppate in modo spontaneo. Matera deve produrre cultura da esportare e le esperienza da qui al 2019 e oltre vanno messe a sistema. Matera deve credere nel rilancio forte della città, intesa come tessuto sociale e la cultura è uno dei principali snodi di sviluppo, come va ripetendo senza stancarsi il sindaco De Ruggieri. Dopo Matera 2019, la Zes sarà l’altro terreno su cui Matera e la Basilicata dovrà confrontarsi e mettersi in gioco, a partire proprio dai temi dell’industria culturale. Soprattutto in ragione del fatto che sulle Zes “si sta verificando una vera e propria congiuntura favorevole”, come ha riferitoil prof. Aldo Berlinguer qualche sera faa Materafacendo riferimento a quanto è già allo studio del Governo. E’ necessaria quindi l’istituzione di una commissione aperta a vari soggetti dell’impresa, del diritto, dell’economia che in tempi rapidi verifichila sostenibilità di un valido progetto industriale e non solo agroalimentare. D’altronde, le Zes “saranno concentrate nelle aree portuali e nelle aree ad esse economicamente collegate. Lo scopo è di sperimentare nuove forme di governo economico di aree concentrate, nelle quali le procedure amministrative e le procedure di accesso alle infrastrutture per le imprese, che operano o che si insedieranno all’interno delle aree, siano coordinate da un soggetto gestore in rappresentanza dell’ Amministrazione centrale, della Regione interessata e della relativa Autorità portuale, al fine di consentire una progettualità integrata di sviluppo della ZES, con l’obiettivo di rilanciare la competitività dei porti delle regioni meridionali. Allo stesso scopo, le ZES saranno dotate di agevolazioni fiscali aggiuntive rispetto al regime ordinario del credito d’imposta al Sud”. Questa semplificazione delle procedure riguarda maggiormente le aree interessate da Contratti istituzionali di sviluppo (CIS) al fine di rendere già operativi i finanziamenti comunitari. Quanto detto è indicato esplicitamente nel decreto-leggeche rende implicito il riferimento dell’esecutivo al particolare caso di Taranto, nel quale convergono sia i finanziamenti del Patto per il Sud che quelli facenti capo al Contratto istituzionale di sviluppo, attivato con la legge n. 20/2015. La volontà dell’esecutivo è quindi quelladi offrire maggior interesse ed incentivi per lo sviluppo dell’area di Taranto, ponendo nelle mani dell’Ente Regione gli strumenti normativi affinché essi si concretizzino. La Puglia lo sta già facendo avendo già istituito un “gruppo di lavoro”, ora tocca alla Basilicata per le due Zes che il presidente Pittella vuole realizzare. Ma al di là degli incentivi fiscali rivolti alle imprese che intendono investire nell’area di Taranto, nella Zes devono essere ricompresi attrattori e fiscalità di vantaggio anche per le imprese culturali e creative. L’obiettivo è quello di offrire un nuovo modello di cultura di impresa partendo dalla modifica dell’attuale sistema e passare dal sostegno all’offerta, sfruttando l’aiuto di Stato alla domanda dell’imprenditore. Per cui la Zes va inquadrata in un ragionamento complessivo e condiviso, da realizzarsi entro breve termine.
Pierluigi Diso, Presidente Camera Avvocati Tributaristi Matera