Con il «certificato di aeroporto», rilasciato in questi giorni dall’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) sulla base del recente regolamento europeo 139/2014, agli aeroporti di Bari, Brindisi e Taranto-Grottaglie e la gara di appalto di lavori (14 milioni di euro) per l’aeroporto di Foggia, la Puglia avrà quattro aeroporti. Un caso indicato come “best practice” dagli organismi dell’Unione Europea che insistono sulla mobilità aerea quale fattore di sviluppo e di superamento d’arretratezza che al tempo stesso dovrebbe far arrossire i nostri amministratori locali. Da noi la situazione è ferma da anni sui progetti dell’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi e Pisticci senza però che nessun lucano possa prendere un aereo nei due scali. Accade invece che la Regione Puglia amplia notevolmente l’offerta aprendo anche gli scali di Foggia e Grottaglie alle compagnie aeree lowcost, sul modello di quanto già fatto dal 2009 sugli aeroporti di Bari e Brindisi attraverso un contratto di marketing con Ryanair, mentre da noi l’unica novità di quest’anno è il Frecciarossa. E sempre la Puglia si prepara ad un nuovo bando per attirare altre compagnie lowcost e liberare il settore aeroportuale pugliese dalla prigione dorata dell’accordo con Ryanair. La compagnia irlandese infatti riceve 12 milioni di euro l’anno per garantire agli scali di Bari e Brindisi collegamenti con le principali città italiane ed europee. Dunque competitività dettata dal mercato con offerte di volo vantaggiose(un solo esempio da 40-50 euro Bari-Londra) con l’obiettivo è attrarre sui due scali di Foggia e Grottaglie “compagnie probabilmente lowcost”.
Da noi si continua a sottovalutare che a differenza della Matera-Ferrandina “pronta” per il 2021-2022 per collegare Matera a Roma in 3 ore e 40 minuti, lo scalo della Valbasento può diventare operativo con una decina di milioni di euro e in pochissimo tempo per collegare Matera a Roma in poco più di un’ora (30 minuti solo di volo) con tariffe decisamente concorrenziali al servizio Frecciarossa. Quanto all’aeroporto di Pontecagnano di cui la Regione Basilicata è socia investendo nel capitale della società di gestione i tempi previsti per la sua operatività non sono ancora definiti e comunque tra il 2018 e il 2019. Con gli stessi soldi spesi a Pontecagnano sarebbe stato possibile trasportare in tre anni circa 120mila persone con voli a 50-60 euro a tratta. Senza contare le ricadute in termini occupazionali e di sviluppo quantificabili in circa 35-40 milioni di euro, 50 posti di lavoro diretti e almeno 3.500 posti di lavoro indiretti tra turismo, attività produttive e servizi.
La Pista Mattei ha già l’autorizzazione al trasporto pubblico passeggeri fino a 9 posti, e pende la richiesta di trasformazione in aeroporto presso Enac dal 1 luglio 2015 puntando alla promozione ad aeroporto generale in modo da consentire atterraggio e decollo di velivoli da 50 posti e avviare, in una prima fase, due voli quotidiani a rotazione per Roma e per Milano. L’unico elemento nuovo: la Regione sta lavorando ad un nuovo bando di affidamento in gestione con il prolungamento di anni come richiesto dall’Enac. Che si sia imboccata finalmente la strada giusta? Certo la questione tempi ha il suo peso e la Regione ha dimostrato di saperci fare con il progetto di elisuperficie per collegare attraverso elicottero Matera a Maratea. Un progetto questo dai tempi decisamente più veloci.
Notizia falsa! Nessun’apertura ai voli di linea per Foggia e Taranto! Non diciamo inesattezza! La Puglia punta come da logica a due aeroporti grandi e di livello internazionale e non a quattro inutili e poco competitivi mini aeroporti!
Bisogna puntare sulla intermodalità e creare una fitta rete di collegamenti treno/bus per i maggiori aeroporti, questa è l’unica soluzione!