Il materano Giovanni Caserta commenta in una nota un dato allarmante comunicato in occasione della riapertura delle scuole in Basilicata, con le aule che registrano 4mila alunni in meno. Di seguito la nota integrale.
Primo giorno di scuola in Lucania Basilicata. I giornali precisano che rispetto all’anno scolastico scorso, 2016, nelle aule della regione ci sono 4mila alunni in meno.Questo significa riduzione di posti di lavoro per insegnanti, bidelli e personale amministrativo. Dietro gli scolari che mancano, ci sono famiglie che sono andate via. Scopriamo l’uovo diColombo, se diciamo che sitratta di famiglie giovani, che producono e si riproducono. Non meraviglia, perciò, sestamattina spunta un altro dato. In Lucania Basilicata cisono 23.000 immigrati. Lapopolazione della regione, però, anziché aumentare, diminuisce. Essa aveva 644.297abitanti al censimento del 2011; ne registra 570.365 al censimento del 2016.I politici, gli economisti, i bocconiani, di cui le cronache menano sempregran vanto, non riescono a capire il dramma che si sta consumando. Per tutta risposta, si punta sempre e solo sul turismo. Lo fanno tutti i paesi poveri e sottosviluppati.Il turismo dà la sensazione del guadagno facile e immediato. E che si mostra ai turisti? La diversità del proprio sottosviluppo e le proprie vergogne (leggi Sassi).Insomma, sensazioni esotiche.
La storia degli ultimi cinquant’anni dovrebbe dimostrare che puntare solo sul turismo, economia dei poveri e degli improduttivi, non dà quello che si vorrebbe. Si guardialla Campania, che registra uno dei più grandie indiscussisviluppi turistici d’Italia. Con esso, però, non si risolvono i gravosissimi problemi della disoccupazione, della povertà della connesso disordine sociale, della camorra, dei furti e omicidi… Anzi, la Campania è una delle regioni più disastrate dell’Italia. Anche perla nostra regione, povera e in sottosviluppo,almeno da cinquant’anni, si parla sempre e solo della grande risorsa turistica.Ma attenzione:già negli anni Trenta,padre Marcello Morelli, abate, chiedeva la chiusura della vergogna dei Sassi, da mostrare ai turisti e far guadagni… Negli anni 1970 ci fu chi lanciò il gigantesco progettoIonio-Europa. Tutto valido. Ma che sarebbe di Policoro e Scanzano,se non avesserouna agricoltura californiana? I paesi lucani dell’interno, che non hanno l’agricoltura californiana, sono tutti in fase di desertificazione.E invecehanno le valli su cui contare. Basterebberoquattrofabbrichette per ognuno dei cinque fiumi e si risolverebbeil problema della regione. Machi lo dice? Che si fa? Invece, persino a Colobraro, tutti stanno lì a puntare sul turismo e sul turista, di cui ognuno vorrebbe per sé una parte del corpo, da spolpare. E per arrivare a questo – ma non se ne ottiene nulla – la regione spende migliaiae migliaia di euro in promozione e pubblicità.
Però – si dice- c’è Matera. Già c’è Matera. Ecco che cosa ho ottenuto io e che cosa vedo intorno: rialzo dei prezzi; una sempre maggiore desertificazione della periferia (dove non si chiudono le buche e non si riparano marciapiedi, perché sispazzolano le basole del centro); la chiusura, sempre in periferia,di servizi (unmio fornitore da una settimana si è spostato in via Ascanio Persio); l’emergenza sicurezza (due furti nel mio condominio, in via Lamanna, in due mesi); lo sfratto della libreria Mondadori; la cacciata della libreria dell’Arco; l’agonia della biblioteca provinciale e dell’Archivio di Stato; la chiusura o soppressione della Banca d’Italia, dell’APT, dell’ispettorato dell’agricoltura, del Genio Civile; la mancanza di appartamenti per abitazione a tutto favore di bed and breakfast, case-vacanza; sporcizia e notti bianche, di cui si deve farcarico il Comune; arricchimento indebito dei proprietari di immobili al centro; per rimpinguare le casse comunali, multe per divieti di sosta, aumenti di Tari, Tasu e passi carrabili… Ieri sera, domenica 10 settembre, su RAI-Storia, ho guardato un programma:“Teorema Venezia”,interessante per capire il nostro futuro. Solo ora ilnostro Sindaco si preoccupa dei giovani senza lavoro e della cultura che non dà lavoro. A Matera sei architetto? Sei avvocato? Sei ingegnere? Sei laureato inlettere? Sei laureato ineconomia e commercio?Che puoi fare? Riposta: Il cameriere o il cuoco. E poi?Il cameriere o il cuoco. E poi? Il cameriere o il cuoco. Ma attenzione: solo nei mesi estivi e per il sabato e la domenica, magari sottopagato. E il laureato di Matera, allora, con 110 e lode, se ne va. Anche perché,se qualcuno poi dobbiamo assumere, andiamo fuori. C’è Mauri, c’è Nastasi,c’è Verri… E buona notte bianca, anzi al secchio.
Un amico, il prof. Angelo Colangelo, costretto ad emigrare per raggiungere i figli a Parma, dopo le vacanze passate a Stigliano, mi scrive:“Il 19 agosto è apparsa su <<La Gazzetta del Mezzogiorno>> la raccapricciante notizia che quello di Stigliano è il secondo fronte franoso più importante di Europa. Ampio 1 km e mezzo e alto 700 metri, mette a rischio la vita stessa della comunità”. E, partendo, col pianto nel cuore, scrive una lirica che intitolaEpicedio., e che mi manda:
Sul monte, ferito e vilipeso,
smarrito il borgo sta, e rassegnato.
Dall’uomo offeso ed alla sorte inviso,
invocare aiuto più non osa.
Sol ode il pianto, muto, delle stelle
nel silenzio sgomento della notte.
Null’altro ascolta: ogni voce tace,
tace ogni prece, nel notturno incanto.
Appunto, non resta che l’epicedio.
Seguendo le fasi di Butler (avviamento, sviluppo, maturità, stagnazione e declino di un sito turistico), credo Matera sia già nella fase di stagnazione che precede la fase di declino. La stagnazione è raggiunta con il massimo delle presenze turistiche e da questo momento in poi la destinazione diviene non più appetibile turisticamente. Il “carpe diem” credo abbia fatto anche completamente saltare le fasi di sviluppo e di maturità.