“Ascoltare ed incontrare chi è in difficoltà ma che prova a riscattarsi è esercizio utile a ristabilire le priorità. L’agricoltura sociale è un tema che necessita di approccio cauto ed umile, con chiavi di lettura che comprendono vari livelli di attori ed esperienze che vanno messe insieme con responsabilità. Siamo ormai prossimi alla presentazione di un Disegno di legge regionale, da licenziare entro novembre prossimo”.
Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche agricole e forestali Luca Braia, intervenendo al seminario su “Agricoltura sociale, un’opportunità per le politiche sociali in Basilicata” tenutosi ieri presso la sede della fattoria sociale “Le 3 Querce”.
“L’agricoltura sociale – prosegue Braia – è innanzitutto un forte passaggio culturale oltre che una attenzione politica nei riguardi di persone che vivono in stato di difficoltà (disabilità, tossicodipendenze, situazioni familiari al limite, solitudine, disoccupazione, anziani, bambini ecc.) che non possiamo non attenzionare, se intendiamo caratterizzare il nostro operato all’interno di una società civile ed inclusiva che non abbandona gli ultimi, con servizi per la comunità che spesso la pubblica amministrazione non riesce più a garantire nei settori ad esempio della didattica e della sanità. Ecco perché occorre ristabilire le priorità.
Abbiamo accolto bene la legge nazionale sull’agricoltura sociale che ne legittima finalmente il ruolo ed è assolutamente opportuna. Sono 1200 gli operatori di agricoltura sociale a livello nazionale nei 4 settori previsti dalla legge, tra cui 336 aziende agricole e 430 cooperative sociali, dai dati di Rete Rurale Nazionale. Auspichiamo che si chiuda l’iter relativo ai decreti attuativi, purtroppo in sospeso, che consentano anche alla Basilicata di arrivare alla formulazione compiuta di una legge regionale che risponda ai dettami nazionali.
L’agricoltura è azione e dimensione sociale per definizione: essere agricoltore oggi non è solo produrre cibo ma manutenere un intero territorio e occuparsi della comunità. Il settore primario vive finalmente un rinnovato protagonismo, ritrovandosi al centro di tanti altri processi economici. In Basilicata l’agricoltura sociale va pensata in stretta relazione con la nostra terra e con la necessità di recuperare la funzione di erogare servizi sociali alle comunità prevalentemente rurali che vivono nei nostri comuni.
C’è una stretta relazione tra i servizi e la comunità nei 101 comuni su 131 sotto i 5000 abitanti della nostra regione e a rischio spopolamento. Spesso l’agricoltura è unica risposta possibile anche per garantire servizi minimi ed è responsabilità di una politica intelligente recuperare e dare attenzione in chiave moderna a servizi che in altro modo non sarebbe possibile fornire ai cittadini, quali asili, sanità, produzione del cibo. I bandi del Psr Basilicata, Misure 7.4 e 7.5 hanno provato a sposare questa direzione di marcia con un investimento sul territorio per mettere nelle condizioni i cittadini di utilizzare servizi sul posto dove vivono, per generare economia, dai servizi socio assistenziali ad asili e ludoteche, dalla telemedicina ai servizi culturali, ricreativi e sportivi, ma anche con miglioramento dell’accesso alla rete wifi e azioni per la valorizzazione del patrimonio naturalistico.
E’ maturo il tempo di definire un quadro di norme regionali che si collegano al quadro nazionale per fornire risposta a tutto un mondo nel modo più efficace possibile, da vivere nella dimensione della relazione e della rete, facendo operazione di sintesi e di aggregazione. Sarà decisivo rendere lo strumento legislativo, che andremo a determinare e il cui DDL intendiamo licenziare nel giro di qualche mese, in grado di costruire e sostenere la capacità di stare insieme, prevedendo una programmazione adeguata su cui orientare le azioni e la complementarietà delle funzioni e degli attori per intercettare finanza adeguata in ottica plurifondo.
Sono fermamente convinto – ha concluso l’Assessore Braia – che parte del riscatto della comunità lucana passi attraverso l’agricoltura sociale mutuando e rafforzando, mettendo in rete e sostenendo le esperienze positive, come questa di Picerno, del territorio. Esperienze di comunità che diventano modello stesso della risposta che una pubblica amministrazione può e deve dare alla collettività.
Connessione tra gli attori, integrazione, formazione adeguata, azioni che rendano protagonisti del proprio futuro chi, per ragioni che non sta a nessuno giudicare, si ritrova nella necessità di riconciliarsi con se stesso e con la società, nella quale ritornare a sentirsi vivi e utili. Il Dipartimento Agricoltura sta elaborando un testo, condiviso già in vari tavoli di lavoro con le parti interessate, che dia ampie possibilità ai soggetti coinvolti, in un quadro di norme chiare dove poter calare gli strumenti e i bandi che possano premiare gli operatori dell’agricoltura sociale o l’uso dei prodotti provenienti dalla stessa, come già possibile per i comuni nelle mense scolastiche”.