Azzerati i costi per i cacciatori delle analisi dei campioni di tessuto dei cinghiali che diventano a totale carico della Regione Basilicata. Un modello e un servizio importante per la sicurezza alimentare e per la determinazione del numero effettivo di cinghiali abbattuti.
“Formazione, informazione, sensibilizzazione, educazione dei cacciatori e dei selecontrollori si aggiungono al controllo ed alla massima tracciabilità per la sicurezza alimentare dei consumatori di carne di selvaggina, nello specifico di cinghiale, della nostra regione ed alla prevenzione del rischio di trichinellosi umana.
La regolamentazione delle attività di controllo analitico che oggi abbiamo sancito con la firma del contratto, preannunciato nei mesi scorsi, grazie al numero di campioni di tessuto muscolare di cinghiale provenienti sia da attività di caccia che da piani di abbattimento controllato, che saranno inviati ed esaminati da IZS, ci consentirà un innalzamento dei controlli sanitari a difesa del consumatore ed un’azione che, eliminando il costo al cacciatore, favorirà un censimento più veritiero attraverso cui poter arrivare ad una determinazione più realistica del numero effettivo di cinghiali abbattuti nel corso dell’anno, facendo emergere il non dichiarato.”
Lo comunica l’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia.
E’ stato firmato nella giornata di ieri, presso il Dipartimento Politiche agricole e forestali della Regione Basilicata, dall’assessore Luca Braia e dal direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Speciale di Puglia e Basilicata Antonio Fasanella il contratto di affidamento del servizio di analisi per il controllo della trichinellosi nei cinghiali abbattuti. Le analisi saranno eseguite presso le Sezioni diagnostiche provinciali o Zooprofilattico di Tito (Pz) e Matera. I conferimenti avverranno preferibilmente nelle giornate di lunedì e giovedì.
“Formazione del personale alle corrette modalità di prelievo – prosegue l’assessore Braia – rintracciabilità con dati del prelevatore, del cacciatore/selecontrollore e del cinghiale abbattuto, consegna tempestiva dei campioni, con una capillarità sul territorio dei centri di raccolta dei prelievi e dei centri di stoccaggio, assicureranno maggiore rapidità di consegna dell’esito delle analisi mirate ad escludere la presenza delle trichine e quindi la destinazione al consumo della carne di cinghiale, con la consegna del capo al cacciatore/selecontrollore.
Sono due i corsi di formazione teorico/pratica che saranno effettuati entro il 20 settembre prossimo, uno presso la sezione di Potenza e l’altro presso la sezione di Matera, destinati agli operatori impegnati nel programma di selezione. Il corso è diviso in una parte teorica che focalizza la biologia del parassita e le conseguenze per la salute umana, in tutti i suoi aspetti e una parte pratica, nella quale verranno mostrate le modalità di campionamento sulla carcassa del capo abbattuto.”
“La Basilicata con questa iniziativa rappresenta un modello destinato ad essere imitato da altre regioni italiane, poiché nell’ambito di un programma di controllo della popolazione dei selvatici non vengono meno tutte le attività connesse con i programmi di sicurezza alimentare a tutela della salute del cittadino. Tale azione rientra in un programma che tende a consolidare la collaborazione tra la Regione Basilicata e l’IZS di Puglia e Basilicata” – ha dichiarato il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Speciale di Puglia e Basilicata, Antonio Fasanella.
A carico della Regione Basilicata, in caso di esito positivo delle analisi (vale a dire animali infestati dalla trichina), ci sarà anche l’onere dello smaltimento delle carcasse nelle modalità previste dalla norma e attraverso ditte specializzate. Anche questo servizio sarà svolto dall’IZSPB mentre i servizi veterinari provvederanno, per quanto di loro competenza, alla consegna delle stesse presso le sezioni diagnostiche di Matera e Potenza.
Avviata, inoltre, nella stessa giornata, l’interlocuzione tra il Dipartimento Sanità, gli Ambiti Territoriali di Caccia e i Parchi, per definire le modalità di individuazione dei luoghi dislocati sulle aree del territorio regionale candidabili a diventare centri di stoccaggio attrezzati, al fine di consentire il prelievo dei campioni da parte dei servizi veterinari.