“All’indifferenza e all’arroganza che il Governo regionale mostra rispetto all’impoverimento ed al degrado che sta investendo la Provincia di Matera, bisogna rispondere invertendo le tendenze in atto ed affermare il diritto dei materani al lavoro, alla formazione, alla sicurezza, alla salute: bisogna cambiare nettamente il segno delle scelte politiche che i Governi nazionale e regionale, stanno compiendo mediante un processo di ulteriore aggravamento della condizione economica, sociale e civile del territorio”.
Lo dice il segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano per il quale, “perché questo avvenga è prima di tutto necessario che i Comuni si mettano in rete tra di loro considerato che oggi, sono innanzitutto pervasi da una mancanza di seria politica industriale. L’abbandono delle politiche per il Mezzogiorno attuato dal Governo, il rifiuto del metodo della programmazione e della finalizzazione della spesa da parte della Giunta Regionale, l’incapacità di utilizzare al meglio i Fondi Europei, i colpi tremendi inferti alla finanza locale con il taglio secco dei trasferimenti, hanno provocato – prosegue Giordano – il peggioramento di tutti gli indicatori dello sviluppo, rendendo i comuni sempre più estranei ai processi di crescita. Accanto alle difficoltà storiche, i comuni della provincia di Matera registrano un fattore di arretratezza in più, determinato da una classe di governo incapace di produrre un progetto di sviluppo e di valorizzare le risorse locali . Per tali ragioni l’Ugl rivendica una politica di coordinamento e integrazione delle risorse finalizzata a creare lavoro ed a difendere il lavoro che c’è. Il materano non ha bisogno d’interventi estemporanei di sapore elettoralistico (come stà avvenendo con l’evento Matera 2019) che creano solo nuove forme di precariato, è necessario che la spesa si concentri su progetti e produca lavoro buono come ben è successo con i primi 30 anni della Barilla e dei 26 della Fca a Melfi, anni di successi sorprendenti. Così come va rilanciato, adeguato l’insufficiente sistema integrato di politiche attive del lavoro, per le quali non servono altre leggine, ma la messa in moto di strumenti che vanno finalmente attrezzati di un adeguato sistema informatico e messi in grado di offrire servizi come l’orientamento, percorsi d’inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro, e la formazione, che richiede un’effettiva integrazione tra Università, scuola e formazione professionale. Perché questo possa avvenire, il primo passo è che la Regione si liberi della gestione, peraltro fallimentare, della formazione, che va consegnata per intero alle Provincie e metta invece mano alla programmazione ed alla costruzione di politiche fondate sull’integrazione e sulla qualità. Dall’intero sistema scolastico e dal diritto allo studio che non sono questioni residuali ma fattori essenziali dello sviluppo. Un credibile disegno di politiche industriale e dell’artigianato che scelga filiere, reti d’impresa e territori su cui concentrare le risorse anche per dare soluzioni occupazionali ai lavoratori delle aziende in crisi. Non c’è soluzione ai problemi dell’insediamento industriale materano, fatto di piccole e piccolissime imprese, se non vanno anche consolidati i vantaggi competitivi con l’apertura all’esterno dei flussi produttivi e delle reti locali. Per questo è necessario per l’Ugl – conclude Giordano – il consolidamento e lo sviluppo della società dell’informazione, delle politiche per l’innovazione e la ricerca, rendendo vive e sfruttare le risorse dell’Enea, dell’Agrobios: così come è urgente il rafforzamento di politiche di promozione e di marketing territoriale che permettono alle imprese un maggior grado d’identificazione dei distretti industriali, fino ad affrontare con forza e determinazione il grande nodo del credito”.