In vista della commemorazione dei defunti che ricorre il 2 novembre, il materano Giovanni Caserta chiede di ripulire la scritta all’ingresso del cimitero di via IV Novembre.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Giovanni Caserta: a Matera sancta non sunt deorum manium iura…
Come ogni anno mi reco al vecchio cimitero, quello storico, popolarmente detto Camposanto, che, a differenza del nuovo, è ubicato in collina (colle Cona), in luogo conveniente e adatto. Qualche tempo fa rilevai, fra l’altro, che, sull’ingresso, offendeva la storia, ma ancor di più la sensibilità dei visitatori, una scritta scrostata, sporca, slavata e in più di qualche lettera illeggibile. Era una vera immagine da paese terremotato. La scritta è da farsi risalire, probabilmente, alla inaugurazione del Cimitero, avvenuta il 9 giugno 1841, in applicazione dell’antico editto napoleonico del 1804, noto come editto di Saint Cloud. Ha comunque un valore storico, essendo scritta che risale a lontani tempi, che, da ragazzi, conoscevamo a memoria. Qualcuno dice che è richiesto l’intervento della Soprintendenza. Il che aumenta il valore della scritta. La cronaca, in ogni caso, vuole che, nel lontano 2012, me ne occupai col sindaco dell’epoca. Non essendo successo niente, alla questione dedicai, con Emanuele Giordano, una trasmissione di Cuccuruccù. Accuse e preghiere e sollecitazioni caddero nel vuoto. Mi domandavo e domandavo, in quel tempo, se si pensava di andare verso la nomina di Matera capitale europea della cultura 2019 in quelle condizioni. Oggi mi domando e domando se è questo il modo di presentarsi nella veste di capitale europea della cultura 2019. Ho scattato una fotografia che offro all’attenzione dei nostri lettori. Mi permetto di trascrivere la scritta che c’era e che non c’è. La consegno agli annali della città. Una volta si leggevano queste parole:
dal silenzio di queste tombe
si eleva una voce:
chi adora iddio ed opera
con carità e giustizia
vive in eterno
Non era un messaggio da nulla. Oggi quelle parole non si leggono più. Mi domando quanto costerebbe una loro riscrittura. Mi domando, anche, quanto si perde in termini di civiltà, di cultura e di educazione delle coscienze. Non c’è bisogno di ricordare Foscolo o Giambattista Vico. C’è solo da rimanere sconfortati alla reazione che potrebbero avere eventuali visitatori esterni. Altro che numero di presenze in alberghi e ristoranti!
Il luogo, ancora bellissimo nonostante l’incuria di anni, ha grandi particolarità storiche, culturali, architettoniche, ha cappelle nobili, è un pezzo di storia preso a calci dagli amministratori dell’open future. In altri posti sarebbe divenuto un cimitero monumentale. Che vergogna!!!