Sempre più giovani lucani entrano nel mondo del lavoro con il contratto di apprendistato. Da gennaio ad agosto di quest’anno ne sono stati assunti 1.027, il 25,6% in più rispetto ai primo otto mesi del 2016. E’ l’Ufficio studi di Confartigianato a certificare la riscossa dell’apprendistato grazie al quale, in soli 8 mesi, complessivamente in Italia, oltre 1000 giovani under 30 al giorno hanno iniziato la loro esperienza nel mercato del lavoro.
La rimonta di questo contratto arriva proprio nel momento in cui il Governo, nella Legge di bilancio, intende incentivare l’occupazione giovanile con sgravi contributivi per i primi 3 anni di contratto che per la prima volta si applicherebbero anche ai giovani che hanno svolto periodo di apprendistato.Il condizionale è d’obbligo poiché i dettagli della manovra economica non sono ancora noti.Quel che è certo, invece, è che l’apprendistato si conferma una risposta alle nuove generazioni.
“L’importanza dell’apprendistato come canale di accesso al mercato del lavoro privilegiato per i giovani e l’analisi delle ultime evidenze statistiche mette in luce un ritorno alla crescita delle assunzioni di apprendisti nelle piccole e medie aziende”: è il commento di Rosa Gentile, componente dell’esecutivo nazionale di Confartigianato.
Il ritorno alla crescita delle assunzioni – aggiunge – avviene dopo che le politiche di decontribuzione del lavoro a tempo indeterminato, oltre ad avare l’effetto positivo di ridurre la pressione fiscale sul costo del lavoro, hanno determinato uno ‘spiazzamento’ del contratto di apprendistato.
L’apprendistato è un contratto chiave per le imprese artigiane che lo utilizzano per l’8% delle assunzioni previste, 3 punti in più del 5% del totale imprese. Da noi ci sono ancora notevoli margini di incremento – continua la dirigente di Confartigianato – tenuto conto che la quota degli apprendisti dell’artigianato sul totale apprendisti in Basilicata è del 24,6% (38,4% Marche e 32,8% Molise) e che la quota di apprendisti sul numero complessivo di dipendenti in Basilicata è pari al 5,5% (15% Umbria, 13,6% Marche). Il futuro occupazionale dei giovani per noi incomincia a scuola, anzi dall’alternanza scuola-lavoro, l’iniziativa promossa dal Governo per favorire l’apprendimento in azienda dei giovani studenti che svolgeranno parte della loro formazione ospiti delle imprese per conoscere la realtà produttiva che li circonda e prepararsi a entrare nel mondo del lavoro. C’è bisogno – afferma ancora Gentile – di colmare la distanza che finora ha separato il mondo della scuola e quello delle imprese. I risultati di questo gap purtroppo si vedono nelle incerte prospettive occupazionali dei giovani e nelle difficoltà delle imprese a reperire manodopera qualificata come ha sottolineato il Rapporto Excelsior-Unioncamere secondo cui una assunzione su cinque tra quelle che le imprese hanno in programma nei primi tre mesi del 2017 “può comportare qualche difficoltà a reperire il personale adeguato”. Si pensi solo che al Sud nei prossimi 180 giorni serviranno 3.220 tecnici amministrativi-finanziari-bancari; 2.890 tecnici informatici; 1.960 tecnici sanità-servizi sociali; 9.060 cuochi-camerieri; 5.740 operai specializzati in edilizia; 5.500 operai specializzati in attività manifatturiere.
Bisogna voltare pagina, quindi. L’alternanza scuola-lavoro è la strada giusta. Le novità per far incontrare il ‘sapere’ e il ‘saper fare’ sono positive. Ma per farle funzionare, le aziende non devono essere gravate da nuovi oneri e adempimenti. Non chiediamo incentivi, ma semplicemente di non incontrare nuova burocrazia che rischia di scoraggiare la partecipazione degli imprenditori. Ci sono ostacoli da superare che impediscono ai ragazzi di entrare in azienda per imparare un mestiere. In un laboratorio d’artigiano uno studente impara più cose che in una grande azienda, e riceve più attenzione. Aiutiamo gli artigiani a insegnargliele. Non è nostalgia: oggi, assai più che nel ‘900, sapere e saper fare convergono. Il futuro del lavoro è anche nelle nostre mani”.