Regione Basilicata, Consorzio Industriale di Matera e famiglia Somma, Pedicini (M5s): “Intrecci pubblici e privati nella Tecnoparco SpA sotto processo il 6 novembre 2017”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
La situazione politica e istituzionale lucana è sempre più inquinata dall’intreccio con le lobby economiche e il business del petrolio e dei rifiuti.
Dopo aver denunciato l’assurdità che la Regione Basilicata ha aperto una trattativa con l’Eni per ottenere donazioni economiche aggiuntive alle royalties del petrolio, vogliamo mettere all’attenzione un’altra vicenda intrisa di oscure incompatibilità e sovrapposizioni tra interessi pubblici e interessi privati.
Alcuni giorni fa, il ministro per lo Sviluppo economico Calenda ha nominato capo di gabinetto del suo ministero Ernesto Somma, uno degli azionisti, insieme ai fratelli Francesco e Michele, della Tecnoparco Valbasento Spa, la società sottoposta a vari procedimenti giudiziari per illeciti connessi al ciclo dei rifiuti petroliferi e a illeciti ambientali. In più, la famiglia Somma, attraverso la società Impes Service, ha da tempo forti legami con l’Eni in relazione alla realizzazione del Centro oli Val d’Agri (Cova).
Oltre a questo, la cosa più grave è che la Tecnoparco Valbasento Spa ha come socio di maggioranza, con il 40% delle quote, il Consorzio di sviluppo industriale di Matera che è un organismo pubblico della Regione Basilicata. Il restante 60% è in mano alla Finpar Spa della famiglia Somma (20%), alla Termomeccanica Ecologia Spa (20%), che ha come maggior azionista Banca Intesa Sanpaolo, e a Energia Spa (20%), di cui non siamo riusciti a capire chi c’è dietro.
A capo del Consorzio di sviluppo industriale c’è, come amministratore unico, Carlo Chiurazzi, alto dirigente del Pd lucano, già senatore, consigliere e assessore regionale. A capo della Tecnoparco, come amministratore delegato, c’è Michele Somma.
Quindi, appare con chiarezza che la Regione Basilicata, presieduta dagli ultimi tre governatori Pd, Pittella, De Filippo e Bubbico, ha rapporti di “affari” con Tecnoparco Spa, che è una società sott’inchiesta e sotto processo per questioni gravissime (il 6 novembre prossimo inizia il processo), di cui fa parte una famiglia che lavora con l’Eni e ora ha messo le mani sul ministero dello Sviluppo. Lo stesso ministero che dovrebbe controllare l’Eni e rilascia le autorizzazioni per la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi.
Insomma, un corto circuito e un conflitto di interessi enorme, così come è stato denunciato in un’interrogazione presentata da 17 senatori del Movimento 5 Stelle il 12 ottobre scorso.
Nell’interrogazione, i parlamentari M5S hanno evidenziato che Ernesto Somma, in qualità di nuovo capo di gabinetto del ministero dello Sviluppo, è incompatibile perché, insieme ai fratelli, è socio di Tecnoparco Spa e perché per vari anni si è occupato del contestato gasdotto Tap in costruzione nel Salento, prima lavorando alla Regione Puglia e poi direttamente con il consorzio svizzero che lo sta realizzando. Anche per il Tap è sempre il ministero dello Sviluppo che rilascia le autorizzazioni.
Un’altra conferma, degli intrecci trasversali della famiglia Somma con la politica lucana, l’abbiamo avuta la settimana scorsa, quando a Potenza c’è stato un mega convegno organizzato dai fratelli Somma per ricordare, attraverso la neonata Fondazione Faustino Somma, il padre imprenditore scomparso nel 2014. Al convegno, guarda caso, erano presenti Marcello Pittella, Vito De Filippo e Filippo Bubbico, oltre al vice ministro allo Sviluppo, Teresa Bellanova, il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia e altri personaggi delle istituzioni, della politica e del mondo economico lucano. Non mancava il centrodestra con, in evidenza, il deputato ex Forza Italia Cosimo Latronico, ora di Direzione Italia di Fitto.
Insomma, una prova di forza dei tre fratelli Somma, per ricordare alla politica lucana che loro, nonostante le vicende giudiziarie e le questioni ambientali di Tecnoparco, sono in prima fila per intervenire sulle prossime elezioni politiche e regionali, e per continuare la gestione delle grandi operazioni economiche e finanziarie che riguardano le estrazioni petrolifere, lo smaltimento dei rifiuti e il settore energia in Basilicata.