La legge sui Piccoli Comuni è il risultato di un impegno che dura da anni innanzitutto dei sindaci ed amministratori dei centri minori al quale Forza Italia ha dato il suo contributo sino al voto a favore credendo che grazie ad essa ci si sta incamminando sulla buon strada della lotta, principalmente, allo spopolamento che da anni colpisce intere aree del Paese. A sostenerlo è il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Forza Italia).
Si pensi, ad esempio, limitando l’analisi all’area della Collina Materana, – aggiunge – che nell’ultimo quinquennio abbiamo avuto, altre migliaia di giovani tra i 18 ed i 35 anni che sono emigrati altrove in cerca di fortuna. Abbiamo perso una parte del nostro futuro!
Sono dunque tanti i Comuni delle due province che hanno bisogno di misure specifiche per consentire loro di tornare a vivere: il termine “desertificazione sociale”, infatti, è uscito da tempo dal ristretto cerchio del dibattito specialistico e, purtroppo, tantissimi nostri concittadini sanno benissimo, vivendolo sulla propria pelle, il significato concreto di quella espressione. Una legge che interviene a favore dello sviluppo strutturale per i borghi con meno di 5.000 abitanti era dunque attesa, direi invocata da almeno venti anni a questa parte.
Per tornare alla Collina Materana questi Comuni sono afflitti da una pesante rarefazione dei servizi pubblici, progressivamente concretizzatasi nel corso di almeno 30-40 anni a questa parte. Pur non attribuendo poteri magici alla nuova legge, il segnale di attenzione che arriva dal Parlamento va tradotto in interventi ulteriori sia di programmazione nazionale che regionale. Auspico che gli amministratori e la classe dirigente locali sappiano ora cogliere l’opportunità delle misure di rinascita e di sviluppo che la legge dischiude. Opportunità per tutto il Paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy. E su questo il Consiglio Regionale deve fare ancora molto adeguando normative che sono superate e favorendo le Unioni dei Comuni.
Tra le principali novità introdotte dalla legge e particolarmente attese dalle nostre comunità – dice Castelluccio – l’istituzione di centri multifunzionali per la fornitura di servizi in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, autorizzati a stipulare convenzioni e contratti di appalto con gli imprenditori agricoli; il riconoscimento ai piccoli Comuni della funzione di sviluppo socio-economico del loro territorio, da esercitarsi obbligatoriamente in forma associata attraverso le Unioni di Comuni e le Unioni montane di Comuni; la possibilità di realizzare, anche in forma associata e d’intesa con la Regione, iniziative per sviluppare l’offerta complessiva dei servizi postali congiuntamente ad altri servizi in specifici ambiti territoriali, attraverso la rete capillare degli uffici postali; il consumo e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta a chilometro utile. La legge prevede una serie di norme per facilitare e promuovere la vendita diretta dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta a chilometro utile, cioè quelli per i quali le aree di produzione e trasformazione sono poste a una distanza non superiore a 50 chilometri di raggio dal luogo di vendita e in assenza di intermediari commerciali. I Piccoli Comuni – conclude – non sono un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e proiettarle nel futuro. Un’idea ambiziosa di Italia passa anche dalla giusta valorizzazione di territori, comunità e talenti.