Inquinamento Itrec Rotondella, Pedicini (M5s): un’altra emergenza ignorata e sottovalutata da Pittella e dalle istituzioni preposte. Di seguito la nota integrale.
Le numerose emergenze ambientali e sanitarie che sono venute alla luce in Basilicata nell’ultimo periodo sono allarmanti. L’irresponsabilità delle istituzioni che dovevano controllare, ed evitare che tutto questo avvenisse, è scandalosa.
A settembre scorso è stato reso noto il raccapricciante studio del Cnr sulla situazione sanitaria nelle aree petrolifere della Val d’Agri. Ora, sono emersi i drammatici dati sulla contaminazione delle falde acquifere vicine all’impianto nucleare Itrec di Rotondella (inquinanti pericolosi fino a 500 volte superiori al limite normativo previsto). In entrambi i casi, hanno prevalso i silenzi, i ritardi e le sottovalutazioni da parte degli organismi pubblici locali e nazionali: Governo nazionale, Regione Basilicata, Comuni, Ispra, Sogin, Arpab, Asl, hanno ignorato, per scelta o per negligenza, la realtà. Si tratta di una vergogna indicibile che ha prodotto danni incalcolabili e imprevedibili alla salute di migliaia di cittadini e ai territori interessati.
Delle devastazioni provocate dalle estrazioni petrolifere in Val d’Agri, e delle responsabilità di chi doveva controllare, ci siamo occupati già molte volte. Dell’inquinamento prodotto nell’area dell’Itrec di Rotondella, vogliamo occuparcene oggi. In particolare, vogliamo evidenziare l’assenza della Regione Basilicata.
Dov’era, la Regione e il solerte governatore del Pd Pittella, quando già nel 2010 si inizio a parlare delle contaminazioni radioattive provocate dai monoliti interrati sotto il Centro Enea e dal vecchio impianto Magnox realizzato negli anni ’80. E cosa ha fatto la Regione, quando nel 2015 la Sogin ha ufficializzato la presenza della contaminazione. Perché sono trascorsi tutti questi anni e solo adesso, dopo che sono stati resi noti i drammatici dati sulle falde acquifere inquinate, e dopo la conferenza di servizio del 3 ottobre scorso a Rotondella, la Regione, Arpab, Sogin ed Enea hanno iniziato ad occuparsi concretamente degli interventi necessari per fronteggiare l’emergenza. Perché solo ora, viene detto che andrebbe rimosso il serbatoio e la relativa condotta del dismesso impianto Magnox (sono passati 30 anni); che occorre rafforzare la rete dei piezometri, anche a valle della Statale 106 ionica, al fine di indagare un’eventuale propagazione della contaminazione in varie zone del Metapontino; che occorre realizzare una barriera idraulica a valle del sito ed effettuare un monitoraggio mensile delle acque di falda all’interno ed all’esterno della barriera.
Perché tutto questo viene detto dopo decenni, nonostante fosse noto che il Centro Enea è uno dei siti nucleari più pericolosi d’Italia? Perché non sono mai stati fatti dei lavori di bonifica? E ancora. In che condizioni si trovano il fiume Sinni, la flora, la fauna ittica a ridosso dell’attuale e dei vecchi scarichi dell’Itrec?
Il governatore Pittella è consigliere regionale dal 2005, assessore regionale dal 2012 e governatore da quattro anni: cosa ha fatto finora? Niente, disinteresse assoluto. Ora, all’improvviso, per pura speculazione elettorale, fa finta di aver scoperto i temi ambientali in Val d’Agri e nel Metapontino. Poi, dopo le prossime elezioni, se lui o i suoi amici rivincessero, tornerebbero a devastare la Basilicata insieme alle multinazionali, infischiandosene della salute pubblica e della tutela del territorio.
Unico aspetto positivo, la consapevolezza che il lavoro di denuncia del M5S, delle associazioni ambientaliste e di tanti cittadini liberi e coraggiosi, sta spingendo la magistratura ad indagare e la Regione ad attivarsi.
Inoltre, ci auguriamo che nei prossimi mesi non emergano altre emergenze e scandali, quali Total, termodistruttore Fenice, Tecnoparco, bonifica Valbasento e ex Liquichimica, eolico selvaggio, ecc. L’elenco è lungo. Decine di bombe ambientali, abbandonate a se stesse o gestite malissimo.
Una cosa è certa: il M5S controllerà e continuerà a denunciare le inadempienze e qualsiasi commistione tra istituzioni e lobby collegate. Per farlo, ancora con più forza, la vecchia politica va sconfitta e la Basilicata va rifondata e salvata prima che sia troppo tardi.