Continua in Basilicata la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil a sostegno dei tavoli di trattativa in corso con il Governo in materia di lavoro, previdenza, welfare e sviluppo. Dal 6 al 15 novembre 2017 su tutto il territorio lucano si terranno le assemblee unitarie secondo il seguente calendario: 6 novembre a Villa d’Agri e Irsina, 7 novembre a Lauria e Stigliano, 9 novembre a Matera e Rionero, 10 novembre a Policoro e Genzano di Lucania, 11 novembre a Sant’Arcangelo, 13 novembre a Senise e Tricarico. Le iniziative si concluderanno il 15 novembre con un attivo unitario che si terrà a Potenza alle ore 9.30 al Museo provinciale. Contestualmente le categorie stanno portando avanti il programma di assemblee unitarie di area nei luoghi di lavoro.
A seguito dell’incontro che si è svolto ieri a Palazzo Chigi con i tre segretari generali Cgil, Cisl e Uil e che si è concluso con un ulteriore rinvio al 13 novembre prossimo, le organizzazioni sindacali ribadiscono le loro richieste: maggiori risorse per l’occupazione giovanile e per gli ammortizzatori sociali; congelamento dell’innalzamento automatico dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita; pensioni dignitose per i giovani che svolgono lavori discontinui; riduzione dei requisiti contributivi per l’accesso alla pensione delle donne con figli o impegnate in lavori di cura; adeguamento delle pensioni in essere; piena copertura finanziaria per il rinnovo e rapida e positiva conclusione dei contratti del pubblico impiego; risorse aggiuntive per la sanità e finanziamento adeguato per la non autosufficienza, rinnovo dei contratti.
Affermano i segretari regionali Cgil, Cisl e Uil rispettivamente Angelo Summa, Enrico Gambardella e Carmine Vaccaro: “Pensioni, giovani, occupazione, sanità e contratti sono priorità sociali alle quali è necessario dare risposte. Superare le rigidità nell’accesso al pensionamento, favorire un inserimento lavorativo dei giovani e affrontare il tema dell’adeguatezza degli attuali e dei futuri trattamenti pensionistici significa restituire dignità al lavoro e al Paese. Oggi in Italia 12 milioni di cittadini non accedono più al sistema sanitario nazionale e alla crescita degli occupati non corrisponde una crescita analoga dei posti di lavoro standard e delle ore lavorate, con un balzo in avanti dei contratti precari o a tempo determinato, la cui maggioranza ha durata inferiore ai sei mesi. Una legge di bilancio che voglia avere il carattere dell’equità e dello sviluppo deve tenere conto delle richieste che Cgil, Cisl, Uil hanno avanzato ai tavoli di confronto”.