Le ultime vicende riguardanti l’enorme quantitativo di Pet Coke giunto dal porto di Taranto con destinazione stabilimento Italcementi di Matera hanno riportato prepotentemente all’attenzione pubblica materana (e non solo) la questione della salubrità dell’aria e dei gravi rischi per la salute delle popolazione legati alle emissioni degli stabilimenti industriali di Matera.
Questa attenzione sull’uso autorizzato del pericolosissimo Pet Coke non deve distogliere l’attenzione dall’altro pericolo che deriva dalla richiesta ancora pendente della stessa Italcementi di poter bruciare fino a 60.000 tonnellate l’anno di CSS – combustibile solido secondario e CDR – combustibile derivato da rifiuti, in sostanza immondizia triturata. O dal pericolo derivante dall’utilizzo del Pet Coke e dell’Olio combustibile in sostituzione del gas metano richiesta da Ila Laterizi (ex Valdadige) a 300 metri dalle case di Borgo Venusio. Tutto questo nel territorio della città di Matera e nelle aree strettamente limitrofe sul quale insistono da oltre 40 anni lo stabilimento Italcementi che ha bruciato, soltanto nel periodo 2010/2014, oltre 210.000 tonnellate di Pet Coke, oltre 10.000 tonnellate di copertoni, 33.000 tonnellate di plastica a fronte di una riduzione di oltre il 60% dell’utilizzo del gas metano e altri insediamenti industriali quali la Ila Laterizi (ex Ila Valdadige).
Perciò il Comitato No Inceneritore – Matera, Legambiente Matera e WWF Matera propongono alla cittadinanza una petizione popolare, ai sensi dell’articolo 57 comma 1 dello Statuto del Comune di Matera e del suo regolamento di attuazione, per richiedere al Sindaco ed al Consiglio comunale che si facciano promotori, in tempi brevi e definiti, della nomina di un consulente tecnico di indubbia preparazione scientifica ed indipendenza affinché sia effettuata una analisi epidemiologica georeferenziata con metodo caso controllo sui casi acuti (un’indagine epidemiologica che garantisca la completezza e veridicità dei dati statistico-scientifici raccolti e che offra un quadro completo della reale situazione sanitaria in cui versa il territorio preso in esame) rispetto alla fonte di inquinamento oggetto di indagine, volta ad evidenziare eventuali criticità sanitarie presenti sui residenti nell’area di ricadute dell’emissione principale dello stabilimento Italcementi di Matera e dello stabilimento Ila Laterizi (ex Valdadige) di Borgo Venusio.
Propongono, in aggiunta, che venga realizzata una analisi approfondita e puntuale del contenuto di diossine nel grasso animale in un raggio di 5/6 km dallo stabilimento Italcementi di Matera.
La raccolta firme per la petizione popolare, da consegnare al più presto al Comune di Matera, avverrà in Piazza Vittorio Veneto sabato 9 e domenica 10 e sabato 16 e domenica 17.
Era ora. Il puzzo è diventato insopportabile.
Però nessuno ha il coraggio di rinunciare alla propria auto o motorino(che inquinano più delle auto)! In via Lucana ormai non si può più andare a piedi per quanto smog c’è! Eppure i carburanti dal petrolio vengono prodotti! Se si dice di no al petrolio o ad altri combustibili bisogna anche proporre una alternativa immediatamente realizzabile, altrimenti si corre il rischio di fare solo una inutile propaganda.