Il movimento politico Matera si muove chiede una nuova legge elettorale regionale con collegi uninominali ed abolizione del listino per dare più voce alle tante lucanie. Di seguito la nota integrale.
La politica regionale deve ricercare e provocare una discussione ariosa e plurale – con ed al di là delle forze politiche attualmente presenti in Consiglio Regionale – sul tema della legge elettorale regionale.
In questi giorni da ultimo abbiamo letto gli interventi di Boccia e Lacorazza sul tema. Quasi tutti, e non solo loro, sembrano dichiararsi favorevoli all’abolizione del listino dei bloccati o “nominati” . Ed anche noi lo siamo.
Ma in tutte le proposte fino ad oggi lette o formalizzate si insiste soprattutto su taluni aspetti non di minor importanza, per carità, quali il diritto alla rappresentanza delle forze politiche, la governabilità, la necessità che l’eletto sia espressione diretta del corpo elettorale. Tutti principi che vanno senza alcun dubbio affrontati e risolti in un progetto di riforma.
Ma accanto a questi, noi riteniamo che vi sia un’altra problematica tutta lucana che va affrontata in quanto storicamente e politicamente mai risolta.
Il dibattito costituzionale e quello sulle regole del “gioco” non può prescindere dall’affrontare e risolvere il “tema esiziale” della futura sopravvivenza della stessa Regione Basilicata trovando fondamento materiale sulla necessità di sancire un “Nuovo Patto di unità Regionale”. Questo nuovo Patto deve sostanziarsi in una legge elettorale che realizzi il principio della “rappresentanza-rappresentatività “delle tante Lucanie spesso così differenti e lontane tra loro, e che a causa dei sistemi elettorali vigenti vengono soggiogate ed emarginate dalle logiche centrali dei capoluoghi.
Ecco perché proponiamo l’ adozione di un sistema di elezione del prossimo Consiglio Regionale basato sulla elezione diretta del Presidente della Giunta ma armonizzato con la elezione dei 20 consiglieri regionali eletti in rispettivi 20 collegi uninominali in cui suddividere le tante” Lucanie “ di Regione.
Un giusto equilibrio e sintesi : l’ unita istituzionale e politica regionale interpretata dalla elezione diretta del Presidente della Giunta e la “rappresentanza-rappresentatività “ dei tanti territori differenti e distanti tra di loro interpretati dagli eletti consiglieri regionali eletti nei rispettivi collegi uninominali di provenienza .
I 575000 elettori lucani aventi diritto nel 2013 verrebbero così suddivisi grosso modo in collegi uninominali da 26000/28000 elettori circa. Il che vorrebbe dire sempre con approssimazione che Potenza (58000 elettori ) verrebbe suddivisa in 2 collegi, 2 collegi uninominali anche a Matera con i sui 49900 elettori e con l’accorpamento- per esempio -dei 9000 circa elettori di Montescaglioso.
Ed ancora a titolo meramente esemplificativo si potrebbe prevedere Collegio per esempio di Melfi –Lavello o Melfi-Rionero ,quello di Pisticci -Bernalda o quello di Policoro-Scanzano-Nova Siri. Una Commissione elettorale allargata ai Sindaci sarebbe l ‘organismo tecnico politico deputato alla miglior identificazione razionale dei collegi territorialmente omogenei.
Ma a parte la certezza della rappresentanza territoriale dei due capoluoghi di provincia anche le altre aree lucane geograficamente e non solo distantissime tra di loro avrebbero una nuova e significativa rappresentanza costituzionalmente e quindi politicamente garantita.
Ma non è soltanto una questione di rappresentanza dei territori in termini numerici. Vi è soprattutto l’aspetto della “rappresentatività a “Potenza”, nel Consiglio regionale, di quei territori medesimi e del loro accresciuto “peso politico” attraverso i propri consiglieri eletti e strettamente legati più al territorio del collegio che ai Partiti e /o ai movimenti di appartenenza .
Un simile sistema elettorale suddiviso in collegi uninominali riduce il peso e le influenze dai giochi delle segreterie regionali di partito e non privilegiano scelte che devo necessariamente essere in sintonia con il comune sentire dell’ opinione pubblica dei territori.
Mette al centro le qualità dei candidati che debbono raggiungere in prima battuta il 50% più uno dei voti del collegio o riuscire a coagulare, in un eventuale ballottaggio, consensi ancor più ampi nelle comunità . Sarebbe praticamente impossibile eleggere consiglieri regionali con appena 700 voti come è accaduto ed accade con il sistema ancora vigente .
La valenza politica riformatrice ed innovatrice di questo sistema basato sui collegi uninominali viene integrata nel procedimento elettorale ,infatti ,della previsione di un eventuale ballottaggio tra i primi due candidati che non dovessero raggiungere la soglia del 50% più uno dei voti. Questo indurrebbe, in caso di ballottaggio, alle liste, ai partiti e movimenti di aggregarsi per fare sintesi e dare una voce il più possibile unitaria innanzitutto al proprio territorio.