Riportiamo di seguito la risposta della Regione Basilicata alla richiesta del consigliere regionale Gianni Perrino del Movimento 5 Stelle sulla vicenda che riguarda i dati ENI rilevati dai piezometri nell’ambito dell’attività di messa in sicurezza di emergenza a seguito dello sversamento di greggio dai serbatoi del COVA.
Di seguito la nota integrale.
“Gentile Consigliere Regionale,
le rappresento che non è possibile evadere la sua richiesta di trasmissione regolare dei dati prodotti dall’Eni SpA (a cadenza settimanale) , senza prima aver notificato la stessa alla prefata Società, che riveste la qualità di controinteressato in relazione al procedimento di accesso, così come prevede la normativa vigente in materia.
Pertanto, nell’apprezzare la sua attenzione a non aggravare le attività di questo Ufficio, le rappresento che l’Ufficio Regionale competente – Ufficio Prevenzione e Controllo del Dipartimento Ambiente ed Energia –, per quanto di mia conoscenza, sta cercando di individuare ulteriori diverse modalità per dare seguito alla sua richiesta.
Nelle more, la preghiamo di attenderne gli sviluppi, dei quali verrà tempestivamente informato.
Cordiali saluti.”
Perché l’Eni dovrebbe essere “controinteressata” nel procedimento di accesso ad atti di interesse pubblico? Quale diritto alla riservatezza può accampare? Non è diritto dei cittadini conoscere i dati rilevati dai piezometri nell’ambito dell’attività di messa in sicurezza di emergenza a seguito dello sversamento di greggio dai serbatoi del COVA? Se tali dati non ci saranno trasferiti a breve, adiremo le vie legali. Non ci faremo addomesticare da un cane, anche se ha due zampe in più e sputa fuoco.
Gianni Perrino, consigliere regionale Movimento 5 Stelle
Leggieri (M5S): danni del petrolio, cade anche l’ultimo tabù nella nostra Regione. Il COVA va chiuso
Da oggi non è più consentito a nessuno parlare di compatibilità tra estrazioni petrolifere e territorio. Con gli studi effettuati e resi noti solo negli ultimi giorni, cade l’ultimo tabù che consentiva a tanti politici di nascondersi dietro la foglia di fico per non ammettere la realtà. Il petrolio uccide, le estrazioni petrolifere non sono compatibili con il nostro territorio, i cittadini lucani (e in particolare quelli della Val d’Agri) da anni sono in pericolo. Sono i dati del Cnr e in particolare del prof. Bianchi – coordinatore scientifico del progetto di valutazione di impatto sulla salute – a dirci che nei comuni della Val d’Agri c’è una incidenza della mortalità e della ospedalizzazione maggiore che nelle altre zone della Regione.
I comuni di Viggiano e Grumento Nova – in base a quanto riferito dal prof. Bianchi nel corso dell’audizione in III commissione- sono quelli più esposti che subiscono i danni maggiori. È proprio in questi comuni ed in particolare nel territorio di Viggiano a registrarsi il più alto tasso di mortalità e di ospedalizzazione le donne sono purtroppo i soggetti più esposti. Le percentuali sono chiare e non lasciano dubbi sull’incidenza negativa della presenza del Cova nella zona, percentuali di gran lunga superiori a quelle registrate nel resto del territorio regionale a riprova che qualcosa proprio non va. Uno studio preciso, scientifico e inattaccabile che conferma tutto quello che da anni andiamo affermando e che purtroppo non è mai stato preso seriamente sul serio da parte di chi ha responsabilità di governo in questa Regione.
Ora chiediamo un intervento deciso, basta tentennamenti e basta chiacchiere inutili. Non vogliamo più scuse da parte di nessuno e chiediamo al Presidente Pittella e all’Assessore Pietrantuono di assumere le azioni conseguenziali per tutelare i cittadini lucani. Personalmente resto basito per il richiamo fatto da alcuni sindaci a evitare strumentalizzazioni. Si tratta di dichiarazioni fuori luogo che mostrano la contraddizione di fondo che si ha nella politica locale, incapace di staccare il cordone ombelicale che lega comuni e regione ai soldi che arrivano da ENI. Eppure, la maggiore preoccupazione dei Sindaci – nella loro veste di prima autorità sanitaria sul territorio – dovrebbe essere rivolta a tutelare la salute dei cittadini e non gli interessi economici di chicchessia. È inaccettabile che dinanzi a dati così chiari si continui da parte dei primi cittadini a tergiversare. Comportamenti irresponsabili che fanno il pari con le mancate risposte alle richieste presentate in questi mesi. Personalmente sono ancora in attesa di ricevere una risposta ufficiale alla richiesta di pubblicazione dei referti epidemiologici da parte dei comuni della Val d’Agri.
Si tratta di una richiesta inviata direttamente ai primi cittadini e caduta nel vuoto. Eppure il referto epidemiologico è un atto importantissimo che contiene tutta una serie di dati aggiornatissimi e fotografa in maniera dettagliata la situazione sanitaria di ogni singolo comune.
Come inaccettabile è stato il comportamento della Regione che con troppa fretta ha deciso di riaprire il Cova per non scontentare l’ENI e il Governo centrale.
Adesso è giunto il momento di pensare ai cittadini, il momento di fare l’unica cosa giusta e di buon senso, chiudere il Cova e mettere in campo una strategia di uscita dalle estrazioni petrolifere per salvare questa Regione da altri disastri.