L’ultimo programma di sviluppo rurale (P.S.R.) approvato anche con il parere favorevole delle storiche organizzazioni di categoria – l’ha dichiarato più volte l’Assessore in carica Braia -, e i conseguenti bandi penalizzano come nel passato tutte quelle aziende agricole strozzate dall’indebitamento verso banche, INPS, ecc. ecc.
I vincoli imposti dalla Regione sui documenti fiscali attraverso “la quietanza”, la presentazione della dichiarazione dell’Istituto bancario sullo stato di solidità dell’azienda e in definitiva la presentazione del DURC (Documento Unificato sulla regolarità contributiva) costituiscono una pesante condizione limitativa se non proibitiva per tutte le aziende in sofferenza che intendono accedere ai bandi regionali. L’attuale giungla normativa nazionale e regionale di fatto, invece di sostenere le aziende in difficoltà, le espelle dal processo produttivo portandole al fallimento e alla chiusura ignorando lo stato di crisi, oramai strutturale, in cui versa il settore agricolo-zootecnico.
Alcuni dati ci aiutano a capire in quali disastrose condizioni economico-finanziarie versano le aziende agricole in Basilicata: il 45% versa in una situazione debitoria complessiva che supera più della metà il valore dei capitali mobili ed immobili; il 35%, che comprende piccole e medie aziende per lo più ad indirizzo intensivo o semi-intensivo ricadenti nella bassa pianura Metapontina nonché in collina e in montagna, si caratterizza per livelli di indebitamento che superano il più delle volte il valore dell’azienda stessa; solo il 20% delle aziende costituisce dato positivo dal punto di vista economico.
Che dire poi dell’assenza di Par condicio tra le aziende della provincia di Potenza e quella di Matera a causa di invenzioni di tipo clientelare ed elettoralistico finalizzate a favorire la provincia di Potenza e a penalizzare conseguentemente quella di Matera, soprattutto a causa e per effetto di limitati fondi a disposizione dei diversi bandi.
Tanto per fare un esempio, a fronte di pari condizioni di azienda e di impresa, a quella potentina viene riconosciuto un maggiore punteggio; in pratica l’esclusione di quasi tutte le aziende del materano da alcuni bandi.
A fronte di tale sperequazione, che si traduce in vantaggi per alcune aree e in forte svantaggio per altre, è necessario, per non ripetere gli errori anche recenti –vedi Primo Insediamento, favoritismi e delusioni–, ripensare l’impostazione programmatica e la ripartizione dei fondi del P.S.R.
Non più eludibile è il problema della debitoria delle aziende che in sostanza le espelle dal processo produttivo e le priva anche di speranza e prospettive.
In definitiva le attuali politiche agricole nazionali e regionali invece di concordare norme e leggi per porre sullo stesso piano di accesso agli aiuti pubblici tutte le aziende approfondiscono ulteriormente il divario tra le aziende extramarginali, marginali ed intramarginali.
Dal canto suo Tavolo Verde Basilicata è impegnato a livello regionale, nazionale e istituzionale affinché possa diventare legge in tempi brevi quella che attiene l’abbattimento della debitoria che strozza le aziende agricole anche della Basilicata, in modo da evitare che un patrimonio di esperienze, di professionalità e di ricchezza possa finire nelle mani di speculatori e di criminali organizzati.
Tavolo Verde Basilicata