“L’ospedale di Villa d’Agri potrebbe diventare un piccolo gioiellino, senza stravolgimenti, con le cose adeguate per la portata e per le criticità della valle”. Con queste parole il presidente della giunta regionale, Marcello Pittella, ha chiuso l’incontro tenutosi presso il Centro Sociale di Villa d’Agri sul riordino del sistema sanitario regionale, alla presenza dell’assessore alle Politiche per la Persona, Flavia Franconi, dei vertici della sanità lucana e del nosocomio valligiano. “Nonostante i vincoli normativi”, ha sottolineato il governatore, “abbiamo deciso di non chiudere gli ospedali, adottando la tecnica del giusto ovunque, tanto a Villa d’Agri quanto a Lagonegro e Melfi, ma non del superfluo, perché quello non ce lo possiamo permettere”. Fra i temi al centro del dibattito, che ha visto la partecipazione dei sindaci dell’area oltre che del Comitato popolare “Uniti per la Val d’Agri, il piano stralcio assunzioni che consentirà di superare alcune criticità emerse con il trasferimento di funzioni al San Carlo di Potenza. L’incontro è stato preceduto da una visita al presidio ospedaliero, nel corso del quale sono stati verificati i passi avanti compiuti sulla strada della riorganizzazione. “Il 118 ritorna dov’era e con il Consultorio si apre il percorso donne” ha spiegato Pittella, “ora proviamo a recuperare condividendo tra territorio e acuzie la farmacia, e a ultimare i lavori che daranno a Villa d’Agri la risonanza magnetica, mi auguro entro dicembre, e il nuovo blocco centrale ammodernato. Tutto questo con finanziamenti già assentiti, deliberati”. Il governatore ha espresso l’intenzione di ritornare a Villa d’Agri prima della fine dell’anno per un ulteriore aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori. Fra le necessità emerse dagli interventi dei direttori generali di Asp e San Carlo, Giovanni Bochicchio e Rocco Maglietta, soprattutto quella di perseguire una maggiore integrazione fra ospedali e territorio, potenziando i percorsi di cura a monte e a valle dei nosocomio.
“L’impressione per il lavoro fatto in combinazione da Asp e San Carlo è molto positiva”. È il commento del presidente della giunta regionale, Marcello Pittella, a seguito della visita all’Ospedale di Villa d’Agri che si è svolta oggi nel primo pomeriggio. “Il 118 ritorna dov’era e con il Consultorio si apre il percorso donne – ha aggiunto il governatore – ora proviamo a
recuperare condividendo tra territorio e acuzie la farmacia, e proviamo anche a ultimare i
lavori che daranno a Villa d’Agri la risonanza magnetica e il nuovo blocco centrale
ammodernato”. “Tutto questo con finanziamenti già assentiti, deliberati”, ha precisato.
Durante il sopralluogo, a cui hanno preso parte, tra gli altri, l’assessore alle Politiche per la Persona, Flavia Franconi, i vertici della sanità lucana e del nosocomio valligiano, e il
sindaco di Marsicovetere, Sergio Claudio Cantiani, è stata verificata anche la struttura
destinata alla lungodegenza.
“Molte cose sono andate avanti. Ora abbiamo bisogno di capire i contenuti – ha spiegato –
il cronoprogramma che provo a consegnare a me prima di tutto per senso di responsabilità, ai direttori generali e alla società di questo territorio, è che entro fine anno vorrei che si
completasse il percorso in via di ultimazione e si decidesse di concerto con il sindaco e la comunità della Val d’Agri la destinazione anche del padiglione non dedicato alle acuzie ma al territorio. Dobbiamo capire se non si può fare riabilitazione per contingentamento di
numeri e nel caso quali altre forme di prestazione sanitaria avanzata possiamo mettere in campo. Ci sono delle idee allo studio, dobbiamo discuterle e concordarle”.
OSPEDALE VILLA D’AGRI, ASS. BENE COMUNE VIGGIANO: PIU’ CHE UN “PICCOLO GIOIELLINO” VOGLIAMO UN PRESIDIO DI SALUTE
Le nuove funzioni che si intendono attribuire all’ospedale di Villa d’Agri, per noi presidio di salute indispensabile non solo per la comunità della valle, devono viaggiare di pari passo con i servizi e le prestazioni essenziali a garantire il diritto alla salute di tutte le categorie sociali dai piccoli, alle donne, agli anziani. E’ il commento dell’Associazione Bene Comune Viggiano affidato al presidente Vittorio Prinzi.
I Progetti “Punto Donna” e di “rete territoriale” dei medici di famiglia come l’estensione della Valutazione di Impatto Sanitario sono sicuramente importanti ma – si aggiunge nella nota – deve prevalere un disegno di programmazione che faccia dimenticare le idee tutt’altro che positive sul presente e futuro della struttura circolate negli ultimi due anni con il piano di riordino degli ospedali. La popolazione valligiana, specie per il rischio salute rappresentato dall’attività petrolifera che continuamente ritorna alla cronaca – dice Vittorio Prinzi – non ha bisogno di un “piccolo gioiellino” della sanità, per dirla con le parole del Presidente Pittella, quanto piuttosto della definizione di quei servizi che facciano dell’ospedale l’elemento di base per la sanità di prossimità. Quella sanità di cui parlano gli amministratori di Azienda Sanitaria e San Carlo che significa cure a domicilio. Per questo non basta ripetere, sino alla noia, che il presidio ospedaliero di Villa d’Agri non si chiuderà e che si lavora ad un programma di rafforzamento. Con questo non intendiamo sminuire i provvedimenti positivi che sono in fase di realizzazione tra i quali il piano di nuove assunzioni, il ritorno del 118 nella sua localizzazione originaria, l’attività del Consultorio per le donne.
Anche i tempi – continua il presidente dell’Associazione Bene Comune – hanno il loro peso e il primo banco di prova degli impegni assunti solennemente davanti ai cittadini sono l’entrata in funzione della risonanza magnetica e i lavori di ammodernamento del nuovo blocco centrale. Per recuperare la fiducia dei valligiani incrinata da troppe deviazioni di percorso nel corso degli anni rispetto agli obiettivi di salvaguardia e rilancio dell’ospedale non sono sufficienti il confronto-dialogo periodico e i sopralluoghi-visite all’interno della struttura ma un cronoprogramma che abbia tappe-scadenze di verifiche certe. E tra le lacune che è possibile riscontrare – dice ancora Prinzi – permane la scarsa chiarezza sul Centro di Medicina Ambientale per il quale non ci pare ci siano idee precise e all’altezza dell’emergenza determinata dall’impatto Cova-petrolio su salute, ambiente, territorio.