Nel corso dei lavori della seconda Commissione (Bilancio e Programmazione) convocata da Giannino Romaniello (Gm), ascoltato, su richiesta del consigliere Lacorazza (Pd), il dirigente generale della Presidenza della Giunta, Vito Marsico, sul finanziamento del programma Operativo val D’Agri.
Marsico ha posto in rilievo “la situazione del programma P.O.Val D’Agri”, sottolineando che “alla base, la dotazione finanziaria scaturisce dall’attuale normativa che destina il 30 per cento del gettito erariale derivante dalle estrazioni petrolifere ai territori interessati agli stessi, così come rimarcato dalla Corte dei Conti, anche in occasione della mancata parifica del rendiconto 2015 della Regione. Lo Stato destina il 30 per cento dei fondi agli investimenti attraverso il sistema della concertazione e non l’unilateralità regionale. La legge di stabilità 2017 – ha continuato Marsico – ha previsto l’accensione di un primo mutuo pari a 30 milioni di euro parte dei quali in quota libera”.
Il dirigente dell’Ufficio progetti speciali Val D’Agri, Luigi Marotta, ha evidenziato “le difficoltà legate alla carenza di personale per l’attuazione del programma e le criticità derivanti dalla riprogrammazione. Occorre avere certezze – ha detto Marotta – sui flussi di cassa e le integrazioni”.
Lacorazza si è detto “insoddisfatto dell’audizione, annunciando iniziative forti al cospetto di una intera popolazione che da troppo tempo subisce le conseguenze negative delle estrazioni senza ricevere alcuna misura compensativa in termini di investimenti. Si continua a navigare a vista – ha affermato –ed è necessario predisporre un apposito capitolo che dia trasparenza agli incassi ed alla risorse destinate per la programmazione negoziata così come prevede la legge. Al clamore ed agli effetti generati dalla presentazione della Vis – ha sostenuto – si aggiunge la confusione che ancora c’è sul Programma Operativo Val d’Agri Melandro Sauro Camastra, vale a dire su un patto di investimenti che non può essere tradito. E’ dal 2015 che formalmente pongo questo tema non solo per l’area originaria della cosiddetta Legge 40/1995, ma anche per gli Enti locali che successivamente sono rientrati nel programma”. Non mollerò su quello che, in definitiva, possiamo considerare – ha sottolineato – un fallimento”.
“Sul punto– ha concluso – non farò marcia indietro, mancando circa 60 ml di euro ed in presenza di interventi infrastrutturali non più rinviabili (SP 89 Roccanova Fondovalle dell’Agri, la “Visciglieta” Sarconi, collegamento area PIP centro abitato Moliterno, etc.) valutando anche eventuali riprogrammazioni”.
Il presidente Romaniello ha espresso “l’esigenza di un approfondimento della questione, chiedendo una relazione più dettagliata da far pervenire alla Commissione nel giro di 15 giorni dalla quale si evinca la programmazione, come si intende procedere in merito al completamento del P.O. Val D’agri e, quindi, maggiore trasparenza sulle decisioni future. Far evincere le criticità – ha sottolineato Romaniello – la reale disponibilità di risorse per poi trovare una intesa con una riprogrammazione condivisa”.
La seconda Commissione ha, quindi, audito, sempre su richiesta del consigliere Lacorazza, il direttore della Lab (Lavoro Apprendimento Basilicata), Antonio Severino Fiore, sull’Avviso pubblico per la formazione di una short list.
Lacorazza, nel motivare la sua richiesta di audizione, ha detto che “l’Avviso pubblico per la formazione della short list è incompatibile con la normativa istitutiva della Lab ed è in contrasto con gli orientamenti assunti dal Consiglio regionale con la mozione del 20 settembre 2016 finalizzata a garantire la continuità lavorativa delle professionalità di cui la Regione e le Province hanno beneficiato nel corso degli anni. L’Avviso – ha sottolineato – va ritirato visto che non si tratta di una ‘svista’ come credevo fosse”.
Fiore ha esposto “una relazionein merito alle ragioni per le quali si è proceduto all’emanazione del bando, ragioni riconducibili, soprattutto, alla carenza di personale professionalmente adeguato. La pianta organica è insufficiente e va rivista per incarichi e servizi più specifici Vi è poi da considerare – ha aggiunto Fiore – l’iter procedurale che prevede una serie di autorizzazioni da attivare in mancanza, tra l’altro, di una anagrafe precisa delle risorse a disposizione. Conla short list (i termini per la presentazione delle domande sono scaduti) si voleva trovare una figura con caratteristiche tali da assumere specifiche responsabilità in tempi brevi. Si tratta di una gestione straordinaria di start up”.
Lacorazza, rimanendo sulle sue posizioni, ha affermato che “pur rendendosi conto delle criticità ritiene che l’Avviso pubblico va ritirato perché non concorde alla norma. “Insisto – ha ribadito – l’Avviso non è conforme alla legge. La Lab ha una sua autonomia e gli uffici regionali potrebbero dare un grande aiuto per risolvere le problematiche vissute dall’ Agenzia. Subito andrebbe pubblicato, di concerto con i sindacati, un avviso che tenga nel debito conto i punteggi di ciascun candidato e l’esperienza maturata. Bisogna assolutamente evitare di aggravare una procedura di per sé illegittima per cui si rende necessario un approfondimento legale immediato. I termini dell’Avviso potranno essere sospesi o prolungati”.
Per Romaniello occorreva “attivare un confronto con la Regione ed ora bisogna dare un segnale di buonsenso in accordo con il sindacato non attivando la short list e chiedendo l’ausilio di chi ha avuto da sempre rapporto con le agenzie per reperire le figure professionali con le caratteristiche ad hoc. Capire la platea effettiva e poi agire”.
Hanno partecipato ai lavori della seconda Commissione, oltre al presidente Giannino Romaniello (Gm), i consiglieri Carmine Miranda Castelgrande, Mario Polese, Piero Lacorazza (Pd), Gianni Leggieri (M5s), Michele Napoli (Pdl-Fi), Aurelio Pace (Gm), Luigi Bradascio (Pp).