Martedì 7 novembre 2017 alle ore 17,30 presso il Salone degli Stemmi dell’Arcivescovado di Matera è in programma la presentazione del volume “Le maschere e i volti nella grande guerra”. Echi di guerra e palpiti di amore nei diari e ricordi di un cappellano militare – scritto dal prof. Giuseppe Mastromarino, Edizioni Giannatelli.
Relatori
S.E. Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo,Arcivescovo diocesi Matera-Irsina
Prof. Francesco Lisanti, presidente A.N.M.I.G.
Dott. Domenico Infante, direttore Uff. Comunicazioni Sociali Diocesi di Matera
Prof. don Michele Celiberti,presidente dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia
Prof. Giuseppe Mastromarino, autore
Sinossi del volume
La pace e la guerra, la tremenda esperienza dei soldati al fronte e nelle retrovie, l’organizzazione del tempo libero, le Case del Soldato e i Casini di guerra, i personaggi politici, militari, civili e religiosi protagonisti degli eventi bellici (Cadorna, Bissolati, Giolitti, Sonnino, Albertini, generali e soldati, il fronte interno ecc.), la figura del Papa Benedetto XV, sono narrati, seguendo l’itinerario cronologico della Grande Guerra, attraverso gli occhi di don Minozzi, cappellano militare, che visse direttamente quegli avvenimenti storici dal 1915 al 1918, annotando fatti e riflessioni negli appunti dei suoi “Diari” che costituiscono, insieme con i due libri successivi “Ricordi di Guerra”, un corpus considerevole di notizie storiche e una fonte credibile e significativa per farsi un’idea non scolastica e, spesso alternativa, di quel periodo storico.
Inoltre, le maschere e i volti dei fanti-contadini, l’impatto con una religiosità spesso condizionata dalla guerra, il ruolo dei cappellani e dei preti-soldati, la guerra contro la pornografia, il turpiloquio e la prostituzione, la presenza degli americani dell’Ymca /Associazione di fratellanza universale, la presenza dell’ARC (Croce Rossa Americana) nell’ultimo periodo di guerra in assiduo contatto con le Case del Soldato disegnano, nel complesso, un caleidoscopio inedito e avvincente della Grande
Guerra. In questo contesto appare veridica l’ipotesi di un incontro o conoscenza con il futuro scrittore Ernest Hemingway, conducente di autoambulanze, che immortalò nel Romanzo “Addio alle armi” la figura di un “cappellano abruzzese”. Omaggio o identificazione con la figura di Minozzi?
Chiude il libro una rassegna ragionata dei testi degli storici che si sono occupati del ruolo delle Case del Soldato fondate da Minozzi e, infine, una silloge significativa di preghiere di guerra scaturite dall’impatto con le vicende vissute.