L’abolizione della parity rate – che consente agli hotel di offrire tariffe migliori delle agenzie online – non ha riscosso grandi entusiasmi tra gli albergatori lucani. Finora erano i siti di prenotazione a promettere al cliente il prezzo migliore per una camera, mentre si vietava agli albergatori di fare delle offerte. A qualcuno, la fine della parity rate potrebbe apparire come una rivoluzione. Ma la realtà è un’altra. Perlomeno, gli albergatori più lungimiranti, ossia quelli che hanno sempre avuto a cuore la cosiddetta disintermediazione, già da tempo sono abituati a lavorare meno sul prezzo e più sul valore delle loro offerte di soggiorno, il che vuol dire, fra l’altro, tariffe allineate in tutti i canali di vendita e offerta più vantaggiosa disponibile solo nel canale diretto.
Per Michele Tropiano, presidente Federalberghi-Confcommercio Potenza “è una decisione che aspettavamo da tempo. Per le grandi catene alberghiere è una buona opportunità per svincolandosi dai portali di prenotazione che oggi fanno il bello e il cattivo tempo sul mercato turistico e si incamerano una buona fetta dei guadagni. Ma per i piccoli alberghi cambia poco o nulla, perché appoggiarsi ad un portale li aiuta a vendere garantendo loro una visibilità che difficilmente potrebbero ottenere da soli. I primi a beneficiare di questa importante novità – continua – saranno i consumatori. Non tutti lo sanno ma quando un portale promette il miglior prezzo, in realtà sta dicendo che ha proibito al sito internet dell’albergo di offrire al cliente un prezzo più conveniente”. Federalberghi sottolinea inoltre che “il nuovo sistema, oltre a generare vantaggi per i consumatori (ai quali si offre la possibilità di accedere a tariffe più basse o altri trattamenti di favore), apre nuovi spazi per le imprese (che potranno sviluppare liberamente le proprie politiche commerciali) e per l’erario (che beneficerà di un maggior gettito, altrimenti destinato ad altri stati o ai paradisi fiscali)”.
Nei giorni scorsi è stata diffusa un’indagine realizzata per conto di Federalberghiattraverso un campione rappresentativo della popolazione italiana, rilevando che – per l’estate 2017 – il 55,3% degli italiani ha prenotato la propria vacanza rivolgendosi direttamente all’albergo, mediante il sito internet della struttura (24,0%) o contattandola mediante telefono, mail o altro mezzo (31,3%). Secondo Federalberghi, la quota di prenotazioni dirette online è destinata a crescere, via via che gli operatori e i consumatori familiarizzeranno con le opportunità offerte dalle nuove regole. Non si tratta solo di una questione di prezzo: nel rapporto tra l’ospite e l’albergatore, così come in qualsiasi altro campo della vita – commenta Tropiano – il contatto diretto contribuisce a rafforzare e a personalizzare la relazione. Inoltre, il contatto diretto consente ai turisti di ricevere informazioni di prima mano in relazione alle disponibilità, alla possibilità di soddisfare richieste specifiche e di beneficiare di eventuali offerte speciali o servizi e condizioni particolari.
Per Donatello David, vice presidente Ada (Associazione Direttori Albergo) Basilicata “già da tempo gli hotels organizzati, commercialmente, vendevano le camere senza alcun timore di concorrenza sleale nei confronti dei vari OTA(parity rate). Al prezzo della camera abbinavano un benefit di tipo (earlycheck in o late check out, piuttosto che transfer incluso ec…). In queste aziende ci sono professionisti che si occupano solo della commercializzazione e vendita dei servizi alberghieri tramite il proprio sito abbinato a software dedicati. A parere mio, il problema tocca le strutture improvvisate e poche organizzate, le stesse non conoscendo abbastanza il mercato, si affidano a portali online di settore tipo: Booking.com, expedia, trivago, ecc. pensando di vendere prima e meglio. Solo dopo si rendono conto che vendono sì ma a che tariffe? ed in quali periodi? I costi di intermediazione?. Ci sono tecniche di vendite in cui vede la tariffa variare in base alla occupazione delle camere ovvero, alla stessa camera si può applicare 5-6 tariffe diverse nell’arco della stessa giornata(revenù management) con l’ausilio dei software dedicati(booking engine) abbinato al gestionale d’albergo. L’abolizione della parity rate, costringerà(spero) – dice David – molte strutture ad adeguarsi- formarsi altrimenti saranno destinati a chiudere per mancanza di commesse”. Noi dell’Ada insistiamo innanzitutto per una strategia di marketing, dentro e fuori dal Web, che possa differenziare ogni hotel dalla concorrenza, per attirare il pubblico giusto per la propria offerta di soggiorno; un sito web degno di questo nome: se hai idea di attirare le prenotazioni dirette con un sito “fatto in casa”, parti male”.
Set 06