58 giorni: è il tempo medio impiegato nei prime setti mesi del 2017 dalla Pubblica amministrazione per pagare in Basilicata le imprese che forniscono beni e servizi. Le cose, anche grazie al pressing costante di Confartigianato, sono migliorate rispetto ai tempi biblici di qualche anno fa. Per Rosa Gentile, componente dell’esecutivo nazionale di Confartigianato, la presenza nell’elenco di 500 enti “virtuosi” di solo due enti lucani (le Prefetture di Potenza e di Matera che a settembre hanno smaltito il 100% dei pagamenti, rispettivamente 2.082 fatture la Prefettura di Potenza e 1.114 quella di Matera) non possono soddisfarci.
Dietro la media nazionale (78 giorni) e meridionale (71), si nascondono situazioni ancora allarmanti. A rivelarle è un’analisi di Confartigianatoche ha messo in luce i ritardi con cui in molte zone del Paese gli enti pubblici pagano gli imprenditori. Si scopre così che due terzi delle amministrazioni non salda le fatture entro i termini fissati dalla legge sui tempi di pagamento in vigore dal 2013. Che sono di 30 giorni, con l’eccezione di 60 giorni per gli enti del sistema sanitario nazionale.
Tra enti virtuosi e cattivi pagatori, l’Italia – continua Gentile – rimane comunque tristemente in vetta alla classifica europea per il maggiore debito commerciale della pubblica amministrazione verso le imprese: parliamo di una somma che tocca i 3 punti di Pil, vale a dire il doppio della media del vecchio continente.Insomma, ce n‘è di strada da fare.
E dire che la soluzione sarebbe a portata di mano. Il nostro Presidente, Giorgio Merletti, continua ad insistere a riproporla da anni. Per rispettare il diritto delle imprese ad essere pagate in tempi certi basterebbe applicare la compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli imprenditori nei confronti dello Stato.Ma, forse, è una soluzione troppo semplice per un Paese così complicato come l’Italia, mentre per una pmi ogni giorno di ritardo ha un effetto pesante specie se si fa ricorso al credito bancario.
Nov 06