“I rinnovi contrattuali del pubblico impiego sono per noi una priorità ed entro metà novembre all’Aran saranno aperte tutte le trattative con i sindacati”. Lo riferiscono la UIL e la UIL FPL di Basilicata aggiungendo che lo stipendio di gennaio prossimo dei dipendenti pubblici potrebbe contenere un saldo una tantum da 450-500 euro in media come bonus-arretrati, oltre al primo aumento mensile da 85 euro medi. È questo il conto degli incrementi retributivi del rinnovo contrattuale del pubblico impiego che, dopo anni di blocco, dovrebbe vedere la luce e la firma entro la fine dell’anno.
Il nodo risorse è stato praticamente risolto, visto che per gli statali (circa 1,8 milioni di impiegati pubblici) si può disporre complessivamente di 2,85 mld di euro a partire dal 2018, per garantire un aumento di 85 euro mensili e il mantenimento del bonus da 80 euro, anche se resta “un piccolo problema” sulla parte economica.
“Le risorse finalmente ci sono ma per garantire il bonus occorrerebbe aumentare un po’ il tetto dei redditi di circa 200-300 euro. E dunque portando la fascia, già aumentata di 600 euro, dai 24.600-26.600 attuali a 24.800-26.800”. La UILe la UIL FPL chiedono che si proceda a una trattativa no stop per accelerare.
“Dobbiamo ripartire – dicono i segretari regionali Carmine Vaccaro UIL e Antonio Guglielmi UIL FPL – per chiudere la partita entro dicembre. Ma non è tanto la questione risorse a preoccupare quanto il rispetto dell’accordo sulla parte normativa. I sindacati invocano l’avvio di nuove relazioni sindacali in fase di contrattazione all’Aran. “L’aspetto più importante per noi – spiegano ancora – riguarda il capitolo relazioni sindacali che devono cambiare privilegiando la fonte contrattuale quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro.
In sostanza, sottolineano la UIL e la UIL FPL “vanno definite le nuove regole, in sede di trattativa, per quanto attiene il rapporto di lavoro tra datore e dipendenti” e quindi, tanto per fare un esempio, “le parti sociali devono definire contrattualmente l’orario di lavoro dei dipendenti di quella determinata amministrazione, ministero o scuola che sia, non quando deve essere aperto un determinato ufficio, una decisione che spetta invece alla singola amministrazione”.
Le premesseci sono, dunque, ma non bastano. La partita si sposta tutta sui tavoli con i sindacati. Negoziati rimasti in stand-by durante la messa a punto della legge di Bilancio e che ora ripartono, con il primo appuntamento fissato per mercoledì 8 novembre.